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Cellule staminali – Primo “bronco riparato”
Le cellule staminali sono cellule non specializzate che hanno la capacità di trasformarsi e che possono originare vari tipi di cellule diverse attraverso un processo denominato “differenziamento cellulare”.
Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate nell’embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell’organismo, ovvero da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari, epidermiche…
La possibilità di controllare lo spettacolare potere di queste cellule staminali embrionali, allo scopo di curare vari tipi di malattie, entusiasma gli studiosi da ormai molti anni. Per esempio, il morbo di Parkinson e l’Alzheimer sono il risultato di lesioni in gruppi determinati di cellule cerebrali e con la realizzazione di un trapianto di staminali derivate da un embrione alla parte del cervello colpita, gli scienziati sperano di sostituire la parte di tessuto cerebrale danneggiata.
Una tecnica tutta italiana ha portato al «primo caso mai realizzato di riparazione del tessuto bronchiale con cellule staminali». La tecnica, pubblicata sul New England Journal of Medicine, è stata sviluppata da Francesco Petrella, vice direttore della Chirurgia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano ed è stata eseguita su un paziente di 42 anni operato per un tumore.
Secondo gli esperti, questo episodio segna in modo definitivo il passaggio dal laboratorio alla clinica di queste cellule studiate ovunque nel mondo per il loro potere di rigenerarsi nei tessuti in cui sono trasferite.
I ricercatori hanno prelevato le staminali dal midollo osseo del paziente, che era affetto da mesotelioma pleurico (tumore raro che colpisce il sottile tessuto che riveste la gran parte degli organi interni in questo caso quello polmonare); le hanno lasciate moltiplicare in laboratorio e poi le hanno reiniettate tramite una procedura mininvasiva, per chiudere una ferita che si era aperta tra il bronco e il cavo pleurico, dovuta a una mancata cicatrizzazione a seguito di un intervento chirurgico sul polmone. “La metodica si è rivelata efficace nello stimolare la cicatrizzazione del bronco, evitando così altri interventi invalidanti. Oggi, a otto mesi dal trapianto di staminali, il paziente sta bene e non ha avuto recidive. Ora l’obiettivo è avviare ad una sperimentazione clinica: sono necessari approfondimenti, studi e protocolli sia clinici che sperimentali prima che possa diventare standard. “In futuro pensiamo di estendere i risultati ottenuti oggi sulle vie aeree anche ad altri distretti anatomici” spiega il Dott. Petrella.
Andando avanti nel tempo, la ricerca sulle cellule staminali potrà rivoluzionare il modo di curare tante altre “malattie mortali” come l’ictus, il diabete, le malattie cardiache e, addirittura, le paralisi.
Gli atteggiamenti verso l’uso di cellule staminali a fini di ricerca o di cure mediche variano da un paese all’altro. In Germania, per esempio, l’estrazione di cellule staminali da un embrione umano è considerata illegale.
In molti paesi non esistono ancora leggi esplicite atte a disciplinare la ricerca sulle cellule staminali umane.
Essendo l’utilizzo di embrioni una questione di grande controversia in termini etici, gli scienziati di tutto il mondo cercano altre fonti di cellule staminali. Il tipo di cellule staminali che si trova nel midollo osseo degli adulti sembra essere una possibilità. Queste cellule staminali sono potenzialmente già capaci di differenziarsi in una gran varietà di globuli rossi nell’arco del ciclo vitale.
La speranza degli scienziati è quella di manipolare queste cellule staminali adulte affinché, invece di produrre soltanto globuli rossi, possano dare origine a cellule cerebrali, epatiche, cardiache e nervose.
In Italia oggi le leggi in merito il prelievo e l’utilizzo delle cellule staminali sono ancora molto rigide e per alcuni versi in contrapposizione, ad esempio non è possibile prelevare le cellule staminali embrionali, poiché comporterebbe la distruzione del feto, ma è invece possibile per i centri di ricerca comprare gli embrioni all’estero e utilizzarli qui in Italia, in quanto la legge non ne vieta l’acquisto. Inoltre è vietata la creazione di banche private per la conservazione, ad uso privato, delle staminali del cordone su tutto il territorio italiano, ma sono ammesse le banche pubbliche, dove si può donare il cordone del proprio figlio, per usi futuri in ambito delle malattie del sangue, per persone affette da queste malattie. È anche vero però che molte persone sono ancora molto scettiche sull’utilizzo di queste cellule, a causa di alcuni risultati della ricerca che ha scoperto cellule staminali adulte in grado di modificarsi e creare dei tumori.
Purtroppo a causa di queste importanti restrizioni, anche la ricerca a “marchio” italiano rischia di rimanere un passo indietro rispetto ai paesi esteri dove grandi risultati si sono sviluppati in casi di utilizzo per le malattie come il Parkinson.
Mantenendo alta la fiducia nei grandi ricercatori e nella scienza, con la speranza che anche il nostro Governo possa aiutare gli istituti di ricerca stanziando qualche fondo in più, guardiamo al futuro con occhi positivi in attesa che la scienza trovi una soluzione a molte di queste patologie, salvando così milioni di vite e dando un aspettativa di vita più lunga alle persone affette da queste malattie ad oggi chiamate “incurabili”.