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Emergenza profughi ucraini: assistenza sanitaria, primi soccorsi e cure mediche
Dall’inizio del conflitto russo-ucraino l’Italia si è immediatamente mobilitata per accogliere i profughi ucraini in fuga dal loro paese con un piano di accoglienza e assistenza sanitaria. Oltre alla circolare “Crisi Ucraina- Prime indicazioni per Aziende sanitarie locali” con la quale il Ministero della Salute ha chiesto alle Regioni di predisporre risorse per garantire tamponi e vaccini anti covid ai rifugiati dall’Ucraina, diverse strutture ospedaliere e società sanitarie hanno dato la loro disponibilità per garantire le cure mediche ai profughi ucraini.
Il Policlinico di Modena ha preso in carico due sorelle ucraine fuggite dalla guerra e affette da epidermolisi bollosa o “sindrome dei bambini farfalla”, una malattia genetica ereditaria, rara e invalidante, di cui l’Ambulatorio Epidermolisi Bollosa dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria rappresenta un centro d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale in quanto fonde diagnosi, ricerca, assistenza e terapie innovative.
“Siamo in prima linea per mettere le nostre eccellenze al servizio e a disposizione della comunità ucraina così provata”, ha detto il dottor Claudio Vagnini, Direttore generale dell’AOU di Modena. “L’Ambulatorio di EB è un centro riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la cura di questa patologia rara e non a caso quasi tutti i pazienti provengono non solo da fuori provincia, ma anche da fuori paese”.
All’interno dell’AOU di Modena è stato predisposto un percorso ad hoc. L’Ambulatorio di epidermolisi bollosa collabora con numerosi professionisti dell’AOU di Modena e si avvale della preziosa collaborazione, tra le altre, delle associazioni Le Ali di Camilla e Aseop per La Casa di Fausta.
Le due pazienti sono state intercettate e portate fisicamente in Italia grazie all’impegno de Le Ali di Camilla. “Alla notizia che sarebbero arrivate insieme ad una parte della famiglia, si è palesato un enorme spiegamento di forze istituzionali e del terzo settore (tra cui CEIS, Croce Rossa Italiana, Porta Aperta) – ha raccontato la presidentessa dell’associazione, Stefania Bettinelli – che ha permesso di accoglierle nel miglior modo possibile. La nostra associazione li ha ospitati in albergo per i primi giorni e successivamente, grazie alla collaborazione tra le varie istituzioni del territorio, i profughi sono stati sistemati in un alloggio predisposto per otto persone all’interno del programma di protezione del Ministero dell’Interno. La generosità dei modenesi ci ha travolto con offerte di ogni tipo: cibo, vestiario, mobili e tanto altro”.
Anche la SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia si è mobilitata a favore dei profughi ucraini, in prevalenza donne, bambini e anziani con numerose casistiche di patologie all’apparato muscolo-scheletrico e infortuni, anche molto gravi, dovuti alle drammatiche condizioni della fuga dalla guerra.
“Chi scappa dalla guerra va accolto senza se e senza ma”, ha affermato il presidente SIOT Paolo Tranquilli Leali che ha condiviso l’iniziativa con il Dott. Federico Santolini, coordinatore della Commissione Cooperazione internazionale.
“Come italiani e come medici – ha sottolineato – sentiamo il dovere di dare il nostro contributo in termini di solidarietà e siamo pronti a farlo garantendo la massima e immediata assistenza sanitaria ai cittadini ucraini, per lo più donne e bambini, in un contesto di efficienza consapevole”.
La SIOT ha attivato l’e-mail ortopedico@siot.it per informazioni sanitarie sull’apparato osteoarticolare. Le risposte saranno fornite anche in lingua ucraina.
Gli Ortopedici della SIOT offriranno assistenza e primi soccorsi su un’ampia casistica di infortunistica dovuta alle drammatiche modalità della fuga: fratture, distorsioni, lacerazioni cutanee che, nei pazienti più fragili, possono comportare complicanze anche gravi.
Al momento sono coinvolti sette reparti di Ortopedia a Roma, Milano, Bari, Genova, Vicenza, Riccione e Sassari, dove personale medico, attrezzature e strutture sono stati messi in piena operatività per accogliere i rifugiati affetti da patologie osteoarticolari che spesso necessitano di trattamenti indifferibili.
A Catania sono arrivati i primi cittadini ucraini. L’Ufficio emergenza Covid, Asp e Sac hanno predisposto tutti i servizi e la situazione è costantemente monitorata. Ad affermarlo in una nota è la Sac, la società che gestisce i servizi a terra dello scalo, dove si potenzia il servizio operativo di accoglienza per i cittadini ucraini, che saranno assistiti anche dal punto di vista sanitario grazie ad una collaborazione con Enac, Polizia di Frontiera e tutti gli Enti di Stato, Asp e Ufficio del commissario per l’emergenza Covid.
“Ci siamo messi a completa disposizione delle autorità – hanno detto il presidente e l’ad ella Sac Sandro Gambuzza e Nico Torrisi – per agevolare l’accoglienza in aeroporto e i controlli sanitari per chi, disperato e spesso senza nulla, arriva nel nostro Paese per fuggire dalla guerra”.
Per quanto riguarda le vaccinazioni di routine è offerta la possibilità di quelle previste in rapporto all’età: i cittadini che provengono dall’Ucraina potranno accedere a tutti gli ambulatori vaccinali dell’Asp di Catania.
“I cittadini ucraini – ha affermato il direttore della Medicina della migrazione dell’Asp Renato Passalacqua – potranno anche accedere alle cure in urgenza/emergenza, sempre garantite, tramite contatto con il 118 o l’accesso diretto presso i servizi Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri. Le cure ambulatoriali saranno anche garantite tramite gli ambulatori della Medicina della Migrazione ed Emergenze Sanitarie dell’ASP di Catania”.
Dalla Sicilia alla Sardegna. La Cardiologia pediatrica dell’Aou di Sassari sarà a disposizione dei bambini ucraini affetti da patologie cardiache che, con le loro mamme o da soli, stanno arrivando nel Sassarese. La struttura diretta da Mario Pala ha già organizzato gli ambulatori al piano terra del Materno infantile per i piccoli profughi che avranno necessità di cure di alta complessità. Saranno garantire prestazioni ambulatoriali gratuite, senza necessità di ticket o di passaggi tramite Cup.
“Non si può rimanere indifferenti di fronte a questa tragedia – si legge nella nota della direzione strategica dell’Aou di Sassari – Per questo, oltre ad aver risposto subito alla richiesta dell’assessorato sulla raccolta di farmaci, sosteniamo anche le nostre strutture che si mettono volontariamente a disposizione per l’assistenza ai profughi della guerra”.
Nell’Aou di Sassari hanno già dato disponibilità il Centro vaccini anti Covid, la Ginecologia e Ostetricia e la Clinica ortopedica. La Farmacia ospedaliera inoltre ha messo a disposizione della struttura organizzativa regionale per le grandi emergenze farmaci e dispositivi medici che saranno donati per le esigenze assistenziali.