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Nasce il Progetto Margherita per ‘salvare i capelli’ delle donne malate di tumore
L’Istituto Oncologico Romagnolo di Cesena dà il benvenuto al Progetto Margherita. Si tratta di un servizio di fornitura di parrucche gratuite alle pazienti oncologiche alle prese con uno degli effetti collaterali più gravosi da affrontare della chemioterapia, quello della caduta dei capelli, per il quale non è ancora stata raggiunta una degna risoluzione. Soprattutto per le donne si tratta di un effetto devastante tanto a livello estetico quanto su un piano psicologico. Sempre di più, infatti, sono le donne che ricorrono a parrucche o copricapo per non lasciare scoperta la propria testa ed è per questa precisa ragione che entra in gioco il Progetto Margherita nato da uno spirito di comprensione, accoglienza e supporto, sia materiale che psicologico.
Il Progetto Margherita consiste in un incontro durante il quale le pazienti che accedono al servizio scelgono una parrucca grazie al supporto di un parrucchiere volontario e di un volontario IOR, che mette a proprio agio la paziente offrendole ascolto e accoglienza: un momento di intimità e benessere, a cui hanno avuto accesso solo durante il 2016 ben 358 pazienti, quasi una al giorno. Numeri che fanno ben comprendere quanto questo servizio sia apprezzato, e quanto fosse importante estendere questa possibilità dalle sole sedi di Ravenna, Rimini e Forlì anche a quella di Cesena, di modo che le pazienti residenti sul territorio non debbano fare troppi chilometri per godere di questa opportunità.
Per farlo, l’Istituto Oncologico Romagnolo ha diramato un appello a tutti i parrucchieri della provincia anche tramite il prezioso lavoro capillare della Confartigianato, affinché prestassero anche poche ore del loro tempo libero al Progetto Margherita. La risposta è stata entusiastica: ben 10 parrucchieri si sono resi disponibili, e si alterneranno assieme alla psiconcologa IOR Laura Cavana e a Volontari appositamente formati per fornire la loro professionalità a titolo completamente gratuito. Grazie alle adesioni, il Progetto Margherita per le pazienti di Cesena sarà disponibile a partire da lunedì 18 settembre, proseguendo fino a fine anno nelle giornate del 2 e 16 ottobre, del 6 e 29 novembre, infine dell’11 dicembre. Il servizio è disponibile previo appuntamento, da fissare contattando la sede IOR al numero 0547/24616.
Lo IOR in tal maniera conferma il suo impegno sempre più forte al servizio del territorio e delle singole esigenze delle varie cittadine. A sostegno della diffusione del Progetto Margherita anche presso le altre sedi romagnole che ancora non dispongono di questa opportunità, e per incrementare l’offerta da parte delle sedi di Ravenna, Forlì, Rimini e Cesena, partirà infatti ai primi d’ottobre una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Ginger, dal titolo “La mia mamma è bellissima”.
Inoltre, da qualche anno in alcune aree del mondo si sta testando l’efficacia del casco “salva-capelli”, una tecnologia orientata a curare non solo la malattia, ma la paziente come persona. Come è risaputo, i farmaci usati per la chemioterapia agiscono colpendo in modo aggressivo le cellule tumorali, ma in questo modo attaccano anche le cellule sane, come quelle che compongono i follicoli dei peli e dei capelli. Per evitarlo, circa mezzora prima del trattamento, alla paziente viene fatto indossare un caschetto refrigerante collegato a un macchinario. Il casco raggiunge temperature di circa 3 gradi e raffredda i vasi sanguigni che irrorano il cuoio capelluto, diminuendo così la quantità di farmaco che arriva ai bulbi piliferi alla base dei capelli e riducendone la perdita.
Due scoperta americane pubblicate la scorsa primavera su “Jama” hanno riportato risultati incoraggianti sugli effetti del casco in un ampio numero di pazienti che l’hanno provato. Al primo esperimento, condotto dal College of Medicine di Huston, Texas, hanno partecipato 182 donne in chemioterapia con tumore al seno al primo o secondo stadio. Le pazienti sono state divise: 119 hanno utilizzato il caschetto refrigerante prima, durante e dopo le sedute, mentre le altre 63 non l’hanno mai indossato. Una perdita di capelli limitata, cioè inferiore al 50% della chioma, è stata osservata nella metà delle donne del primo gruppo, mentre tutte le donne del secondo gruppo ne hanno visti cadere di più. Il secondo studio, condotto dalla University of California, di San Francisco, ha ottenuto risultati molto simili. Su 101 donne con tumore al primo o secondo stadio che hanno utilizzato il caschetto, 67 hanno perso meno della metà dei capelli. Delle 16 pazienti del gruppo di controllo che non hanno messo il casco invece tutte hanno visto cadere più del 50 per cento dei capelli. “I device che prevengono l’alopecia hanno il potenziale di fare un’enorme differenza per le nostre pazienti – ha commentato Laura Esserman, direttrice del Programma di Oncologia senologica e del Carol Franc Buck Breast Care Center della University of California – Se possiamo impedire la caduta dei capelli, allora possiamo risparmiare alle nostre pazienti uno degli effetti collaterali emotivamente più difficile da sopportare e più temuto della chemioterapia”.