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Ricominciamo dalla sanità
A cura di Roberto Anzanello
È innegabile che la tragedia pandemica che il mondo sta vivendo richieda un ripensamento approfondito delle priorità che qualsiasi comunità nazionale ed internazionale debba esercitare per garantire la tutela della vita e della salute dei propri cittadini, elemento base della genesi sociale di qualunque comunità esistente.
Lo sviluppo tecnologico, l’innovazione, la crescita finanziaria, l’evoluzione stessa della specie umana rimangono concetti privi di contenuto se, in tutto il mondo, non siamo in grado di preservare il diritto alla vita ed alla salute di tutti gli individui, vita e salute che il Covid-19 ha messo a dura prova.
Darsi nuove priorità significa avere la capacità di interpretare correttamente i segnali che le grandi tragedie dell’umanità storicamente hanno rappresentato in modo chiaro ed inequivocabile e la capacità di rinascita del sistema passa attraverso questo semplice concetto, come sempre è avvenuto nella storia.
È, quindi, evidente a chiunque che la principale priorità che l’attuale pandemia richiede è quella diretta a mettere in campo tutti i sistemi possibili e tutti i modelli più evoluti per salvaguardare la salute e la vita, realizzando rapidamente un sistema sanitario internazionale adeguato a fronteggiare malattie, epidemie, emergenze sanitarie, criticità mediche.
Diviene quindi indispensabile progettare un nuovo sistema sociale iniziando dal settore della sanità in senso allargato, che significa operare un modello nel quale il concetto guida sia la difesa della specie umana, formando medici preparati, specializzando infermieri competenti, realizzando strutture sanitarie adeguate, progettando strumenti sempre più evoluti e creando nuove tecnologie che funzionalizzino il sistema.
In questo contesto il nostro paese, che da sempre ha avuto un modello sanitario preso ad esempio nel mondo in quanto fondato sul rispetto sociale di ogni individuo, può essere all’avanguardia, se non addirittura fare da elemento trainante.
Come il trascorrere del tempo sta evidenziando sempre più, dopo un iniziale smarrimento, alcuni errori interpretativi e alcune prese di posizione inadeguate, come il sistema sanitario del paese Italia, seppur colpito tra i primi, abbia risposto meglio di molti altri, come i numeri di contagi e decessi, piano piano, stanno facendo emergere, anche a confronto di paesi considerati più ricchi, evoluti, sviluppati.
Questo perché il nostro sistema sanitario è sempre stato fondato su una duplice caratura: un’assistenza sanitaria pubblica diffusa affiancata da un’assistenza sanitaria integrativa sempre più in fase di crescita.
Se si esaminano con adeguata capacità prospettica gli elementi fondanti del nostro sistema sanitario diviene evidente come il valore sociale che lega l’obiettivo principale della sanità pubblica, la salvaguardia dei cittadini, all’obiettivo principale delle forme di sanità integrativa quali quelle esercitate da Fondi Sanitari, Società Generali di Mutuo Soccorso e Casse di Assistenza Sanitaria, la salvaguardia dei propri associati, sia rappresentato da due concetti complementari e compatibili.
Esercitare compiutamente un modello performante di sanità integrativa significa esclusivamente, a fronte dell’impossibilità dello Stato di sostenere integralmente il sistema sanitario per gli illimitati investimenti continui necessari in sviluppo tecnologico, ricerca, organizzazione, raggiungere l’obiettivo di realizzare, tramite la complementarietà sociale ed operativa tra sanità pubblica e sanità integrativa, un sistema sanitario universale.
Mantenere e migliorare l’efficienza del sistema sanitario pubblico garantito dallo Stato e l’efficacia del sistema sanitario integrativo fornito dagli enti di sanità integrativa diviene quindi un obiettivo imprescindibile sia da un punto di vista sanitario che sociale ed economico.
Un sistema sanitario che garantisca pubblicamente la difesa delle fasce più deboli della popolazione, la ricerca, la formazione universitaria e lo sviluppo tecnologico unitamente ad un sistema sanitario integrativo che investa sulla tecnologia, sui modelli, sulla prossimità delle cure, sono sicuramente la nuova frontiera sociale.
Razionalizzare ed organizzare in una logica di efficienza la sanità pubblica nonché sostenere e rafforzare in una logica di efficacia la sanità integrativa dovrà essere il concetto guida per il futuro, in modo che, avendo anche la capacità politica di sviluppare un trait d’union sanitario con gli altri paesi, si possa confermare il ruolo trainante che l’Italia ha avuto e potrà avere, anche internazionalmente, in campo sanitario.
Solo in questo modo tecnologie evolute quali la Telemedicina, servizi sanitari adeguati e mirati, accessibilità alle cure, prossimità delle prestazioni, diritto alla salute avranno un senso, uno scopo preciso, un risultato adeguato.
Sostanzialmente la crisi pandemica ha determinato una situazione critica e per uscirne dobbiamo avere la forza di ripensare agli errori commessi e seguire nuove strade, ricominciando dalla sanità.