Studia il linguaggio e le sue eventuali problematiche e accompagna chi ha difficoltà con la parola ad apprenderla gradualmente e a volte anche per mezzo della musicoterapia. Figlia di due nature, quella della parola e quella dell’età infantile, la logopedia è la branca della medicina che consente a chi ne ha realmente bisogno di approcciarsi al linguaggio e non meno al mondo della comunicazione, di fatto il primo elemento che distingue gli uomini dagli animali. Proprio sulla base di questa sua natura specifica il 6 marzo viene celebrata la Giornata mondiale della Logopedia, di per sé una vera festa che chiama a raccolta le oltre 78 mila persone che in Italia sono colpite da autismo e le 270 mila che soffrono di disturbi dello spettro autistico. Essere vittime dei disturbi della parola significa anche vivere isolati perché per natura si ha difficoltà a comunicare con coloro che invece con la parola hanno un ottimo rapporto.
Una malattia complessa, dai sintomi «unici» che impattano sulle capacità del linguaggio e sulle abilità sociali. Complessa ma che consente un’attivazione delle diverse abilità coinvolte. Una delle figure «chiave» nell’ambito del necessario approccio multidisciplinare (composto da neuropsichiatra infantile, psicologo, fisioterapista, terapista della neuropsicomotricità e terapista occupazionale, nutrizionista, logopedista) è proprio il logopedista, fondamentale nell’educazione del bambino a una interazione con il mondo, in grado di stimolare alcune abilità come comunicare, comprendere, parlare, leggere e scrivere, utili nel vivere scolastico e socio-relazionale.
In casi più seri è possibile ricorrere alla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) che attraverso il linguaggio dei segni, immagini e video, ma anche computer, tablet e device elettronici, aiuta i bambini con importanti difficoltà di linguaggio e comprensione a entrare in relazione a «proprio modo» con gli altri e il mondo che li circonda. Non è un caso che la Giornata Europea della Logopedia 2019 (6 marzo) sia quest’anno proprio dedicata all’autismo. Dal 4 all’8 marzo, la Federazione italiana dei Logopedisti si attiverà come avviene ogni anno per i cittadini e tutti coloro che hanno necessità di informazioni e di aiuto. Una disponibilità «multicanale» attraverso il telefono (049.8647936 dalle ore 10 alle ore 12), web (fli.it) e con il profilo e la chat di Facebook.
«In funzione della complessità della malattia e delle differenti manifestazioni – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Federazione dei Logopedisti in una nota diramata agli organi di stampa per presentare la Giornata – è importante che al primo sospetto ci si rivolga al pediatra, in grado di osservare con parametri corretti come gioca e comunica il bambino, creando situazioni per capire le maggiori difficoltà, monitorando nel tempo l’evoluzione della potenziale sintomatologia di malattia, oppure inviando a un centro di cura specializzato per avviare un trattamento multidisciplinare che si avvale di più figure professionali: il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il fisioterapista, il terapista della neuropsicomotricità e terapista occupazionale, il nutrizionista, il logopedista». «È importante – aggiunge Raffaella Citro, vicepresidente logopedisti europei (CPLOL) – che anche il genitore sia coinvolto nelle sedute `terapeutico-educazionali´, soprattutto se l’area della comunicazione è particolarmente compromessa, affinché possa imparare i modi migliori per comunicare ed essere compreso dal proprio bambino e per stimolare la sua iniziativa.