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Il sistema welfare secondo l’ultimo rapporto Censis. La parola al presidente di Health Italia, Roberto Anzanello
La sanità che gli italiani vivono. Con questa frase inizia il capitolo “Il sistema di welfare” del 53esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese del 2019. Partendo da un dato significativo secondo il quale oggi per gli italiani (il 41,3% rispetto al 17,4% di 10 anni fa) stare bene significa trovarsi in uno stato di benessere psicologico, di soddisfazione, tranquillità e felicità. Il rapporto che la popolazione ha con la sanità – si legge – è sempre più improntato a una logica combinatoria per la quale gli italiani per avere ciò di cui hanno bisogno per la propria salute, si rivolgono sia al Servizio Sanitario Nazionale, sia a operatori e strutture private, a pagamento. Nel 2019 risulta pari al 62% la percentuale degli italiani che hanno usufruito almeno una volta di una prestazione nel pubblico e ne ha fatta almeno una nella sanità privata. Su 100 prestazioni che rientrano nei LEA (Livelli di Assistenza) che i cittadini hanno provato a prenotare, 27,9 hanno virato verso la sanità a pagamento, con marcate differenze territoriali: il 22,6% nel Nord-Ovest, il 20,7% nel Nord-Est, il 31,6% nel Centro, il 33,2% al Sud. I motivi per i quali ci si rivolge alla sanità privata sono sia soggettivi, cioè legati al desiderio di avere ciò che si vuole nei tempi e nelle modalità preferite, sia oggettivi, per le difficoltà di accedere al servizio pubblico anche a causa di liste d’attesa troppo lunghe.
“L’annoso problema delle liste d’attesa – commenta il presidente di Health Italia Roberto Anzanello – è un grande limite. Il concetto di salute sta, correttamente, evolvendo verso il concetto più elevato di benessere e, di conseguenza, troviamo sempre maggiore attenzione a tutta una serie di quesiti sanitari che richiedono risposte. L’ampliamento della scienza medica, d’altronde, propone costantemente nuovi approcci risolutivi e lo sviluppo della tecnologia sanitaria consente di effettuare rilievi diagnostici sempre più accurati”. Se a questo si aggiunge “il dato incontrovertibile dell’invecchiamento della popolazione – continua – ci possiamo immediatamente rendere conto, anche in modo induttivo, che lo stato non può e non potrà garantire assistenza sanitaria pubblica completa ed assoluta per tutti i cittadini”.
Presidente Anzanello, a tal proposito qual è la risposta che potrebbe dare la Sanità Integrativa?
“In questo momento diventa quindi indispensabile rafforzare la sanità integrativa che, basata sul concetto della mutualità, consente di integrare in modo sistemico le risorse pubbliche destinate alla spesa sanitaria per costruire compiutamente un sistema dove la sanità pubblica destini la maggior parte delle proprie risorse alle fasce più deboli della popolazione, mentre la sanità integrativa permetta a tutti i cittadini di ritagliarsi dei servizi sanitari commisurati alle proprie esigenze, sollevando il pubblico da una serie di impegni e costi riducendo, in questo modo, anche le liste di attesa”.