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Dagli USA arriva il vaccino-cerotto anti Sars Covid-2
La ricerca continua la veloce corsa per trovare al più presto un vaccino in grado di fronteggiare la diffusione del virus SarsCov-2. Dagli USA arriva una nuova sperimentazione su un vaccino cerotto che ha superato i test sugli animali. I risultati dei primi test sui topi sono stati pubblicati sulla rivista Ebiomedicine di The Lancet. Si tratta del primo studio pubblicato dopo una revisione di scienziati di altri istituti.
Nel gruppo di ricerca dell’Università di Pittsburg School of Medicine c’è anche l’italiano Andrea Gambotto. Nel cerotto-vaccino dalle dimensioni di un polpastrello – circa 1,5 centimetri – sono presenti 400 microaghi (lunghi 0,5 millimetri e larghi 0,1 millimetri, composti di un polimero derivato dalla cellulosa, detto carbossimetilcellulosa) che sciogliendosi in un paio di minuti, dopo l’applicazione sulla pelle, liberano una quantità sufficiente per neutralizzare il virus di proteina Spike, la stessa già testata contro il coronavirus della Sars e della Mers. La proteina sarebbe “una specie di chiave che il virus usa per entrare nelle cellule – ha dichiarato Gambotto in un’intervista pubblica su Repubblica.it – se blocchi quella chiave, puoi fermare il virus”. Tale proteina innesca una reazione del sistema immunitario che inizia a produrre gli anticorpi contro di essa.
“Gli anticorpi maturano progressivamente – ha spiegato il ricercatore – diventando più potenti e selettivi contro il virus, e dopo 5-6 settimane dalla prima iniezione se ne sviluppa una quantità sufficiente ad arrestare la malattia”.
Tra le particolarità, oltre alla non conservazione in frigo e una minore quantità di sostanza di vaccino fra 1/5 e 1/10 rispetto a quella contenuta in una siringa, anche un facile trasporto nonché una distribuzione in larga scala. “Ciò significa – ha aggiunto Gambotto – che il vaccino è più facilmente trasportabile anche nelle zone più povere del pianeta”.
Il cerotto vaccino se dovesse completare tutta la fase di sperimentazione senza “intoppi” sara’ disponibile tra 1 anno.
“Naturalmente dovremo condurre la sperimentazione clinica che, magari limitata agli studi di fase 1, vista l’emergenza mondiale della pandemia, potrebbe concludersi entro altri 2-3 mesi. La sperimentazione clinica ci aiuterà a calibrare la dose giusta di vaccino che può essere efficace con l’uomo. Se questa fase si concluderà con successo, il vaccino potrebbe essere pronto per la produzione industriale entro cinque mesi da ora”, ha concluso il ricercatore italiano.