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Visite mediche gratuite al museo
L’arte continua ad essere utilizzata anche in medicina.
In Canada, precisamente nel Quebec, sulla base di alcune ricerche di Médecins francophones du Canada (MFDC), è partito un progetto pilota grazie al quale tutti i medici potranno ufficialmente prescrivere visite gratuite al Musée des beaux-arts de Montreal a pazienti affetti da vari problemi di salute, sia fisica che mentale.
In particolare, il museo di Montréal consentirà ai medici di prescrivere cinquanta visite gratuite all’anno per ogni paziente. Tutte le prescrizioni consentiranno l’ingresso per un massimo di due adulti e due bambini di età pari o inferiore a diciassette anni.
“Nel XXI secolo, la cultura sarà ciò che l’attività fisica è stata per la salute nel ventesimo secolo”, ha affermato Nathalie Bondil, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Montreal.
I ricercatori canadesi hanno studiato e dimostrato che gli ormoni del benessere, i quali vengono secreti nel momento in cui si pratica esercizio fisico, sono molto simili a quelli prodotti durante una visita al museo.
Anche In Italia negli ultimi anni si parla del cosiddetto welfare culturale, inteso come nuovo paradigma secondo il quale arte e cultura migliorano la qualità di vita dei pazienti in quanto stimolatori dell’attività neurale, avendo anche dei riflessi economici poiché si potrebbero ridurre i costi di ospedalizzazione, degenza e medicalizzazione e avere così più risorse da investire in questi progetti.
L’arte-terapia rientra ormai in una nuova area di ricerca e pratica clinica nell’ambito delle professioni della salute perché c’è maggior consapevolezza delle potenzialità della cultura nel contesto medico-sanitario.
Un ruolo fondamentale assumono pertanto la cultura e l’arte negli aspetti di invecchiamento, a volte precoce, consentendo una sostenibilità finanziaria del sistema nazionale di welfare ma anche migliorando la qualità della vita degli anziani o dei pazienti affetti ad esempio da demenza senile o Alzheimer.
Anche le neuroscienze affermano che le esperienze in campo artistico e culturale costituiscano a livello neurale ginnastica con effetti nel mantenimento delle capacità cognitive e di quelle emotive.
Inoltre avvalorando questa tesi si potrebbero avere ricadute positivi sull’economia dei singoli Paesi anche in termini occupazionali poiché ciò coinvolgerebbe i professionisti della cultura con la sperimentazione di nuovi percorsi e nuove specializzazioni e perché no anche in partnership con le Pubbliche Amministrazioni.
In Italia già si sono sviluppati percorsi di questo tipo che consento di avvicinare i pazienti all’arte come terapia; basti citare la seconda edizione della mostra organizzata nel 2017 presso l’Ospedale San Giuseppe Di Milano “Curarsi ad Arte”, precisamente presso il Reparto Materno-Infantile della struttura.
Si tratta di un progetto di “museo diffuso” nato dalla collaborazione tra l’ospedale e l’accademia che ha reso possibile ammirare una serie di dipinti realizzati dagli studenti dell’Accademia di Brera sul tema della luce, non a caso quindi in un reparto dove vengono alla luce nuove vite.
Ciò ha avuto un duplice obiettivo:
– Avvicinare il mondo dell’Arte alla Medicina dando la possibilità ai degenti e agli operatori sanitari la possibilità di fruire di queste esperienze culturali potendo quindi avere benefici di benessere psicologico, quali riduzione di ansia, stress e depressione con un miglioramento della qualità della vita.
– Permettere ai giovani artisti dell’Accademia di esporre le proprie opere e di farsi conoscere.
Queste iniziative risultano essere un concreto aiuto per tutti coloro che vivono in condizioni economiche meno abbienti di poter fruire di queste attività con l’obiettivo di procurare benefici di benessere psico-fisico.
Nello stesso tempo, consentono a chi si trova, invece, in condizioni disagiate di fruirne gratuitamente, perché l’assunto è che nel lungo periodo il benessere psico-fisico che si crea nei cittadini ha sicuramente benefici in termini sociali ed economici sulla società civile.