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“Testa o croce?”. I manifesti anti-aborto che fanno discutere
Impegno per la promozione e la tutela della vita umana in tutto l’arco del suo svolgersi. Lo chiede a chiare lettere e con la costante fermezza papa Francesco in una lettera indirizzata al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’istituzione dell’accademia nata con Giovanni Paolo II. “Noi sappiamo bene che la soglia del rispetto fondamentale della vita umana è violata oggi in modi brutali non solo da comportamenti individuali, ma anche dagli effetti di scelte e di assetti strutturali”, scrive il Pontefice puntando il dito contro l’“organizzazione del profitto e il ritmo di sviluppo delle tecnologie” che “offrono inedite possibilità di condizionare la ricerca biomedica, l’orientamento educativo, la selezione dei bisogni, la qualità umana dei legami”.
Secondo il Papa queste novità chiedono un rinnovato impegno della Chiesa: “Occorre anzitutto comprendere le trasformazioni epocali che si annunciano su queste nuove frontiere”, ammonisce Bergoglio, “per individuare come orientarle al servizio della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca dignità”. Non è certo la prima volta che il Papa si schiera contro aborto ed eutanasia. L’ultima volta nell’ottobre scorso, quando ha rammentato che sopprimere una vita prima della nascita è “come affittare un sicario”. E se la Chiesa cattolica condanna ogni tentativo di aborto e di eutanasia, dall’altra fanno discutere i manifesti affissi dall’associazione Luca Coscioni ad Ancona contro il diritto dei cittadini di poter scegliere che, tra l’altro, hanno subito diviso la società locale tra atei e ultracattolici. I manifesti apparsi invitano i cittadini a chiedere preventivamente a un medico qual è il suo orientamento rispetto all’obiezione di coscienza.
Una scelta che ha acceso un dibattito tra pro e anti aborto rappresentato sulla carta da due immagini: uno stetoscopio e un crocifisso su abito talare accompagnati da uno slogan: “Testa o Croce? Non affidarti al caso”.
L’associazione Luca Coscioni motiva la propria scelta e risponde a tutti coloro, Lega e Popolo della Famiglia, che hanno chiesto l’immediata rimozione dei manifesti. “La relazione fra medico e paziente – spiegano dalla Coscioni – è fondata sul rispetto della libertà di scelta e improntata alla condivisione delle responsabilità e che si fonda sulla reciproca fiducia, sul riconoscimento dei rispettivi ruoli, sulla lealtà reciproca, sul rispetto dei valori della persona senza distinzione di razza o credo religioso”. “Ai novelli censori della libertà dell’individuo – si legge in una nota in riferimento ad alcune parti politiche – chiediamo il rispetto per le scelte individuali e la libertà sancita dallo stato laico e di diritto sulla scelta di farsi curare da medici con i quali si possa avere una relazione fiduciaria, libertà che al momento sembra voler essere messa in discussione da frange retrograde che si aggirano nella sanità marchigiana”.
L’associazione precisa che la salute dei cittadini interessa, ad alcuni, solo quando può far nascere sterili polemiche per assurgere alle cronache dei rotocalchi.