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Mandragora negli spinaci: di cosa si tratta?
In questi giorni si è parlato molto della Mandragora, a causa della famiglia ricoverata d’urgenza che accusava amnesia e confusione mentale. Effetti che secondo le autorità sono da attribuirsi alla Mandragora contenuta negli spinaci.
Scopriamo quindi di cosa si tratta per capire meglio.
Descrizione generica
La Mandragora officinalis (o Atropa mandragora) fa parte della famiglia delle solanacee e la forma delle sue radici ricorda quella del corpo umano. Cresce in zone con clima mediterraneo e terra grassa.
Considerata sin dall’antichità una “pianta magica”, perché dotata di particolari proprietà, è da maneggiare con cura a causa dei suoi effetti collaterali.
Le prime tracce del suo consumo si ritrovano nell’antica Grecia, dove veniva utilizzata per favorire il sonno, mettendo nella camera da letto la sua radice.
Utilizzata nel vino, la si dava da bere come antidolorifico a chi doveva essere sottoposto ad incisioni.
Utilizzata come amuleto per propiziare la fortuna in amore, la salute e la ricchezza, doveva essere intagliata in un certo modo e conservata con cura in casa, o portandola con sé.
Insieme alla Belladonna, era considerata nel medioevo la radice delle “streghe” per i sui poteri allucinogeni, si credeva che venisse utilizzata per la realizzazione di pozioni.
Fu nominata anche nella commedia del Machiavelli ” La Mandragora”, perché si credeva fosse afrodisiaca e contro la sterilità.
Proprietà
Le proprietà riportate dall’antichità sono :
- capacità di indurre uno stato simile a quello della fase Rem del sonno, per la presenza di alcuni principi attivi contenuti in essa avrebbe potere sedativo;
- capacità di ridurre il dolore come quello dei crampi intestinali o del mal di denti
- secondo la medicina antica, avrebbe benefici sulla sfera sessuale come quello di combattere la sterilità e aumentare il desiderio sessuale
Oggi, dopo diversi studi, la scienza moderna ha individuato principi attivi come la scopolamina, l’atropina e la josciamina, utilizzati oggi in alcuni farmaci con dosaggi ben precisi; in passato venivano invece utilizzati a discrezione personale di chi li poteva maneggiare.
La mandragora è una pianta estremamente tossica e l’uso fitoterapico non può essere lasciatoal fai da te.
L’uso della mandragora officinalis è solo sotto stretto controllo medico o di un medico omeopata, vista la formulazione omeopatica presente, che la può raccomandare in diluizioni particolari a seconda dei disturbi del paziente.
Controindicazioni
Come già detto, la mandragora è una pianta tossica e non commestibile in quanto contiene alcaloidi che la rendono velenosa.
L’assunzione ad alte dosi provoca allucinazioni, vomito, problemi gastrointestinali, tachicardia, pressione alta, convulsioni e in casi estremi anche la morte.
Per chi ama andare a raccogliere erbe spontanee, si raccomanda di non farlo se non si è degli esperti, e di non raccogliere erbe se non si è sicuri di cosa siano. La mandragora è molto simile alla borragine, che è invece commestibile.