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Il mondo intero è in preda a uno “tsunami delle allergie” (anche alimentari)
La primavera, cosa nota, è la stagione degli amori e dei colori, dei prati fioriti e delle gite fuoriporta con tanto di pic-nic e uscite in famiglia, ma è anche il tempo proprio delle allergie e oggi più che mai gli scienziati denunciano lo stato della salute mondiale parlando di “tsunami delle allergie”. Con questa espressione, quasi onomatopeica, gli esperti intendono spiegare che in tutto il mondo circa 400 milioni di persone soffrono di rinite allergica dovuta alla presenza di pollini, e che in 300 milioni, invece, hanno l’asma. Vista la gravità della situazione il Ministero della Salute, ha disposto dei consigli utili per tutti coloro che soffrono di rinite: in presenza di sintomatologia che possa far sospettare un’allergia respiratoria, la prima cosa da fare è rivolgersi al medico curante e/o allo specialista per la corretta diagnosi e l’identificazione dell’allergene (o degli allergeni) a cui si è sensibilizzati, per stabilire un corretto programma preventivo-terapeutico da mettere in atto prima dell’inizio della stagione pollinica. A scopo preventivo possono essere anche consigliati, quando è possibile, brevi soggiorni in clima marino durante il periodo della pollinazione, dato che al mare la concentrazione atmosferica dei pollini è relativamente bassa.
Non meno importante invece risulta il cibo, causa principale di non poche allergie e intolleranze soprattutto nei più giovani e ancor più nei minori.
A tal proposito, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha ospitato il Congresso annuale dell’Organizzazione Mondiale delle Allergie a cui hanno partecipato circa 500 medici e ricercatori provenienti da 50 Paesi del mondo. Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presidente del comitato scientifico del congresso ha spiegato che con 400 milioni di persone nel mondo che soffrono di rinite allergica e 300 milioni di asma, l’umanità sta vivendo uno tsunami allergico. La crescita dell’allergia, infatti, si registra soprattutto nei Paesi occidentali e coinvolge strati sempre più ampi dell’umanità. In Europa si stima che tra 11 e 26 milioni di persone soffrano di allergie alimentari, una fonte di preoccupazione soprattutto tra i più piccoli: almeno 1 bambino su 20, infatti, è allergico a uno o più alimenti. In Italia, la prevalenza della dermatite atopica, della rinite allergica e dell’asma tra il bambini di 6 – 12 anni è rispettivamente del 7%, 14,5% e 9%. Ciò significa 490.000 bambini tra 0 e 14 anni con eczema, 1 milione con rinite e 630.000 con asma. Se fino al 2010 le allergie alimentari erano attorno al 2-3% oggi, invece, hanno raggiunto il 10% in Australia e l’8% nel Regno Unito. La rinite colpisce oltre il 30% dei ragazzi anche in Italia e complessivamente tutte le allergie sono raddoppiate dal 1980 al 2000.
Le allergie alimentari colpiscono oltre 2 milioni di italiani, e cioè il 3,5% della popolazione generale. Un fenomeno da prendere seriamente in considerazione perché in molti casi il cibo non fa semplicemente male all’organismo umano, ma in taluni casi può causare addirittura la morte. Le allergie alimentari provocano reazioni di ogni tipo, si pensi ad esempio alla la nocciola, “veleno” per il 26% di chi soffre di allergie, la verdura invece rappresenta il 14 % delle allergie, frutta fresca, soprattutto pesche e albicocche 12%, i crostacei 10%, il pesce 7%, i legumi e i semi 6%, il grano 5%. Particolarmente a rischio sono i bambini: sono 270mila i minori che non hanno compiuto ancora i 5 anni che soffrono di allergie alimentari, e 5mila di loro sono a rischio di reazioni allergiche gravissime. Tra questi, 100mila sono allergici al latte vaccino, 80mila alle uova, 50mila a noci, nocciole e arachidi.
È questa la causa per cui in tutti i ristoranti e locali pubblici è arrivato il bollino blu anti-allergie. Da aprile 2017 infatti a partire da Roma, e poi via via in tutta Italia, il marchietto colorato ha iniziato a comparire su tutti le vetrine dei ristoranti con il preciso scopo di ridurre al minimo i rischi per i clienti che soffrono di disturbi, allergie o intolleranze alimentari di qualsiasi portata.