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Camminare con una sola gamba. Il coraggio di Federico e Roberto
Ha partecipato ai Campionati Europei di sitting volley tenutisi dal 6 all’11 novembre in Croazia ed era annoverato tra i 12 convocati dal ct Fracascia. Si tratta di Federico Blanc, piemontese ma ravennate acquisito, che nell’agosto del 2007, dopo anni di lavoro nei cantieri di mezzo mondo, si è infortunato a entrambe le gambe su una diga in Swaziland, mentre praticava parapendio, sport per il quale stava per ottenere il brevetto. In sala operatoria il quarantenne ha contratto un’infezione da batterio multiresistente che lo ha portato, cinque anni più tardi, alla decisione di amputare la gamba destra: una scelta sconsigliata dai medici italiani e caldeggiata, invece, in Sudafrica. Una scelta alla quale Federico racconta di essere arrivato con gradualità e consapevolezza, dopo aver visitato centri protesici e conosciuto persone amputate.
La storia di Federico ha commosso molto e ora con i Campionati europei di sitting volley, pallavolo per disabili, è tornata alla ribalta e sotto le luci dei riflettori. “Avevo conosciuto il sitting volley a Cesena, grazie al Volley Club Cesena pioniere di questa disciplina in Romagna, nel quale ho giocato fino alla scorsa stagione, poi avere vissuto l’esperienza della nazionale mi ha trasmesso entusiasmo, motivazioni e la voglia di portare il sitting a casa mia per restituire un po’ di valori che le persone conosciute grazie al sitting mi hanno trasmesso. Devo dire che Ravenna è una città molto attenta al sociale e, quando ho esposto il mio progetto, ho trovato tutte porte aperte, da Stefano Margutti, giocatore di sitting, a Marco Bonitta, fino al presidente del comitato Fipav, Mauro Masotti, che hanno sposato questa causa. Il seme è stato gettato, c’è un grande riscontro soprattutto dai normodotati che attualmente costituiscono la nostra forza. Il sitting volley è la pallavolo per tutti. Io credo che non ci debbano essere limitazioni: il bello di questo sport è che tutti, disabili e normodotati, si siedono a terra sul parquet e decidono chi vince giocando alla pari”.
Ma la passione e l’entusiasmo di Blanc per il sitting volley si è tradotto anche nella pubblicazione di un libro, dal titolo: “Limiti – cronaca riflessa di un viaggio “gamba in spalla””, che rappresenta “il diario di viaggio – ha spiegato Blanc – che Roberto Bruzzone, amputato di gamba, noto ai più come Robydamatti, ha compiuto in solitaria, munito solo del suo zaino, per 2.000 km sulle Ande tra Perù e Bolivia. E quando mi ha mostrato il suo diario ho deciso insieme a lui di farne un libro in cui riflettere sulle nostre esperienze di vita. Le nostre storie sono simili, soprattutto nel percorso di sofferenza, ma anche nel percorso che abbiamo fatto per riappropriarci della nostra nuova vita. E’ un libro motivazionale sulla differenza tra vivere e sopravvivere, tra rialzarsi e non lasciarsi andare”.
Quando a Roberto gli viene chiesto di cosa si occupa, lui prontamente risponde che “cammina”. E in effetti ora Roberto Bruzzone è un trekker di professione. Nel senso che, da quando in quattro ore e mezza ha scalato il Gran Paradiso con la sua protesi alla gamba (era il 2006), non si è più fermato: l’anno dopo ha percorso i 781 chilometri del cammino di Santiago di Compostela in 26 giorni e poi, dopo pochi mesi, è salito in vetta al Kilimanjaro. Nel 2008 ha attraversato l’Islanda a piedi (si è dovuto fermare a causa di un’infiammazione al tendine d’Achille), nel 2010 è arrivato in cima all’Aconcagua (in Argentina) toccando quota 6mila metri e “riposandosi” poi in giro per la Corsica, mentre tre anni fa ha conquistato il deserto della Namibia. A suo modo è un uomo dei record. Tanto che, grazie alle sue imprese, tutte documentate su Robydamatti.it, questo gigante, amputato sotto il ginocchio in seguito a un incidente in moto, è diventato il tester e il testimonial di un’azienda di protesica, gli sponsor tecnici gli danno una mano quando parte per le sue avventure e in più lo chiamano un po’ da tutta Italia per motivare ragazzi e dirigenti, tenere corsi, presentare i suoi viaggi. “Effettivamente non ho un lavoro in particolare – dice –. Ma da quando ho iniziato a fare il camminatore estremo si sono create tutta una serie di sinergie che sono diventate il mio lavoro. Inoltre ho fondato anche l’associazione Naturabile, una onlus che promuove il trekking e lo sport tra le persone disabili ”.