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Dall’Ospedale alla Casa della Salute. Come si trasformerà il Sistema Sanitario Nazionale?
Suona bene e migliora il rapporto tra il cittadino e la sanità pubblica: si tratta della Casa della Salute, il nuovo modo – a detta di molti – di intendere gli ospedali, istituzioni per l’assistenza sanitaria, il ricovero e la cura dei pazienti, nate nell’antichità (ne parla per primo Omero nella letteratura greca) e poi intese con l’attuale accezione a partire dal Rinascimento italiano. Chiaramente non si tratta di una sostituzione improvvisa, né tanto meno si potrebbe supporre un capovolgimento della sanità pubblica; la Casa della Salute è da intendersi come la sede pubblica dove si riuniscono, nello stesso spazio fisico, i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie, compresi gli ambulatori di Medicina Generale e Specialistica ambulatoriale, e sociali per una determinata e programmata porzione di popolazione. Diverse, inoltre, sono le funzioni da allocare nella Casa della Salute, alcune di natura amministrativa, altre di natura sanitaria e altre ancora di natura sociale. Esse possono essere raggruppate in 4 aree principali a diverso grado di complessità essendo la casa della salute un modello che si adatta alle caratteristiche del territorio e non il contrario.
Il primo a parlare di Casa della Salute è stato il professore Giulio Maccacaro, fondatore di Medicina Democratica, e di altre riviste come Sapere ed Epidemiologia e Prevenzione. Maccacaro, scomparso nel 1977 dopo essere stato il direttore dell’Istituto di Biometria e statistica medica dell’Università di Milano, nel 1972 intervenendo su “L’Unità Sanitaria Locale come sistema” individuò la Casa della Salute come sua struttura elementare, soprattutto come luogo di partecipazione dei cittadini alla strutturazione dell’organizzazione sanitaria, come verifica del suo funzionamento, come indicazione di programmi e progetti di salute.
Su questa base a Poggibonsi, in provincia di Siena, in Toscana, è nato un presidio che raccoglierà presto in un unico luogo un polo di sette medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali e il personale dell’azienda sanitaria locale protagonista dell’erogazione dei vari servizi distrettuali. “Un investimento – commenta David Bussagli presidente della Società della Salute Alta Val d’Elsa – da tempo in programma nei piani della Usl, che realizza in un unico luogo un modello organizzativo funzionale all’integrazione tra discipline sanitarie con altre di natura amministrativa e altre ancora di natura socio-sanitaria con l’obiettivo di creare percorsi virtuosi per il cittadino e risposte più celeri alla propria esigenza clinica o socio sanitaria”.
La Casa della Salute di Poggibonsi è allocata all’interno del Presidio distrettuale di Via della Costituzione dove si trova il medico di comunità, lo sportello di front office amministrativo, l’ambulatorio infermieristico, il riferimento logistico per l’assistenza domiciliare, il punto di erogazione dell’assistenza integrativa diretta, indiretta e protesica e alcuni ambulatori specialistici, il punto prelievi sangue per le analisi, il consultorio, il servizio sociale, il Punto Insieme, l’igiene pubblica, la medicina legale e la ex guardia medica.
L’istituzione e la messa a punto delle Case della salute rimanda dunque all’idea di una comunità che si prende cura di se stessa, della propria salute, del proprio benessere, ove per “proprio” si intende quello dell’intera collettività. Tutto questo, tuttavia, non potrebbe essere separato da uno studio che si attua sulla Comunità stessa nella quale la Casa si inserisce, dei suoi bisogni particolari, e dei professionisti che operano in quel contesto per assicurare la salute in quel determinato territorio. Generalmente, per quanto concerne il territorio italiano, laddove si pensa di collocare una Casa della Salute vi sono territori che cominciano ad avere tutto ciò che è necessario per garantire un’ottima assistenza territoriale. Questa scelta è orientata, inoltre, verso le fasce più deboli della popolazione, si pensi infatti agli anziani, ai malati, a coloro che presentano disabilità multiple, e chiaramente ai loro cari o assistenti, che necessitano di un supporto medico e delle cure non indifferente.
Tuttavia, non è la prima volta che in Italia nasce una Casa della Salute, molto pubblicizzata è stata, ad esempio, l’organizzazione e l’apertura di quella di Colorno, in provincia di Parma, nel 2012, nella sede dell’ex Ospedale. La nuova struttura in questi anni è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini nel quale i servizi di assistenza primaria si integrano con quelli di natura specialistica, della sanità pubblica, della salute mentale ma anche con i servizi sociali e le associazioni di volontario. Le Case della Salute, d’altra parte, possono essere definite come le figlie dei nostri cari e rassicuranti ospedali: sono semplicemente una nuova porta di accesso alle cure, un nucleo inserito all’interno delle Comunità che se da una parte rappresentano un’organizzazione medico-sanitaria più attrezzata e accogliente verso il cittadino, dall’altra sono veri e propri centri di cultura e specializzazione per i professionisti che vi lavorano.