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Trattamento a base di cellule staminali per il campione di F1 Michael Schumacher
Sono trascorsi quasi sei anni dal 29 dicembre del 2013, giorno in cui un gravissimo incidente sugli sci a Méribel cambiò la vita di Michael Schumacher, pilota sette volte campione del Mondo di F1. La famiglia ha sempre protetto il campione dalla stampa e da allora non è più apparso in pubblico. Secondo il parere di noti neurologi, dopo una serie di operazioni e un lungo periodo di rieducazione, il pilota tedesco, tecnicamente fuori dal coma, vive ancora in uno stato semi-vegetativo. Di recente è stata diffusa, su differenti testate giornalistiche, la notizia che Michael Schumacher sia stato ricoverato presso l’Ospedale Georges Pompidou di Parigi, per essere sottoposto ad un trattamento a base di cellule staminali. Il campione tedesco sarebbe seguito dal Professor Philippe Menasché, pioniere della terapia cellulare per la cura dell’insufficienza cardiaca, che però è anche membro del Consiglio di amministrazione dell’Istituto del cervello e del midollo spinale presso l’Ospedale parigino Pitiè-Salpêtrière, dove collabora con il professore Gérard Saillant. Il trattamento a base di cellule staminali somministrate al campione di F1 è definito “Top Secret”, pertanto non sappiamo né quale tipologia di cellule staminali sia stata utilizzata né tantomeno con quale modalità e per quale destinazione siano state infuse: se per ripristinare la funzionalità cardiaca o per intervenire a livello neuronale, o per ottenere un’azione antinfiammatoria sistemica, cioè in tutto il corpo, così come riportano alcuni quotidiani. In ogni caso, sembrerebbe che si tratti già della terza infusione somministrata. Qualsiasi sia la natura di queste infusioni, facilmente ci troviamo di fronte a protocolli sperimentali e pertanto occorre, al fine di non alimentare false speranze, attendere conferme scientifiche che possano successivamente portare a protocolli clinici convalidati. Ovviamente auguriamo il meglio al tanto amato campione Michael Schumacher, confidando che in futuro i numerosi protocolli in fase di sperimentazione, che prevedono l’infusione di cellule staminali, possano tramutarsi in terapie cliniche convalidate a beneficio di tutti.
Occorre però puntualizzare che l’utilizzo delle cellule staminali non è solo un miraggio, bensì ormai una realtà consolidata per determinate patologie. Sono stati superati nel mondo i trentamila trapianti di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale: un risultato che conferma la validità di questa tecnica per la cura di oltre 80 patologie.
L’impiego terapeutico più comune delle staminali cordonali è il trapianto ematopoietico che viene effettuato per trattare i tumori ematologici maligni. In questi casi, le cellule del cordone ombelicale mostrano alcuni vantaggi rispetto alle staminali prelevate dal midollo. Tali vantaggi sono dovuti alla “immaturità’” immunologica delle staminali cordonali, che le rende più sicure contro la malattia acuta da rigetto (Graft Versus Host Disease – GVHD). Le cellule staminali estratte dal cordone ombelicale sono usate per curare leucemie acute, sindromi mielodisplastiche e mieloproliferative (condizioni neoplastiche in cui le staminali del midollo osseo non producono correttamente le cellule del sangue), linfomi, tumori solidi, patologie del midollo osseo, disordini autoimmuni e malattie rare.
Sebbene le staminali cordonali siano usate principalmente per il trattamento di malattie ematologiche, data la loro capacità rigenerativa e immunomodulatoria, sono già impiegate nel trattamento di malattie di tipo diverso. Oggi, è addirittura possibile curare bambini affetti da patologie genetiche come l’ADA-SCID (il sistema immunitario è praticamente inesistente e i piccoli malati sono costretti al perenne isolamento) e la Sindrome di Wiskott-Aldrich (malattia che provoca emorragie, infezioni gravi e tumori).
Vi sono alcuni trials clinici in corso che prevedono l’utilizzo delle staminali cordonali per il trattamento della paralisi cerebrale infantile, del diabete di tipo 1 e 2, di patologie autoimmuni e per migliorare alcuni sintomi dell’autismo.
Inoltre, alcune ricerche mediche in corso hanno messo in evidenza che il trapianto di staminali potrebbe portare a miglioramenti neurologici in pazienti affetti da adrenoleucodistrofia, malattia genetica che colpisce il sistema nervoso centrale e le ghiandole surrenali.
Il parto è l’unica occasione in cui è possibile prelevare le cellule staminali dal cordone ombelicale. Il sangue contenuto nel cordone, ricco di cellule staminali, può essere raccolto con una procedura semplice e priva di rischi, prima che il cordone finisca tra i “rifiuti speciali” ospedalieri. In caso d’insorgenza di gravi malattie, le cellule staminali cordonali conservate possono essere impiegate per il nascituro o per un eventuale familiare compatibile.
In Italia oltre il 95% dei cordoni viene gettato come rifiuto speciale, sprecando un preziosissimo materiale biologico dalle enormi potenzialità terapeutiche.
Articolo a cura di StemWay BIOTECH