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Battute finali per il vaccino anti-Covid: la sfida è ancora aperta
Efficacia e sicurezza sono gli standard che le agenzie regolatorie mondiali valuteranno per autorizzare la somministrazione
Negli ultimi giorni si sono intensificati gli annunci da parte delle aziende impegnate nella sperimentazione del vaccino anti Covid-19 che stanno concludendo l’ultima fase di sperimentazione in vista dell’approvazione da parte dell’autorità regolatorie mondiali. AstraZeneca, Pfizer e Moderna sono 3 dei vaccini che, al livello mondiale, sono arrivati alla fase conclusiva di sperimentazione. Stiamo assistendo ad una gara a chi arriverà primo a garantire una grossa copertura e soprattutto un’ottima risposta immunitaria? La risposta è arrivata dall’Università di Oxoford che, insieme a AstraZeneca e Irbm di Pomezia, sta sviluppando un vaccino anti covid-19 con il contributo italiano. “Non è una gara” hanno fatto sapere, ma ogni azienda è sicuramente impegnata nel rendere presto disponibile il proprio vaccino. Sicurezza ed efficacia sono gli standard di qualità ai quali “ogni candidato vaccino deve rispondere attraverso un’accurata documentazione da presentare alle agenzie regolatorie (EMA è Agenzia europea per i medicinali) che valuteranno l’autorizzazione all’uso”, ha dichiarato al microfono del Tg1 la dottoressa Paola Stefanelli dell’Istituto Superiore di Sanità.
Quali sono i principali candidati vaccini? Quali sono le differenze principali?
I candidati vaccini arrivati all’ultimo giro di boa, sono: Pfizer/Biontech (Usa/Germania) Moderna (Usa), Oxford/AstraZeneca/IRBM (inghilterra/italia) Johnson &Johnson(Usa), Novavax (Usa) e Cansino Bio (Cina).
Pfizer e Moderna hanno già comunicato il loro tasso di efficacia oltre il 94%. Oxford/AstraZeneca/IRBM, che ha comunicato un’efficacia al 90%, ha deciso di puntare sui dati della fase 2, ovvero il campione ristretto composto da 560 persone per comunicare l’ottima risposta immunitaria soprattutto per la fascia di popolazione più anziana (over 70).
Un’altra differenza riguarda la conservazione: il vaccino anti covid-19 sviluppato da Pfizer/Biontech deve essere mantenuto a una temperatura di -80 gradi, quello di Moderna a -20 gradi, mentre per quello messo a punto dalla collaborazione tra l’Università di Oxoford, l’azienda AstaZeneca e l’istituto italiano IRBM di Pomezia, è sufficiente la temperatura del frigorifero.
Sono stati resi noti anche i prezzi di vendita: AstraZenca ha comunicato che il vaccino sarà venduto a 3 euro, Moderna a 20 euro e Pfizer a 16 euro.
Diverse sono le aziende che stanno concludendo il percorso di sperimentazione e questo rappresenta un vantaggio per due ragioni fondamentali, ha spiegato la dottoressa Stefanelli. La prima riguarda proprio il superamento dei “vagli da parte delle agenzie regolatorie, e l’altra è relativa all’elevata copertura. “Abbiamo bisogno di diverse dosi di vaccino visto che è un’emergenza sanitaria mondiale – ha dichiarato – il prossimo anno, quando saranno organizzate le campagne di vaccinazione, sarà estremamente importante valutare la durata di protezione di questi vaccini e se hanno capacità neutralizzante”.