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Cambio dell’ora: le possibili ricadute sul fisico e sulla mente
Due volte all’anno, l’ultima domenica di marzo e l’ultima di ottobre, una fetta della popolazione mondiale è chiamata a spostare le lancette dell’orologio di un’ora. Si passa dal’ora solare all’ora legale. E sebbene l’alternanza naturale di luce e buio non rimanga in alcun modo influenzata dalle decisioni umane, per convenzione unanime ci si trova ad avere un orario diverso da quello che si usava il giorno prima.
Nonostante sia ormai un procedimento consolidato, da tempo ci si chiede se non possa avere anche aspetti negativi. E a dire il vero il dubbio era emerso anche un secolo fa, come dimostra una citazione di Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito tra il 1940 e il 1945. “Uno sbadiglio in più nelle mattine di aprile, un sonnellino in più nelle mattine di settembre”, aveva dichiarato, quando venne chiamato a esprimersi sull’ora legale. Lo spostamento delle lancette di un’ora ha motivazione economiche, ovvero punta a far risparmiare sul’uso corrente elettrica per sfruttare la luce del sole.
Il cambio fra ora legale e ora solare non è uguale. A ottobre ci si trova con un’ora in più; significa una domenica con più tempo e più tranquillità. A marzo, invece, viene tolta un’ora durante la notte tra sabato e domenica. Ci si trova quindi bruscamente privati di un’ora di sonno.
STORIA
L’introduzione di ciò che comunemente viene chiamato ‘cambio dell’ora’ risale al 1916, e avvenne proprio in Inghilterra. In quell’anno la Camera dei Comuni diede il via libera a ciò che venne chiamato il British Summer Time. A differenza di quanto avviene in Italia, in alcuni Paesi l’ora legale, in vigore da marzo a ottobre, riporta un preciso riferimento alla stagione estiva. L’orario utilizzato nei mesi invernali è invece quello solare, coincidente con quello del fuso orario di riferimento.
La necessità di spostare in avanti le lancette dell’orologio è, ed è stata fin dall’origine, di natura prettamente economica. Ricavando il massimo dall’irradiazione del sole, si otteneva un risparmio energetico, fondamentale durante il primo confitto bellico mondiale. Per questo motivo, molte nazioni seguirono l’esempio britannico. Poca attenzione venne data alla possibile influenza sulle abitudini quotidiane e al rispetto dei ritmi circadiani delle persone.
Il provvedimento è stato più volte sospeso e reintrodotto. Adottato definitivamente dal 1966, era in vigore da maggio a settembre. Solo nel 1981, la data dell’introduzione dell’ora legale è stata spostata all’ultima domenica di marzo.
Nel marzo del 2018, la Finlandia ha presentato una mozione al Parlamento Europeo proprio su tale questione. È stato chiesto alla Commissione Europea di preparare un’analisi sull’utilità del cambio dell’ora due volte all’anno, valutando il rapporto tra costi e benefici tanto in termini economici quanto in rapporto alla salute. Nell’estate dello stesso anno la Commissione Europea ha indetto un sondaggio pubblico sull’argomento: oltre 4 milioni e mezzo di cittadini europei si sono detti a favore del mantenimento dell’ora legale durante tutto il corso dell’anno.
L’IMPATTO SUL FISICO
Il cambio dell´ora può avere ripercussioni sul fisico, con una sorta di effetto mini-jet-lag.
In una vita scandita dall’orologio molto più che dal cammino del sole, spostare le lancette di 60 minuti non sembra di grande rilevanza. Già nelle prime 24 ore, infatti, le abitudini si tarano sui nuovi numeri indicati dalla sveglia, e la mente non sembra soffrire troppo della novità. Eppure il fisico ne risente, e per convincersi è sufficiente vedere come la questione sia un po’ più complicata per i neonati. I bambini piccoli non solo non conoscono l’orologio, ma sono anche poco influenzati da ritmi familiari come la preparazione dei pasti. Per loro, il cambio dell’ora richiede anche più di una settimana per adattarsi e ritrovare il proprio equilibrio, anche nel ritmo sonno – veglia.
