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Abbattere le differenze, a Faenza una classe apprende la lingua dei segni per comunicare con una loro compagna

11 Gennaio 2019

Close up of hands in to gossip gesture, in the background blurred image of three people

Abbattere le frontiere anche della comunicazione.

E’ quanto accaduto a Faenza dove gli studenti di una classe dell’Istituto tecnico Oriani hanno desiderato conoscere la lingua dei segni per poter comunicare con una loro compagna non udente che altrimenti sarebbe rimasta isolata.

“È una cosa – ha spiegato Michele Orlando, insegnante di storia e italiano che segue l’alunna dal primo anno delle superiori – che in qualche modo pesava non poco sia alla ragazza sia ai suoi compagni. Per alcuni di loro era una vecchia amicizia, iniziata nel biennio, ma per molti altri una nuova conoscenza. Una compagna di classe  – ha continuato Orlando – è anche un’amica con cui stringere relazioni, comunicare, dialogare, vivere insieme, per una condivisione la vita scolastica nella sua piena espressione.

E lei è una ragazza socievole e determinata, che ha conquistato tutti sin dai primi giorni di scuola, a partire dai suoi docenti di sostegno e dall’educatrice”.

Non ci è voluto molto per indurre il Consiglio di classe ad attivare il corso dedicato alla Lingua italiana dei segni anche per i compagni di classe del triennio.

Le lezioni si sono svolte durante il normale orario scolastico mattutino e ciascun docente ha ceduto alcune ore della propria materia per poter ritagliare spazio da dedicare interamente alla nuova disciplina.

Nel corso delle lezioni tanto i ragazzi della 3° A quanto la studentessa non udente hanno interagito perfezionando di volta in volta la loro comunicazione anche grazie al supporto degli insegnanti.

Un progetto solidale quello della classe faentina che ha ottenuto il plauso del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. “Il mio personale plauso e ringraziamento agli studenti della classe 3A-Afm dell’Istituto tecnico Oriani di Faenza che hanno tutti voluto imparare la lingua dei segni per poter comunicare e fare amicizia con la loro nuova compagna di classe non udente”, ha scritto in un post su Facebook spiegando che abbattere il muro che impedisce l’integrazione dei ragazzi con deficit uditivo nelle scuole è un impegno serio intrapreso in collaborazione con il ministro Lorenzo Fontana. “Abbiamo firmato il protocollo che prevede la formazione di docenti di sostegno qualificati esperti nella lingua dei segni.

La scuola – prosegue il ministro – non è solo un luogo dove si imparano nozioni ma è il primo contatto tra i nostri ragazzi e la vita in comunità.

È la loro seconda casa, dove imparano a socializzare con i loro compagni e dove nascono amicizie tanto profonde da accompagnarli per tutta la vita.

Quello degli studenti dell’istituto Oriani è davvero uno splendido esempio di amicizia e integrazione, un grande gesto di altruismo e amore che auspico sia da esempio per tutta la nostra comunità scolastica”, conclude.

Sempre a ridosso delle festività natalizie la lingua dei segni è stata rilanciata nel suo formato 4.0 da ‘StorySign’, un’app Huawei nata per favorire la lettura nei bambini sordi e disponibile in 10 lingue dei segni e scaricabile gratuitamente.

L’idea di creare un prodotto simile è sorta dal desiderio di colmare il divario tra la lingua dei segni e la lettura. I bambini non udenti – spiegano i creatori Huawei – hanno difficoltà a imparare a leggere perché non possono ascoltare i racconti della buonanotte letti dai loro genitori o insegnanti, tutte tappe fondamentali durante l’infanzia. Come se non bastasse, la lingua dei segni non possiede una forma scritta, visto che non esiste una sua traduzione diretta parola per parola.

Per questo motivo il colosso di telecomunicazioni cinese ha deciso di colmare il gap con una applicazione. La app è stata sviluppata in collaborazione con l’Unione Europea dei Sordi e l’Associazione dei Sordi Inglese e può essere scaricata gratuitamente da Google Play e dall’AppGallery di Huawei.

È disponibile in 10 lingue dei segni differenti e, per ognuna di esse, include per ora un classico della narrativa per bambini della Penguin Random House, anche se l’obiettivo dichiarato è quello di allargare anche ad altre fiabe.

Per poter utilizzare la app è necessario disporre di una copia fisica del libro per scansionare il codice a barre.

Tags: app, integrazione, linguaggio dei segni, progetto solidale
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Alessandro Notarnicola
Alessandro Notarnicola
Mi occupo di giornalismo e critica cinematografica. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 2013, nel 2016 ho conseguito la Laurea Magistrale in "Editoria e Scrittura". Da qualche anno mi sono concentrato sull'attività della Santa Sede e sui principali eventi che coinvolgono la Chiesa cattolica in Italia e nel mondo intero.

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