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Un mini cuore artificiale ha salvato la vita di una bambina
E’ lungo 5 cm, ha un diametro di 15 mm, pesa 50 grammi ed è alimentato da una batteria esterna. Si tratta di un mini-cuore artificiale che batte nel piccolo corpo di una bambina di 3 anni in lista per il trapianto di cuore perché affetta da una grave patologia, la miocardiopatia dilatativa. L’innovativo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare prossimo alla sperimentazione clinica negli Usa, ed è stato impiantato presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha ottenuto un’autorizzazione straordinaria per l’utilizzo.
A differenza dei modelli para-corporei, il mini-cuore artificiale è un modello interamente toracico, alimentato da una batteria esterna. Il vantaggio è quello di non obbligare i pazienti all’ospedalizzazione fino al momento del trapianto. Il dispositivo è composto da una pompa intraventricolare del diametro di 15mm, della lunghezza di 5cm e del peso di 50 grammi – dimensioni paragonabili a quelle di una batteria stilo – realizzata per supportare la circolazione di pazienti a partire dagli 8 kg di peso (ovvero di circa un anno di età) e fino a un’età di circa 10 anni (per un peso corporeo di circa 30 kg), può però essere utilizzata anche su bambini più piccoli.
Il mini-cuore può garantire un supporto a lungo termine per quei bambini per i quali non si trova un organo compatibile per procedere con il trapianto, consentendo loro migliori condizioni di vita. Al dispositivo, infatti, è collegato un cavo addominale per la ricarica che permette la dimissione a casa del paziente.
Il mini-cuore artificiale è costituito da una pompa miniaturizzata che viene inserita nella parte sinistra del cuore e ‘spinge’ il sangue nel resto del corpo. Nei prossimi mesi negli Stati Uniti partirà la sperimentazione clinica per il dispositivo. Il Bambino Gesù sarà capofila per il progetto europeo per l’ottenimento del marchio CE del dispositivo. Si è trattato del secondo intervento al mondo, il primo è stato eseguito sempre presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nel 2012.
La bambina è in attesa del trapianto, attualmente le sue condizioni sono buone e il mini cuore le ha salvato la vita. Aveva già subito l’impianto di un Berlin Heart, un cuore artificiale paracorporeo, che necessita l’ausilio di una consolle esterna collegata con cannule al torace del paziente, ed un episodio di emorragia cerebrale dal quale si sta lentamente riprendendo. Successivamente, per un recupero della funzione cardiaca, era stata tentata la rimozione del Berlin Heart senza successo. La piccola è stata quindi nuovamente assistita con un sistema temporaneo di assistenza cardiocircolatoria anche a causa di una infezione. A quel punto, la sola opzione terapeutica salvavita era rappresentata dal mini-cuore Infant Jarvik 2015, unica pompa intratoracica con alimentazione tramite un cavo addominale. Previo consenso dell’ente statunitense per i farmaci Food and drug administration (Fda), del Ministero della Salute e del Comitato etico dell’Ospedale, l’intervento è stato eseguito dal dottor Antonio Amodeo e la sua équipe il 2 Febbraio e la piccola è stata estubata dopo 10 giorni.
Il dispositivo Infant Jarvik 2015 rientra nel l programma statunitense PumpKIN (Pumps for Kids, Infants, and Neonates). Scopo del programma era quello di mettere a punto il primo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare intracorporeo per i bambini più piccoli (sotto i 25 chili di peso) tra quelli in attesa di trapianto a causa di anomalie cardiache congenite o insufficienze cardiache severe, per i quali i dispositivi già esistenti non risultano purtroppo appropriati. La Fda ha da poco approvato una sperimentazione pilota per il nuovo dispositivo, realizzato dalla Jarvik Heart Inc.