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Giornata mondiale senza tabacco: impegnati a smettere
La pandemia da Covid-19 ha significativamente cambiato le abitudini degli italiani rispetto al fumo: dopo una riduzione ad aprile 2020 rispetto a gennaio 2020 (pre lockdown) c’è stato un aumento dei fumatori a maggio 2021, con una prevalenza del 26,2 (circa 11,3 milioni) rispetto anche a novembre 2020 (24%), più di un milione di fumatori in più. Non diminuisce inoltre il numero di giovani consumatori: 1 su tre tra i 14 e i 17 anni ha già avuto un contatto con il fumo di tabacco e quasi il 42% con la sigaretta elettronica. Lo dicono i nuovi dati di uno studio dell’ISS svolto in collaborazione con l’Istituto Farmacologico Mario Negri e presentato oggi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco World no tobacco day che si celebra in tutto il mondo il 31 maggio. “Nelle condizioni di restrizioni delle libertà e di stress conseguenti alla pandemia, aumentano di oltre 1 milione sia i fumatori che le fumatrici – sottolinea il Prof. Silvio Garattini presidente onorario del Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – A maggio 2021 la prevalenza di fumatori in Italia è del 26,2% (stima di 11,3 milioni) di cui il 25,7% sono maschi (5,5 milioni) e il 26,7% sono femmine (5,8 milioni)”.
Il consumo di prodotti del tabacco (da fumo e non da fumo) è tuttora nel nostro Paese la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile. Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne) con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro (Tobacco Atlas sesta edizione). Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui.
La Giornata Mondiale senza tabacco “serve a tenere alta l’attenzione del fumo che è il fattore di rischio maggiore del cancro polmonare” ha detto nel video messaggio diffuso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), il Responsabile del dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto di Oncologia IRCCS di Bari Domenico Galetta.
Nel mondo sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa delle gravi e numerose patologie (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete) correlate al consumo di tabacco. “Impegnati a smettere” (Commit to quit) è lo slogan della campagna lanciata quest’anno dall’OMS che pone l’attenzione sull’importanza di smettere di fumare, soprattutto in un momento in cui si consolida anche l’evidenza che i fumatori hanno maggiori probabilità di sviluppare una forma grave di COVID-19 rispetto ai non fumatori. In tutto il mondo circa 780 milioni degli 1,3 miliardi di consumatori di tabacco affermano di voler smettere, ma solo il 30% di loro ha accesso agli strumenti che possono aiutarli a farlo. Questo divario nell’accesso ai servizi di cessazione è ulteriormente aggravato nell’ultimo anno, a causa del personale sanitario mobilitato nella gestione della pandemia. La campagna mira a consentire a 100 milioni di consumatori di tabacco di fare un tentativo di smettere, creando reti di supporto e aumentando l’accesso ai servizi che hanno dimostrato di aiutare i consumatori di tabacco a smettere con successo.
L’OMS ha messo anche a disposizione un servizio innovativo, “Florence”, un operatore sanitario digitale (disponibile in inglese 24 ore su 24, 7 giorni su 7) per aiutare le persone a smettere di fumare, cui si affiancano programmi di supporto su WhatsApp e Viber.
Ma per raggiungere l’obiettivo sono necessarie anche politiche e interventi efficaci per ridurre la domanda e l’offerta di tabacco.
La Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (WHO FCTC) indica con chiarezza le misure che i Paesi dovrebbero adottare, aggiornando indirizzi e linee guida sulla base del consolidarsi di evidenze scientifiche. Strategie chiave sono, ad esempio, l’estensione degli ambienti senza fumo, le politiche fiscali e dei prezzi, il controllo della pubblicità e la regolamentazione degli ingredienti e, non ultima, l’offerta di aiuto per smettere.
Anche l’Unione Europea, aderendo alla FCTC, si muove in questa direzione con le sue raccomandazioni e Direttive. Inoltre, la Commissione Europea ha presentato lo scorso 4 febbraio il Piano Europeo di Lotta contro il Cancro (Europe’s Beating Cancer Plan) che definisce un nuovo approccio dell’Unione Europea all’intero percorso della malattia, dalla diagnosi precoce, alla prevenzione, al trattamento ed all’assistenza dei malati. Una delle azioni del Piano europeo è finalizzata a “realizzare un’Europa senza tabacco” per creare una generazione senza tabacco in cui meno del 5% della popolazione ne faccia uso entro il 2040, rispetto a circa il 25% di oggi. L’obiettivo intermedio è raggiungere lil goal dell’OMS di una riduzione relativa del 30% del consumo entro il 2025, rispetto al 2010, corrispondente ad una prevalenza del fumo di circa il 20% della popolazione della Unione Europea.
In Italia, con l’approvazione del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-25 le Regioni sono chiamate a promuovere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età e nei setting di vita e di lavoro, integrando cambiamento individuale e trasformazione sociale. All’interno del Macro Obiettivo 1 dedicato alla prevenzione delle Malattie croniche le Regioni dovranno sviluppare programmi di contrasto al consumo dei prodotti del tabacco e con nicotina condivisi tra i Servizi sanitari e sociosanitari, istituzioni educative e datori di lavoro, attivando reti e comunità locali.
In occasione della giornata mondiale “non solo è doveroso diffondere una maggiore consapevolezza sui rischi sanitari correlati al suo consumo ma è anche fondamentale far comprendere la necessità di adottare uno stile di vita più sano, nel rispetto della salute propria e di quella altrui. Ora più che mai è necessario sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni, divulgando in ogni sede la cultura della prevenzione e della lotta al fumo e stigmatizzando i danni che il fumo passivo causa su chi ci è vicino e amiamo. Un dato su tutti: l’asma, la malattia cronica più comune nei bambini, è più frequente proprio tra i piccoli i cui genitori fumano. Proteggiamoci e proteggiamo i nostri figli, teniamoli lontano dal fumo per preservarne la salute”, scrive sulla sua pagina Facebook il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.