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La riforma del welfare e la condizione femminile

14 Aprile 2025

Intervista al general manager ed Executive Producer di Think Cattleya Martino Benvenuti

Il tema del welfare aziendale si configura indubbiamente come uno dei più ampiamente dibattuti nei tempi odierni, perché il benessere delle dipendenti e dei dipendenti – assicurato anche da una piena conciliazione della sfera personale con quella professionale – costituisce oggi una priorità assoluta nel contesto del mercato del lavoro. Una sempre maggiore attenzione al benessere fisico e mentale dei dipendenti risulta infatti essenziale per migliorare la produttività, la motivazione e la fidelizzazione del personale. Ne abbiamo parlato con Martino Benvenuti, General Manager di Think Cattleya, casa di produzione pubblicitaria appartenente al gruppo Cattleya, una realtà che si distingue quale eccellenza, debitamente riconosciuta da un importante ente certificatore. ‘È il talento che guida e non il genere’ tiene inoltre a precisare Benvenuti quando ci soffermiamo sul binomio tra welfare lavorativo e donne. In un contesto sociale caratterizzato da bisogni eterogenei, il welfare aziendale rappresenta una risposta efficace alle rinnovate esigenze dei lavoratori tanto che la diffusione dello stesso all’interno delle imprese italiane sta divenendo un fattore determinante con particolare riferimento a precise categorie di lavoratori. Tra queste vi sono le donne, che trovano nel welfare un’importante integrazione privata degli interventi statali in tema di maternità, sostegno familiare e conciliazione.

In un’intervista rilasciata di recente, la CEO Monica Riccioni commentando l’assegnazione della certificazione di genere, ha detto che “garantire pari diritti alle lavoratrici e ai lavoratori in termini di dignità e in ambito lavorativo è un dovere di tutti noi, così come tradurre le norme legislative in realtà lavorative tangibili e concrete è una responsabilità dalla quale nessuno dovrebbe sottrarsi”. In che modo si assicurano in modo concreto ed efficace pari diritti?
In Think Cattleya, la salute e il benessere dei nostri dipendenti rivestono un’importanza fondamentale. Bureau Veritas, l’ente certificatore di riferimento, ha attestato che, sotto il profilo contrattuale, non sussiste alcuna forma di disparità di genere, evidenziando la nostra attitudine a non considerare alcuna distinzione basata sul sesso, perché crediamo esclusivamente nel talento, per questo garantiamo ad ogni mansione un’equa retribuzione. Il nostro obiettivo primario è trasformare i nostri uffici nel place to be per i dipendenti, poiché riteniamo che la soddisfazione retributiva da sola non sia sufficiente. La nostra visione, pertanto, è di natura particolarmente lungimirante, come testimoniato dal nostro straordinario basso tasso di turnover: ogni individuo per noi rappresenta una risorsa di inestimabile valore.

Uno dei temi spesso al centro del dibattito pubblico è il welfare sul lavoro. I lavoratori infatti richiedono benessere, cultura, salute mentale. Come risponde un datore a questi bisogni e quali sono le azioni messe in pratica?
Possiamo aspirare a essere i leader più competitivi nel nostro settore esclusivamente grazie alle nostre risorse umane. Per questa ragione siamo costantemente pronti a rispondere alle esigenze e ai bisogni dei nostri dipendenti. La nostra policy prende avvio dalla totale assenza di badge aziendale, in quanto il nostro approccio si fonda principalmente sul conseguimento di obiettivi. Sebbene siamo estremamente rigorosi nella cura della qualità, non ci concentriamo sugli obblighi, ma sui risultati tangibili. Prevediamo a tal proposito, una modalità di lavoro che consenta ai nostri dipendenti di beneficiare di due giorni settimanali di smartworking, accompagnata da un’ampia gamma di benefit concreti, tra cui convenzioni che promuovono il benessere complessivo dei nostri collaboratori. Tra i servizi offerti vi sono strutture ludiche e ricreative, palestre, agevolazioni per spostamenti ferroviari, oltre alla possibilità di usufruire di sedute di psicoterapia con esperti qualificati. Inoltre, organizziamo annualmente due ricevimenti per lo staff, che costituiscono momenti di interazione e di scambio di opinioni, favorendo così la coesione e la collaborazione all’interno del nostro ambiente lavorativo.

Welfare sul lavoro e donne. Si è ancora molto lontani dalla tanto auspicata parità, come dimostra l’ultimo ‘Gender policy report 2024’ di Inapp. Qual è l’esperienza di ‘Think Cattleya’?
Siamo decisamente controtendenza, come dimostrano tre importanti considerazioni: il nostro CEO, Monica Riccioni, è una donna; una percentuale elevata di donne è impiegata nella nostra Casa di Produzione; una parte altrettanto significativa del nostro staff è composta da giovani under 35. Posso affermare con certezza che riponiamo una grande fiducia nel valore delle donne e difendiamo con forza il loro diritto alla maternità, considerandola una componente importante della vita personale e soprattutto un diritto da tutelare con la massima attenzione. Questo impegno si traduce concretamente nel completamento dell’indennità spettante alle donne in congedo materno, affinché possano continuare a percepire l’intero stipendio, nonché nella previsione di tre giorni di smartworking fino al compimento del primo anno di vita del bambino per entrambi i genitori. Nell’anno di maternità abbiamo aumentato la retribuzione a due neomamme e questo perché abbiamo creduto nel loro prezioso valore. Siamo altrettanto attenti a sostenere i neopapà, concedendo loro un congedo di paternità retribuito di 15 giorni, ben oltre la durata prevista dalla normativa nazionale. La maternità non rappresenta un ostacolo per noi, anzi, la nostra visione è di ampia portata e orientata al futuro, il che ci rende pronti a costruire una realtà sempre più inclusiva e innovativa.

Il gender gap occupazionale in Italia rimane dunque critico. Inoltre, a livello culturale, resta inteso che sia la donna a sacrificarsi in nome della famiglia, rinunciando a opportunità di crescita professionale quando queste non coincidano con la gestione della casa o dell’educazione dei figli. In che modo possiamo superare questo ‘gap’?
Per affrontare il gender gap occupazionale, è fondamentale adottare una visione lungimirante, ispirata ai modelli internazionali, e proiettata verso il futuro. ‘Think Cattleya’ ha nel dna un’importante libertà professionale e supporta questa direzione: è il talento che guida e non il genere. I nostri investimenti sono finalizzati ad attrarre talenti, indipendentemente dal sesso, poiché sono essenziali per il nostro posizionamento di leadership. La nostra intenzione è lanciare un messaggio chiaro al mercato: intendiamo credere nel nostro capitale umano, un asset che riteniamo completamente da tutelare, oppure preferiamo restare ancorati al presente senza un adeguato piano per affrontare le sfide che il futuro ci riserva?

Tags: condizione femminile, dipendenti, diritti, diritti sul lavoro, donna, lavoratrici, lavoro femminile, Martino Benvenuti, pari diritti, Think Cattleya, welfare, welfare aziendale
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Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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