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Il mare, un rimedio naturale che fa bene al corpo e alla mente
L’aria del mare purifica le vie respiratorie e stimola il sistema immunitario. L’acqua salata è ottima per la pelle.
Il sole fa bene alle ossa e alla pelle, ma….è importante esporsi seguendo i consigli degli esperti.
Siamo finalmente entrati nel pieno dell’estate e per molti rilassarsi tra le onde del mare è un must. Oltre ad essere un luogo magico e spensierato dove trascorrere le meritate vacanze, il mare ha numerosi benefici per la nostra salute, tanto da essere considerato un farmaco naturale e “gratuito” in grado di prevenire e combattere alcune malattie.
Curarsi con il clima marino si traduce in una sola parola: Talassoterapia, una forma di medicina alternativa che sfrutta le proprietà benefiche del mare, comprese quelle delle alghe che hanno un potere antibiotico e batteriostitatico.
Eliminare lo stress e recuperare l’armonia e la serenità di corpo e mente è un altro beneficio del mare. E non solo. Il connubio con il sole aiuta l’umore.
Per chi soffre durante l’anno di malattie delle vie respiratorie come sinusiti, allergie, asma, raffreddori, trova beneficio respirando l’aria del mare, ricca di importanti sostanze minerali come potassio, magnesio, ferro e iodio.
Respirando profondamente lo iodio e gli altri sali contenuti nell’aria in riva al mare, possiamo dare una scossa al nostro metabolismo bloccato o rallentato.
L’acqua marina è la più importante e completa acqua minerale esistente in natura, possedendo quasi tutti gli elementi presenti anche nel nostro organismo, come la vitamina E ed alcuni microorganismi che rilasciano sostanze antivirali e antibatteriche.
Non solo, secondo gli esperti, il mare e la sabbia sono un vero e proprio toccasana per i problemi legate alle ossa, in particolare per chi soffre di artrosi, osteoporosi, malattie reumatiche e rachitismo.
Nuotare nell’acqua salina aiuta a ridurre i problemi di ritenzione idrica, migliora il sistema circolatorio ed il tono muscolare.
Grazie alle proprietà benevole del mare si possono alleviare alcune malattie della pelle come psoriasi, eczemi, acne seborroica e dermatiti.
Per la pelle però bisogna fare molta attenzione all’esposizione al sole.
Quali sono i rischi? E come proteggerci per evitare seri rischi per la salute come i carcinomi cutanei?
L’abbiamo chiesto a Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma.
“L’aumentata incidenza dei carcinomi cutanei – ha spiegato – e la correlazione tra carcinogenesi cutanea ed esposizione solare induce ad una corretta esposizione solare. La luce solare è costituita in parte da radiazioni ultraviolette in grado di raggiungere la pelle e si distinguono in UVA e UVB. Queste radiazioni sono responsabili della pigmentazione cutanea, e quindi del fenomeno “abbronzatura”.
Gli UVB penetrano in modo minore nella cute ma inducono maggiori effetti biologici come l’eritema solare e la pigmentazione immediata e sono maggiormente implicati nell’induzione dei tumori della pelle. I raggi UVA, a maggiore lunghezza d’onda, invece, sono in grado di penetrare più profondamente nella cute, determinano la pigmentazione cutanea ritardata che compare diverse ore dopo l’esposizione solare e contribuiscono all’invecchiamento cutaneo, ma anche in parte alla carcinogenesi cutanea. Nel caso del melanoma, il ruolo degli UV è più complesso, ma il rapporto tra sole, nevi melanocitari e melanoma nasce da numerose osservazioni in cui si è evidenziato che l’esposizione solare nell’infanzia induce la comparsa di nevi melanocitari, inclusi i nevi clinicamente atipici, soprattutto nelle aree maggiormente esposte al sole e che il numero di “nei” sia benigni che atipici è correlato al rischio di incidenza del melanoma.
I raggi ultravioletti, infatti, sono in grado di danneggiare il patrimonio genetico della cellula, modificandone il comportamento, attivando oncogeni o inattivando geni soppressori che prevengono la trasformazione tumorale delle cellule, anche se ormai è dimostrato che è nell’induzione del melanoma è fondamentale l’interazione tra esposizione solare e fattori genetici.
