Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
6 luglio: Giornata Mondiale del Bacio. Storia e origini di questo nobile gesto
Bisogna ammettere che la pratica del bacio è un po’ strana: perché mai lo scambio di saliva tra due persone dovrebbe essere considerato un rituale di passione? Dato che il bacio è così comune si presume debba svolgere un ruolo importante nella comunicazione tra uomini. Ma qual è esattamente questo ruolo? Nel prossimo numero di Health Online potete leggere un’intervista nella quale parlerò delle diverse funzioni di questo gesto. In occasione della Giornata Mondiale del Bacio, che si celebra il 6 luglio, in questo articolo scopriamo invece le origini del bacio.
Sembra che la pratica del bacio si sia evoluta a partire dall’usanza, comune in diverse culture, per le madri di nutrire i loro figli passando loro direttamente il cibo, masticato, di bocca in bocca. Baciarsi non è peculiarità degli esseri umani. Le scimmie Bonobo si baciano spesso; cani e gatti si leccano e si toccano a vicenda; persino le lumache e gli insetti si “baciano” sfiorandosi le antenne. Negli animali però il bacio assume una funzione prettamente comunicativa in quanto serve a rafforzare la fiducia e i legami tra individui della stessa specie.
Già nel IX secolo a.C., in Omero, il re Priamo bacia in modo memorabile la mano di Achille per chiedere il ritorno del cadavere di suo figlio. Nelle sue Storie, che risalgono al V secolo a.C., Erodoto parla di baci tra i Persiani, che salutavano uomini di pari rango con un bacio sulla bocca e quelli di rango lievemente inferiore con un bacio sulla guancia. Riferisce anche che, poiché i greci mangiavano la mucca, che era sacra per gli egiziani, gli egiziani rifiutavano di baciarli sulla bocca. I baci sono anche presenti nell’Antico Testamento. Travestito da Esaù, Giacobbe bacia il cieco Isacco e quindi ruba la benedizione del fratello. Nel Cantico dei Cantici, che celebra l’amore sessuale, uno degli innamorati implora: “Lascia che mi baci con i baci della bocca, perché il tuo amore è migliore del vino”. Tra i Romani baci divennero più diffusi. I Romani infatti baciavano i loro partner o amanti, familiari e amici e governanti. E distinguevano tra un bacio dato sulla mano o sulla guancia (osculum) da un bacio dato sulle labbra (basio) e un bacio profondo o appassionato (savolium). Per i Romani I baci assolvevano diversi scopi, dal sociale, al politico, al sessuale. In un’epoca di analfabetismo diffuso, i baci servivano anche per siglare accordi; quindi l’espressione “sigillare con un bacio”. Lo status sociale di un cittadino romano determinava la parte del corpo su cui poteva baciare l’imperatore, dalla guancia al piede. Le coppie si sposavano baciandosi di fronte a un’assemblea riunita, una pratica che continua ancora oggi.
La pratica del bacio è cambiata con il declino di Roma e l’ascesa del Cristianesimo. I primi Cristiani si salutavano spesso l’un l’altro con un “santo bacio”, che si credeva associato a un trasferimento di spirito. Sebbene San Pietro avesse parlato del “bacio della carità” e di San Paolo del “santo bacio”, i Protocristiani non si cambiavano baci il Giovedì Santo, il giorno dell’anno in cui Giuda tradì Gesù, con un bacio appunto. Fra i laici, invece, i baci erano usati per consolidare il rango e l’ordine sociale: per esempio, i vassalli baciavano la veste del re o l’anello o le ciabatte del papa.
Con la caduta di Roma, il bacio romantico scompare per oltre 1.000 anni, per riemergere alla fine dell’XI secolo con l’amore cortese. Il bacio di Romeo e Giulietta è emblematico di questo movimento, che ha cercato di rimuovere il corteggiamento dal controllo della famiglia e della società e celebrare così l’amore romantico come forza liberatrice, autodeterminante e potenzialmente sovversiva.