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AstraZeneca annuncia ritardi nelle forniture del vaccino anti-Covid: slitta l’immunità di gregge

25 Gennaio 2021

Un piano da rivedere in corsa, quello della campagna vaccinale italiana, a causa dei tagli e ritardi nelle consegne delle dosi del vaccino anti covid, decisione unilaterale da parte delle aziende produttrici. Prima Pfizer ora anche AstraZeneca ha annunciato ritardi nelle forniture. “Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti”, ha scritto il presidente del Consiglio in un post su Facebook soffermandosi sulla riduzione delle forniture di vaccino. “Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi europei delle dosi di vaccino già programmate e questo sta penalizzando proprio i Paesi che, come l’Italia, stanno correndo più velocemente: le Regioni italiane sono costrette a rallentare le nuove somministrazioni per assicurare il richiamo alle persone già vaccinate”.

Il vaccino AstraZeneca sarà presto distribuito anche nell’UE, è in attesa di ricevere la certificazione dell’Agenzia europea del farmaco che dovrebbe arrivare il 29 gennaio e bisognerà capire se il siero sarà validato anche per gli over 55. In caso contrario verrà garantita la vaccinazione ai più giovani con fragilità. Se però venisse confermata la riduzione del 60% delle dosi da distribuire nel primo trimestre “significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni”, ha detto il premier affermando che il ministro Speranza e il commissario Arcuri “hanno incontrato con urgenza i vertici di AstraZneca Italia” i quali “hanno confermato il ridimensionamento della capacità produttiva”. Un danno enorme per l’Italia che si era posta come obiettivo quello di vaccinare circa 15 milioni di italiani entro fine marzo.

“I richiami saranno garantiti a tutti coloro che hanno ricevuto la prima dose”, ha assicurato il Ministro degli affari regionali Francesco Boccia. “Stiamo rivedendo i piani, l’immunità di gregge slitterà di qualche settimana – ha detto – ma le aziende dovranno spiegarci il perché di questi ritardi. Molto grave se i vaccini destinati all’UE finissero altrove. Dobbiamo alzare la voce e reagire”. Una reazione non solo da parte dell’Italia ma di tutta l’Europa. Oggi, lunedì 25 gennaio, è infatti previsto un incontro a Bruxelles con i vertici dell’azienda produttrice per chiedere chiarimenti.

Intanto c’è grande attesa per il via di altri due vaccini, quello italiano ReiThera per il quale “Basta una sola dose e produce anticorpi nel 92% dei casi” ha detto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani di Roma, presentando i primi di gennaio all’Inmi i risultati della Fase 1 della sperimentazione del vaccino, e il vaccino Johnson & Johnson che dovrebbe arrivare dal secondo trimestre del 2021.

La sperimentazione del vaccino ReiThera è iniziata “il 24 agosto e a 21 gironi non è stato osservato nessun evento avverso” ha affermato Ippolito. “Ci sono stati effetti indesiderati nel sito di iniezione, ma assolutamente rientrati senza la necessità di intervento medico e minori rispetto ai vaccini di Pfizer e Moderna”. “Il vaccino produce anticorpi neutralizzanti” rilevabili nel 92% delle persone vaccinate e “usato in emergenza basta una sola dose”, ha specificato il direttore scientifico dell’Inmi.

Comparando i dati di questo studio con quello degli altri due vaccini anti-Covid di Pfizer e Moderna “noi siamo esattamente in linea e la capacità di prevenire la malattia, almeno quella grave, è sostanzialmente sovrapponibile a Pfizer e Moderna” ha detto ancora Ippolito rispondendo a una domanda sull’efficacia del vaccino italiano. Per la Fase 1, ha aggiunto, “abbiamo arruolato 100 persone e 45 sono state vaccinate con dosi diverse e tutti sono arrivati alla fine per la valutazione di sicurezza. Il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane resta costante”.

Insomma, il vaccino ReiThera sembra sicuro ed efficace, ma si deve attendere ancora qualche mese per metterlo in commercio in quanto si è solo alla fase 1. Ma il ministro della Salute Roberto Speranza ha definito i primi risultati “incoraggianti”. “Se si confermeranno i dati ottenuti finora avremo nei prossimi mesi un vaccino, prodotto interamente nel nostro Paese, efficace e sicuro con una sola dose invece che con due dosi”.

Per il vaccino Johnson & Johnson, l’Italia ha richiesto la fornitura di 53 milioni di dosi, di cui quasi 15 tra aprile e giugno. Anche questo vaccino dovrebbe essere “one-shot”, ovvero in grado di garantire la protezione con una singola dose anche se una sperimentazione è stata condotta anche su due dosi. I risultati della sperimentazione di fase 3 dovrebbero arrivare a fine mese, l’autorizzazione a Ema e Fda sarà chiesta probabilmente nel mese di febbraio.

Tags: astrazeneca, coronavirus, covid-19, governo, immunità di gregge, johnson&johnson, pfizer-biontech, prevenzione, salute, vaccino
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Nicoletta Mele
Nicoletta Mele
Laureata in Scienze Politiche e dal 2001 è iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e uffici stampa. Dopo aver conseguito il Master in Gestione e Marketing di imprese in TV digitale, ha lavorato per 12 anni in Rai, occupandosi di programmi di servizio e intrattenimento. Successivamente, ha ampliato le sue competenze specializzandosi con il Master in Marketing & Communication Management presso 24ORE Business School. Dal 2017 è Direttore Responsabile di Health Online, periodico di informazione dedicato alla Sanità Integrativa.

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