Nei numerosi studi effettuati è emerso che l’incidenza e la gravità del melanoma sono maggiori nei soggetti di pelle chiara, con minore potenzialità nel produrre melanina e quindi minore capacità di abbronzarsi (meccanismo naturale di difesa dai raggi solari) soprattutto nei paesi più vicini all’equatore dove è maggiore l’intensità delle radiazioni ultraviolette a cui è esposta la cute”.
I tumori cutanei non melanomatosi sono tra i tumori più diffusi in assoluto: secondo i registri AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) sono infatti al primo posto tra gli uomini (15,2% di tutti i tumori) e al secondo tra le donne dopo il tumore della mammella (14,8% di tutti i tumori).
Detto in altri termini, in media ogni anno si registrano circa 120 casi di tumore cutaneo non melanomatoso ogni 100.000 uomini e circa 90 casi ogni 100.000 donne.
Escludendo i melanomi, 8 tumori della pelle su 10 sono carcinomi a cellule basali, mentre i rimanenti 2 sono carcinomi spinocellulari. (Fonte: AIRC).
Il rischio di sviluppare un tumore è spesso ereditario, quindi le persone che sanno di avere avuto dei casi in famiglia e che presentano una cute molto chiara (tipo I e II) dovrebbero sottoporsi ad una visita dermatologica almeno una volta l’anno. I raggi UV sono comunque un fattore di rischio da non sottovalutare.
L’esposizione solare è tradizionalmente considerata come la più importante fonte di radiazioni UV per l’uomo e viene classificata come “cancerogena” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
Per fototipo si intende la tipologia di pelle tenuto conto del colore dei capelli e degli occhi. I fototipi si differenziano in 6 categorie. Vediamoli nel dettaglio:
Nel Fototipo 1 rientrano le persone che hanno la carnagione molto chiara, spesso con efelidi, capelli biondi o rossi e occhi chiari. La mancanza quasi totale di melanina – un pigmento che viene prodotto quando siamo colpiti dal Sole e che ha il compito di proteggerci dai raggi ultravioletti (Uv) – provoca generalmente un eritema evidente a ogni esposizione al sole non protetta. L’abbronzatura è molto tenue, quasi inesistente. La reazione ai raggi solari è molto elevata, con alto rischio di danni permanenti e di scottature anche gravi.
Per questa categoria gli esperti consigliano di esporsi il meno possibile al sole nelle ore più calde (11-17) e utilizzare creme solari con il massimo fattore di protezione solare possibile.
Il Fototipo 2 è colui che presenta una carnagione chiara, capelli biondo scuro o castano chiaro. La quantità di melanina è ridotta: la capacità di difesa è piuttosto scarsa, per cui la pelle tende a scottarsi facilmente. L’abbronzatura risultante all’esposizione è lieve (dorata).
Il fattore di protezione solare (fps) consigliato anche per questa categoria è il massimo: prestare particolare attenzione alla protezione del naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi. Evitare le ustioni dal sole e trattenersi all’ombra (soprattutto tra le 11 e le 16).
Fa parte del Fototipo 3 chi invece ha la carnagione abbastanza scura, capelli castani. La pelle si scotta solo dopo un’esposizione prolungata. Si può ottenere un’abbronzatura intensa e omogenea.
Fps consigliato: medio-alto. Prestare particolare attenzione alla protezione del naso, padiglioni auricolari, labbra, nuca e occhi. L’esposizione nelle ore più calde (11-16) è comunque pericolosa.
Carnagione olivastra, occhi e capelli neri è il fototipo 4. La pelle si scotta molto di rado. In breve tempo viene prodotta un’abbronzatura molto intensa. È il fototipo più tipico in Italia.
Fps consigliato: medio. Proteggersi di più nelle ore più calde (11-16) quando l’esposizione è comunque pericolosa e a rischio scottature.
Nel Fototipo 5 rientrano le persone con la carnagione, capelli (spesso crespi) e occhi scuri. Minima sensibilità ai raggi solari e possibilità di esporsi al sole senza problemi di scottature. È il fototipo più comune in Medio Oriente.