Insonnia, irritabilità e spossatezza sono fra i sintomi più diffusi del malessere dovuto a questo cambio. A prima vista possono sembrare elementi di poco conto, anche perché passeggeri. Ma il problema non è da sottovalutare. L’associazione europea per il Disturbo da attacchi da panico (Eurodap) ha condotto un sondaggio su questo tema, cui hanno risposto 658 persone tra i 18 e i 67 anni di età. Ne è emerso che il 70% degli intervistati ha raccontato di soffrire di insonnia, e il 76% di avere problemi di concentrazione e produttività limitata sul lavoro. Ben il 90% delle persone hanno affermato che il cambio dell’ora influisca negativamente sul loro stato psico-fisico. Per quanto riguarda l’Italia, il 76% degli intervistati dice di sperimentare i disturbi tipici di questo cambiamento. È possibile rispondere al sondaggio al link http://www.eurodap.it/?page_id=4155
Ci sono anche ricerche su impatti fisici ancora più gravi. Uno di questi studi è stato redatto dall’università di Ferrara, con un gruppo di ricerca guidato da Roberto Manfredini, del reparto di Medicina Scientifica. I dati presi in esame hanno evidenziato un lieve incremento del tasso di infarti miocardici nella settimana successiva all’introduzione dell’ora legale.
IL SONNO
Una delle prime ripercussioni riguarda proprio l’atto di addormentarsi. Il nostro organismo segue il ritmo circadiano, ovvero un ciclo secondo cui si ripetono i processi fisiologici nel corso delle 24 ore. Uno dei processi più importanti è legato al sonno. Per esempio la melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale nel cervello, è sintetizzata dal corpo quando è buio. Ha infatti il compito di favorire il sonno. Con l’ora legale, la sera la luce dura più a lungo, confondendo l’organismo sul momento in cui debba attivare la modalità “riposo”. Sembra ne risentano soprattutto le persone abituate a svegliarsi più tardi, mentre coloro che per abitudine sono mattinieri si adattano meglio. Ad alcuni individui serve un periodo anche di 20 giorni per tornare a prendere sonno con regolarità. Alcune persone impiegano fino a tre settimane per adattarsi, per altri basta un giorno.
Alcuni consigli per facilitare il sonno. Evitate il caffè al pomeriggio e l’attività fisica nelle ore serali, per non rendere ancora più difficile l’atto di addormentarsi. Anche l’uso degli smartphone dovrebbe essere limitato nel periodo che segue la cena; l’ideale sarebbe evitare di concentrarsi su cellulari o tablet almeno un’ora prima di recarsi a letto. Le luci emesse dagli schermi possono infatti inibire la produzione di melatonina.
MANCANZA DI CONCENTRAZIONE
La carenza di un adeguato riposo notturno ha conseguenze sulle ore di veglia. Una delle più frequenti è la difficoltà di concentrazione. Nel 2012, il Journal of Applied Psychology ha pubblicato uno studio proprio su quest’argomento. I dati dimostravano che, con l’introduzione dell’ora legale, aumentava in maniera esponenziale la quantità di ore dedicate al “cyberozio”, ovvero la dannosa abitudine di perdere tempo vagando su siti internet o social senza obiettivi né professionali né personali.
I ricercatori hanno preso in esame i dati americani forniti da Google sulle ricerche nella categoria ‘intrattenimento’, riferiti al lunedì successivo l’introduzione dell’ora legale. Ne è emerso che, rispetto alla settimana precedente, il 3% in più di ricerche era legato a indirizzi di puro svago, come YouTube o Facebook. È evidente come tutto ciò si traduca in una scarsa produttività sul lavoro, particolarmente dannosa in caso di scadenze o incontri importanti.
IRRITABILITÀ
La modifica della cadenza quotidiana nell’orario del risveglio o dei pasti, anche se di poco, può innervosire molte persone. Un riposo meno benefico può portare anche dei leggeri mal di testa, un senso generale di irritabilità e sbalzi d’umore. Le sensazioni in genere scompaiono nel giro di una settimana circa.
Ma se qualcuno ne soffre più a lungo o in maniera accentuata, è possibile mettere in pratica alcune strategie di prevenzione per contenere i fastidi. Per esempio, nei giorni precedenti lo spostamento delle lancette, sarebbe buona cosa cominciar a modificare gli orari dei pasti e della sveglia. 10 minuti al giorno aiutano infatti a tarare il proprio orologio biologico sul nuovo orario.
Concludo questo articolo augurando un buon inizio di primavera a tutti. Inizio di stagione atipico, certo. Ma, proprio come in primavera la natura si ridesta dopo i rigori dell’inverno, così anche noi, una volta passato questo “inverno esistenziale” possiamo rinascere e rifiorire.