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Roma: intervento a cuore aperto (riuscito) su una centenaria
Per molti si tratta di un vero e proprio miracolo, per altri invece tutto il merito va dato ai professionisti che hanno portato a compimento il proprio lavoro con fare meticoloso e da responsabili. Stiamo parlando del grande risultato raggiunto al Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, dove una donna alla sua venerata età di cent’anni si è sottoposta a un intervento a cuore aperto uscendone vittoriosa e più forte di prima. In tutto questo ciò che chiaramente fa notizia non è molto l’operazione ma l’età della donna e la reazione che un corpo poi non così giovane ha avuto a seguito dell’intervento.
L’intervento a cuore aperto è una delle operazioni più complicate e delicate a cui un corpo umano possa essere sottoposto, nonostante questo nella presente situazione romana le complicazioni erano di una certa entità considerata la notevole età della paziente seguita dall’equipe del professore Filippo Crea, direttore del Polo di Scienze cardiovascolari e toraciche al Policlinico Gemelli. Il medico ha spiegato che la donna è entrata in sala operatoria dopo un’adeguata preparazione, e che il delicato intervento chirurgico è stato eseguito con una tecnica micro-invasiva che comporta un’incisione di 2 cm sul torace utilizzando le tecnologie della sala operatoria ibrida presente nel Polo di Scienze cardiovascolari del Policlinico. La paziente ha superato brillantemente l’intervento e l’immediato post-operatorio: dopo una settimana di degenza e un periodo di riabilitazione, è stata dimessa ed è tornata nella sua casa in piena autonomia.
“Questo approccio è stato realizzato sulla paziente come un sarto confeziona un abito su misura e il limite dell’età è stato superato grazie alla grande collaborazione di tutti gli specialisti che hanno messo in sinergia le proprie competenze”, ha spiegato a Repubblica Massimo Massetti, direttore dell’Unità di Cardiochirurgia. L’operazione è avvenuta nel Percorso clinico delle valvulopatie (Heart Valve Clinic) del Policlinico Gemelli, che è uno dei pochi esistenti in Europa. Il percorso è composto da numerosi specialisti con competenze specifiche nelle patologie delle valvole cardiache: cardiologi clinici e interventisti, aritmologi, cardioanestesisti, fisiatri e cardiochirurghi.
Con il termine “valvulopatie” generalmente si fa riferimento all’insieme delle patologie che affliggono le valvole del cuore. Possono insorgere acutamente o con il trascorrere degli anni e possono coinvolgere più di una valvola nello stesso momento. Ciascuna valvulopatia può dare luogo a specifici sintomi e segni, ma il sintomo “principe” è la “dispnea”, vale a dire una sensazione di respiro affannoso o “fame d’aria”. Nelle prime fasi la dispnea compare in corso di esercizio per sparire con il riposo. Con il progredire della patologia comparirà per sforzi via via più lievi, fino a comparire a riposo. In fasi avanzate, non sarà più possibile dormire sdraiati e risulterà indispensabile tenere il torace e sollevato utilizzando più cuscini. Talvolta il riposo notturno può essere interrotto da improvvise crisi di dispnea.
Quando le valvulopatie causano alterazioni strutturali cardiache tali da indurre l’insorgenza di aritmie, la persona affetta da valvulopatie può avvertire “palpitazioni”, che consistono nella percezione del battito cardiaco, talvolta irregolare. Alcune valvulopatie, inoltre, possono condurre alla comparsa di dolore al petto (“angina”) o di svenimenti (“sincopi”).