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Un’agricoltura sostenibile per un miglioramento della nostra salute
Si sente parlare concretamente di sostenibilità anche per il settore agricolo grazie al progetto PEFMED, un’importante iniziativa promossa da ENEA e finanziata dalla Commissione Europea. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Federalimentare italiano invece hanno coordinato le iniziative di trasferimento tecnologico delle maggiori federazioni agroindustriali di Grecia, Francia, Portogallo, Slovenia e Spagna.
In particolare, su nove filiere agroindustriali è stata testata una metodologia comune per la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti nel loro ciclo di vita, secondo il metodo europeo PEF (Product Environmental Footprint) per monitorare, così, le maggiori criticità e promuovere la produzione a basso impatto all’interno del mercato europeo.
Stiamo parlando di una vera e propria strategia di eco-innovazione capace di individuare aree di intervento e soluzioni tecnologiche e gestionali riducendo, in tal modo, gli impatti ambientali e socioeconomici di prodotto e filiera, con un’attenzione principale al territorio e agli strumenti di politica economica disponibili.
Migliorare la sostenibilità delle filiere agroalimentari attive nel Mediterraneo, riducendo l’impronta ambientale di sei prodotti di largo consumo: olio d’oliva, vino, acqua in bottiglia, mangimi, salumi e formaggio. Questo è l’obiettivo principale per risanare un settore anch’esso in crisi ma alquanto fondamentale per l’economia italiana.
Quando parliamo di agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia, ci riferiamo a un settore economico il cui valore aggiunto nel 2016 ha superato i 31 miliardi pari al 2,1% del valore aggiunto nazionale, pur segnando un calo del 5,4% a prezzi correnti e dello 0,7% in volume, il nostro Paese nel 2016 era al primo posto nella Ue28 per livello di valore aggiunto in agricoltura. Riguardo alla sola componente agricola, il valore complessivo della produzione risulta composto per il 52% dalle coltivazioni vegetali, per il 29% dagli allevamenti zootecnici e per il 12% e il 6% dalle attività di supporto e dalle attività secondarie (fonte: Istat).
Oggi in Italia sono numerosi i distretti agrari dedicati all’agricoltura sostenibile e legati alla morfologia del terreno, che si caratterizzano per la presenza di terrazzamenti come in Liguria, nelle Alpi, nelle valli appenniniche e sulle pendici dei monti siciliani.
Numerosi olivicoltori biologici in Puglia promuovono il proprio olio con la menzione speciale “da oliveti secolari di Puglia” e lavorano eslusivamente sulla base di un’agricoltura sostenibile: si occupano di interventi conservativi del suolo (inerbimento controllato, trinciatura, e sfalciatura), di evitare l’innescarsi di fenomeni erosivi, della riduzione della sostanza organica, della conservazione della biodiversità vegetale.
Inoltre per una perfetta agricoltura sostenibile, vietano forme di distruzione del suolo e del rapporto con i banchi calcarei sottostanti attraverso forme di spietramento e macinazione dei banchi calcarei stessi.
Da diversi anni anche il Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, si è posto l’obiettivo di individuare nuovi modelli di agricoltura sostenibile applicabili alle aziende agricole, mettendo in atto progetti che si propongono di favorire la conservazione e l’accrescimento della biodiversità del territorio rurale attraverso il progressivo passaggio da un’agricoltura di tipo convenzionale ad una di tipo sostenibile.
Tuttavia, al fine di realizzare delle condizioni necessarie per uno sviluppo sostenibile, sarà opportuno procedere a cambiamenti radicali nella politica agricola, ambientale e macroeconomica, a livello nazionale e soprattutto internazionale.
L’agricoltura sostenibile prevede di aumentare la produzione sulle terre già sfruttate ed evitare di infierire ancora su quelle non adatte alla coltivazione, e assicurare un accrescimento effettivo della produzione alimentare e di migliorare la sicurezza alimentare.
Questa tipologia di agricoltura si pone l’obiettivo cruciale di trasmettere autosufficienza per l’alimentazione della famiglia, integrando il benessere psico-fisico delle persone con quello della Terra anche con strategie legali e finanziarie appropriate.
Per arrivare a tutto ciò, bisognerà organizzare attività di educazione, adottare incentivi economici, promuovere tecnologie nuove, creare occupazione per combattere la povertà e proteggere l’ambiente.