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L’iride e la guarigione delle altre patologie
Intervista al naturopata Christian Caporaletti
Si dice che il corpo umano possieda un’anima, un’essenza profonda che può essere svelata attraverso l’osservazione attenta e scrupolosa di una delle sue finestre più suggestive: gli occhi. In particolare, l’iride, quella sottile membrana colorata che circonda la pupilla, rappresenta un vero e proprio specchio dell’organismo. La scienza che si dedica allo studio dettagliato dell’iride prende il nome di iridologia: una disciplina che, attraverso un’analisi approfondita delle caratteristiche, dei segni e delle variazioni cromatiche dell’iride, mira a individuare lo stato di salute generale della persona. L’iridologia non si limita a un semplice esame visivo, ma si configura come uno strumento diagnostico prezioso, capace di offrire una panoramica complessiva dell’equilibrio funzionale di tutti gli organi. Già dalla prima visita, infatti, grazie a una mappatura specifica dell’iride, è possibile eseguire un vero e proprio check-up degli organi interni. Questo consente non solo di individuare l’organo direttamente coinvolto nella manifestazione dei sintomi, ma anche di riconoscere quegli altri apparati o tessuti che, attraverso disfunzioni più sottili, possono contribuire all’insorgere del disturbo. In questo modo, l’iridologia si propone come un approccio olistico, in cui la diagnosi diventa uno strumento per una comprensione integrata della salute e del benessere. Per approfondire meglio questa affascinante disciplina, abbiamo intervistato Christian Caporaletti, naturopata specializzato in iridologia, nonché docente presso l’Accademia Sol di Busto Arsizio e l’Associazione Iridologia Contemporanea (A.I.CON), di cui è anche socio fondatore. Caporaletti ci ha raccontato come l’iridologia rappresenti oggi una pratica consolidata e in continua evoluzione, capace di integrare la tradizione con le più recenti conoscenze scientifiche e di offrire uno sguardo unico sul complesso rapporto tra corpo e mente.

Christian Caporaletti
L’iridologia è un insieme di conoscenze sviluppate nel tempo che costituiscono una tecnica di osservazione e analisi delle caratteristiche dell’iride. Questa metodologia consente di esaminare l’occhio in tutte le sue parti per ottenere informazioni utili al benessere della persona. Attraverso l’uso dell’iridoscopio, si scatta una fotografia ingrandita di entrambi gli occhi, permettendo di rilevare segni, pigmenti e dettagli invisibili a occhio nudo. Mi piace molto paragonare il lavoro dell’iridologo a quello di un egittologo: mentre quest’ultimo studia i geroglifici per interpretarli, tradurli e svelarne il significato nascosto dietro segni e simboli apparentemente indecifrabili, l’iridologo osserva e interpreta i colori, i segni, le fibre e le eventuali alterazioni presenti nell’occhio, traducendone il significato e comunicandolo alla persona. È come decodificare un codice per far emergere informazioni preziose. L’occhio, infatti, può fornire dettagli importanti per individuare le cause di eventuali squilibri che la persona manifesta in un dato momento della sua vita. In questo modo, l’iridologo può offrire indicazioni specifiche per aiutare a ristabilire uno stato di equilibrio e benessere, suggerendo consigli mirati sullo stile di vita.
A questo proposito, è dunque corretto ritenere che dalle caratteristiche delle iridi è possibile capire se una persona soffre di un qualche disturbo?
È doveroso precisare da subito che il compito dell’iridologo non è quello di restituire una diagnosi. Nell’iride viene proiettato tutto il nostro organismo, un po’ come nella riflessologia plantare in cui ogni punto del piede riflette un organo interno o una parte del corpo. Attraverso l’iride possiamo individuare la costituzione, le predisposizioni, punti di debolezza e punti di forza. Conoscendo la costituzione della persona quindi il suo ‘terreno’ e sue le ipotetiche predisposizioni andremo a fare un bel lavoro di prevenzione nutrendo proprio quel ‘terreno’ rilevato dall’iride e adottando strategie personalizzate di stile di vita per evitare che tali predisposizioni si manifestino.
L’iride può definirsi la mappa del corpo umano?
Nell’iride sono proiettati tutti gli organi che costituiscono il corpo umano. Immaginiamo l’iride come un orologio: ad ogni ora corrisponde un organo interno o una parte del corpo. A titolo di esempio: alle ore 1:00 individuiamo la proiezione degli occhi, alle ore 3:00 la proiezione del cuore, alle ore 4:00 la proiezione del fegato, e così via. Nel caso in cui dovessimo individuare un segno, un pigmento colorato, una radiale, una trasversale a ore 8:00 questo ci fornirà informazioni sull’organo o parte del corpo proiettata proprio in quel settore. Nel corso dei decenni sono state formulate diverse mappe iridologiche fino ad arrivare ai giorni d’oggi in cui vengono utilizzate quelle più comuni.
Chi si rivolge a un iridologo prevalentemente?
Coloro che hanno una visione a 360 gradi di se stessi, che generalmente hanno una conoscenza approfondita del mondo olistico e che hanno provato già altre esperienze in questo ambito. Nello specifico, sono persone alla ricerca di qualcosa di più profondo che possa aiutarle a conoscere meglio se stessi dal punto di vista fisico, psico-emotivo, energetico. Le aspettative sono diverse: alcuni vogliono scardinare vecchie abitudini spesso dettate da precedenti condizionamenti di vario tipo, altri intendono capire da cosa derivi quel senso di insoddisfazione che li caratterizza, altri ancora desiderano risolvere disequilibri fisici, ripristinando uno stato di benessere a tutto tondo.
Questa pratica negli ultimi anni ha acquisito maggiore visibilità ma quando nasce realmente?
L’occhio ha da sempre suscitato la curiosità dell’uomo, fin dalla notte dei tempi. Gli antichi Egizi, ad esempio, gli attribuivano un ruolo centrale nell’universo, tanto da conferirgli un valore simbolico e sacro. Già in alcuni papiri risalenti al 1500 a.C. si trovano riferimenti che collegano l’occhio agli organi interni e a specifiche malattie. Anche nella medicina tradizionale cinese, l’occhio veniva utilizzato come strumento diagnostico, analizzando sia l’iride che la sclera, la parte bianca e resistente che protegge il bulbo oculare. Un antico trattato descrive l’iride suddivisa in otto settori, ciascuno collegato allo stato di salute di organi e visceri. Analogamente, nella medicina tibetana l’osservazione dell’occhio serviva a individuare eventuali condizioni patologiche, basandosi su segni e variazioni cromatiche. L’interesse per l’occhio come specchio dello stato di salute ha attraversato le epoche e le civiltà, arrivando fino ai giorni nostri. L’Iridologia moderna ha origine nel 1886, anno in cui il medico, scienziato e omeopata ungherese Ignatz Peczely pubblicò la prima mappa iridologica. All’inizio del Novecento, questa disciplina si diffuse progressivamente in Europa e negli Stati Uniti.







