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Disturbo affettivo stagionale: sintomi e rimedi
Arriva l’inverno e ci si sente più tristi.
E a volte depressi.
Conosciuta in inglese con il nome Seasonal Affective Disorder (SAD), il disordine affettivo stagionale colpisce fino ad una persona su dieci. Quali sono i rimedi per combatterlo? Ne parliamo con il Dr. Giuseppe Iannone, psicologo clinico e neuropsicologo.
Iannone, cos’è il disturbo affettivo stagionale?
“Il disturbo depressivo maggiore con andamento stagionale, conosciuto come disturbo affettivo stagionale (SAD), è caratterizzato da sintomi quali tristezza, affaticamento, ipersonnolenza, iperfagia, confusione, ansia, difficoltà di attenzione, desiderio di carboidrati, aumento di peso e perdita di libido, che si manifestano nei mesi autunnali/invernali e che regrediscono spontaneamente con l’arrivo della bella stagione”.
Ma non è forse vero che siamo tutti un po’ più pigri nei mesi freddi? Come distinguere il disturbo affettivo stagionale da uno stato di letargia?
“I cambi di stagione possono indurre diversi effetti sul nostro umore. In autunno e in inverno i giorni più brevi e le temperature più basse possono associarsi in alcuni soggetti a sintomi quali quelli appena descritti. Un numero significativo di individui è influenzato negativamente dal cambiamento delle stagioni pur non sviluppando un disturbo affettivo stagionale (SAD). Per distinguere il SAD da un normale calo dei livelli di energia nei mesi più freddi possiamo immaginare un continuum: ad un estremo troviamo un leggero disagio e un funzionamento meno efficiente nei mesi invernali. Al lato opposto del continuum troviamo invece il disturbo affettivo stagionale (SAD), caratterizzato da una sintomatologia più grave, dalla presenza di un maggior numero di sintomi e da un significativo disagio o interferenza con il lavoro, la scuola e le consuete attività sociali”.
Quanto è frequente il disturbo affettivo stagionale?
“L’incidenza del disturbo affettivo stagionale (SAD) nella popolazione generale è del 4-10%, ed è più prevalente nelle donne che negli uomini”.
Quali sono le cause del disturbo affettivo stagionale?
“L’esatto meccanismo con cui i sintomi si associano ai cambiamenti stagionali non è completamente noto. Un dato a favore di una causa genetica del disturbo è la tendenza al SAD a verificarsi più spesso nei parenti di coloro che soffrono del disturbo. Un secondo filone di ricerca fornisce indicazioni per una “teoria della latitudine”, per cui una diminuzione dell’esposizione alla luce solare in inverno aumenterebbe il rischio di SAD. Per esempio, le persone provenienti da latitudini meridionali che si spostano verso nord possono avere un aumentato rischio di disturbo affettivo stagionale (SAD), anche se, nel tempo, alcuni di questi individui sviluppano una tolleranza ai cambiamenti stagionali. Studi di popolazioni hanno scoperto un possibile adattamento genetico alla scarsa illuminazione dell’inverno nel nord artico nei nativi islandesi. Un terzo filone di ricerca ipotizza che la sintesi anomala della melatonina possa essere responsabile del SAD: sembrerebbe che gli individui affetti da SAD abbiano un esordio notturno ritardato della secrezione di melatonina e livelli di melatonina più alti durante il giorno in inverno, rispetto a individui senza SAD. Oltre alla melatonina, però, anche i livelli di altri ormoni (come il cortisolo), e la temperatura notturna del corpo, sono alterati in individui con SAD. Una quarta ipotesi indica che bassi livelli cerebrali di serotonina possano contribuire ai sintomi di SAD. Il desiderio di carboidrati rappresenterebbe un tentativo di aumentare il livello di serotonina. Tristezza, ansia, desiderio di carboidrati, ipersonnia, ecc., sono infatti tutti sintomi associati a una mancanza di carboidrati nell’organismo”.
Esistono trattamenti “naturali” per il disturbo affettivo stagionale?
“Svolgere regolare esercizio fisico è il metodo non invasivo e naturale che sembra dare buoni risultati nel migliorare l’umore, rinvigorire il fisico e ridurre la fame di carboidrati. La mancanza di esercizio fisico, infatti, riduce il flusso di endorfine nel corpo (le endorfine sono neurotrasmettitori che inducono euforia). È sufficiente una camminata all’aria aperta per un’ora al giorno per avvertire i benefici dell’attività fisica sul nostro umore.
Una dieta equilibrata a base di proteine magre, verdura e tanta acqua previene squilibri di zuccheri nel sangue, i quali possono influire negativamente sull’umore.
Evitare l’isolamento sociale, dato dalla naturale tendenza a chiuderci in casa quando fa freddo, andando a trovare gli amici, o anche alzando la cornetta del telefono per sentire qualcuno, è un ottimo aiuto per alleviare i sintomi del SAD.
E per chi è impossibilitato a muoversi da casa, la terapia della luce (o light therapy) è una valida alternativa che produce benefici in sette pazienti su dieci e che non presenta effetti collaterali. È sufficiente che ci si sieda, ogni giorno, per una ventina di minuti, a circa 50 cm da apposite lampade (che si trovano in commercio) che simulano la luce del sole. Attraverso il nervo ottico la luce regolarizzerebbe i livelli di melatonina e serotonina e il ciclo sonno-veglia.
L’Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) migliora i sintomi di affaticamento, depressione, ansia, letargia, appetito, libido, e insonnia. L’erba di San Giovanni comunque può interagire negativamente con alcuni farmaci, quindi va sempre presa sotto stretto controllo medico.
Infine, il supporto psicologico può produrre un significativo miglioramento della sintomatologia: lo psicologo può aiutare la persona a pianificare una serie di attività piacevoli da portare avanti anche nei mesi invernali, a seguire una dieta bilanciata, a mantenere alta la motivazione nel fare sport e a limitare l’isolamento sociale”.