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La costante presenza di amianto nelle scuole italiane
La legge di bilancio 2019 ha prorogato al 31 dicembre 2019 il termine per i pagamenti da parte degli enti locali dei lavori relativi alla riqualificazione e messa in sicurezza degli istituti scolastici statali.
Sebbene nell’articolo 117 della Costituzione l’edilizia scolastica non è menzionata, la Corte costituzionale ha chiarito che nella relativa disciplina “si intersecano più materie, quali il governo del territorio, l’energia e la protezione civile, tutte rientranti nella competenza concorrente”.
Il MIUR ha istituito l’Osservatorio per l’edilizia scolastica con compiti di indirizzo, programmazione degli interventi in materia di edilizia scolastica e diffusione della cultura della sicurezza.
A partire dal 2014, l’Agenzia per la coesione territoriale ha avviato un’attività di presidio ed affiancamento agli enti locali beneficiari di risorse destinate all’edilizia scolastica ed ha a tal fine realizzato una specifica Task Force Edilizia Scolastica (TFES) con l’obiettivo principale di accelerare l’attuazione degli interventi in ambito di sicurezza e sviluppo.
Rispetto agli anni passati, il MIUR ha aumentato le risorse mettendo a disposizione degli Enti Locali cinquanta milioni di euro per progettare interventi di riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali, con particolare riferimento a quelle in cui fosse stata censita la presenza di amianto, un materiale utilizzato come isolante e molto diffuso fino agli anni novanta quando poi ne è stato vietato l’utilizzo perché dannoso per la salute umana.
Un individuo che sta a contatto prolungato con materiali in amianto, infatti, può facilmente ammalarsi di cancro ai polmoni e asbestosi, una malattia polmonare cronica molto grave.
Attraverso uno studio recente messo in atto dal Centro Regionale Amianto, sono state individuate solamente nel Lazio 275 scuole nelle quali è stata rilevata la presenza di amianto. Di queste, le situazioni che potrebbero presentare dei rischi per la salute dei ragazzi e del personale scolastico sono 44, e riguardano essenzialmente la presenza di amianto nei pavimenti per un totale di 5mila quadri.
L’elevata presenza di amianto è una delle conseguenze che si sono verificate a seguito delle numerose scosse sismiche del Centro Italia.
L’Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA) e l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) sottolineano il rischio dovuto non solo allo sbriciolamento dei materiali di costruzione, ma anche allo sfibramento causato dalle vibrazioni. In particolare, le due istituzioni allertano un forte pericolo di contaminazione da amianto nelle costruzioni edili, comprese le scuole.
Data l’assenza di obbligo giuridico di bonifica, in occasione di ogni terremoto si perpetua la stessa situazione. Questo perché si sgretolano e disperdono nell’aria materiali contenenti minerali cancerogeni aumentando, di conseguenza, il pericolo di contaminazione.
Le problematiche si presentano anche con lo sfibramento del materiale dovuto solo alle vibrazioni, senza il crollo, visto che il movimento ondulatorio favorisce la dispersione di polveri e fibre cancerogene.
Gli stessi acquedotti, se dotati di materiale di amianto, con il movimento ondulatorio che un terremoto del genere provoca, possono rilasciare fibre cancerogene che contaminano l’acqua.
Secondo l’International Labour Office (ILO) delle Nazioni Unite, la produzione globale di amianto dal 1970 ad oggi sembrerebbe più che dimezzata. Tuttavia, ogni anno si producono ancora due milioni di tonnellate di asbesto, e il consumo è in aumento nei Paesi in via di sviluppo.
Inoltre, in tutto il mondo le vittime dell’amianto sarebbero almeno cento mila, circa cinque mila ogni anno solamente in Europa. Sono cifre che, nei prossimi anni, sono destinate ad aumentare.