Anche in questo caso il Fps consigliato è medio. L’esposizione nelle ore più calde (11-16) è comunque pericolosa. Evitare le ustioni con cappellini e occhiali.
Infine, nel Fototipo 6 rientrano le persone con la pelle nera che non si scottano mai al sole, ma non è detto che non si pigmentino. Inoltre possono comunque sviluppare tumori della pelle, la cui diagnosi può essere molto difficile.
In questo caso il consiglio degli esperti è quello di utilizzare filtri di protezione solare da bassa a media. Evitare le ustioni solari: dopo lunghi periodi in cui ci si espone molto poco al sole è possibile ustionarsi anche con un fototipo 6.
Quali sono i consigli per una giusta esposizione al sole?
“La modalità di esposizione solare è molto importante in quanto le ustioni solari, non solo durante l’infanzia ma anche in età adulta, costituiscono un fattore di rischio importante per l’insorgenza del melanoma. Quindi, le esposizioni solari brevi ma intense sembrerebbero essere un fattore di rischio significativo come, secondo alcuni studi, anche un’esposizione solare a basse dosi e prolungata nel tempo che riguardano alcune categorie di lavoratori.
Ormai è documentato che circa l’80% dei danni da esposizione solare si verificano prima dei venti anni di età, soprattutto nelle pelli più chiare, pertanto è sempre buona regola, per in ogni fascia di età, seguire discipline di fotoprotezione che suggeriscono l’uso di schermi solari fin dalla prima infanzia preferendo quelli a largo spettro nei confronti dei raggi UVA ed UVB con fattore di protezione di almeno SPF 30 (anche nei giorni nuvolosi).
Questo perché la fotoprotezione previene i danni da UV e riduce il rischio di tumori cutanei. Gli schermi solari fisici e chimici funzionano assorbendo, riflettendo e diffondendo le radiazioni solari. Inoltre, è importante anche assumere per via orale, da 2 a 4 settimane prima e durante l’esposizione solare, delle formulazioni arricchite con antiossidanti (vitamina E, vitamina C, acido ferulico, ed altri principi attivi di origine vegetale) che neutralizzano i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo responsabile del danno cellulare e costituiscono anche una difesa per il nostro organismo.
È molto importante, ai fini di evitare i danni indotti dai raggi UV, tener conto dell’intensità della luce solare (UV-index) e della propria capacità di produrre melanina perché quando compare un eritema è segno dell’inizio di un danno biologico.
Alla luce di quanto detto, i miei consigli sono: un uso corretto degli schermi solari da applicare 20-30 minuti prima dell’esposizione solare e da riapplicare ogni 2 ore, soprattutto dopo l’attività sportiva o il bagno, anche se i prodotti utilizzati sono quelli resistenti all’acqua.
Le radiazioni sono più intense dalle 10 alle ore 16.00 con un picco tra le 11 e le 14 momento in cui si dovrebbero preferibilmente indossare indumenti protettivi a tessitura compatta (indumenti a tessitura larga od indumenti bagnati schermano solo in parte i raggi UV) ed occhiali solari capaci di schermare i raggi UV, questo perchè è importante ricordare che ci si “scotta” anche nelle giornate nuvolose e che gli scogli, la neve e la sabbia riflettono 85-90% dei raggi ultravioletti”.
Se il mare ha notevoli benefici per la cura di alcune malattie, anche il sole, con le dovute precauzioni, contribuisce ad uno stato di benessere notevole.
“L’esposizione ai raggi ultravioletti – ha detto la Teofoli – induce importanti e positivi effetti biologici inclusi la sintesi di vitamina D, la sintesi di molecole con proprietà immunomodulanti d’importanza terapeutica per chi è affetto da alcune dermatiti (psoriasi, dermatite atopica,..) ed inoltre aumenta i livelli di serotonina, un mediatore sintetizzato nel sistema nervoso, responsabile del tono dell’umore. Ciò spiegherebbe l’effetto positivo del sole sul tono dell’umore ed il fatto che spesso i disturbi depressivi e del ritmo del sonno siano frequentemente stagionali poichè legati alle variazioni di luce solare”.