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Robimood, il valore di una scelta per la solidarietà
L’intervista a Roberta Masat ideatrice e fondatrice del progetto Robimood. Tra i beneficiari Banca delle Visite
“Con Robimood desidero sostenere progetti che faranno felici le persone, guadagnandomi nel contempo la stima e la fiducia dei miei clienti. In cambio ci metto la faccia, onestà, attendibilità e trasparenza”. Con questa frase Roberta Masat, ideatrice e fondatrice di Robimood, ci accoglie nel suo mondo.
Robimood è una start-up che unisce la vendita di bottiglie di vino alla solidarietà. Lo scopo è sostenere chi sa regalare un sorriso e cure
amorevoli alle persone che ne hanno bisogno: ogni consumatore grazie ad una donazione valorizza il suo potere d’acquisto per la costruzione di un mondo più equo e sostenibile.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Roberta Masat.
Qual è il concetto sul quale si fonda il suo progetto?
Robimood è un “e-commerce sociale” che vende vino on-line ma anche con lo scopo di donare un sostegno economico a un gran numero di realtà noprofit impegnate nel mondo della solidarietà e della
cultura. È ancora una piccola start-up, ma l’obiettivo è quello di creare un business profittevole, con un impatto positivo sul mondo che mi circonda e sulla mia vita personale, nella convinzione che per ottenere benessere è fondamentale “seminare e condividere” benessere.
Sono partita con un primo “vino pilota”, la Ribolla gialla spumantizzata, ma conto di poter proporre presto un’ampia gamma di produttori e vitigni.
Acquistarli, oltre che un’ottima occasione per brindare, è anche un modo semplice, sicuro e trasparente per donare. Grazie all’ acquisto il cliente aiuta enti e associazioni impegnate nel sociale devolvendo il 10% della sua spesa, scegliendo il beneficiario tra diversi ambiti e 22 realtà noprofit che hanno già aderito al progetto.
Da cosa nasce l’idea?
Ho dato vita a un’azienda “anticonformista e vocazionale” che mi auguro si distingua per finalità e caratteristiche, che sia consapevole e orgogliosa dei risultati del suo business. Quando parlo di risultati, non intendo ovviamente il profitto ma anche la soddisfazione dei clienti, la mia gratificazione umana come persona e imprenditrice, così come un impatto positivo su tutti coloro che sono coinvolti; si tratti di acquirenti, fornitori, collaboratori o beneficiari finali. Ho letto che “Un’impresa crea valore per i suoi clienti quando li aiuta a soddisfare un bisogno”. Nel mio caso vorrei che questo bisogno sia in grado di appagare l’indiscusso sentire comune, così largamente diffuso in Italia, che vede nella solidarietà un atteggiamento individuale e collettivo in grado di esprimere autentici valori umani e spirituali.
Da quando è operativa Robimood? Perché questo nome?
Robimood nasce nel 2020, dopo due anni di innumerevoli slanci d’impeto e altrettante paure. Ha radici lontane, in un’esperienza del passato, quando mi sono occupata del fondo di beneficenza della banca nella quale sono tutt’ora impiegata. Valutavo circa 500 istanze di sostegno ogni anno. È il più bell’incarico in 36 anni di lavoro! Ho poi riscoperto il vastissimo e multiforme mondo del volontariato quale fondatrice e presidente di una ODV che si chiama “Tappodivino”. La ODV, attraverso il riciclo dei tappi in sughero, raccoglie fondi destinati arealtà impegnate in ambito oncologico. Lo stimolo per dare il via a Robimood – il nome nasce da Robin Hood il simpatico soprannome che aveva scelto per me il nonno – è stata la consapevolezza che, oltre a questo importante
contesto, vi sia un ampio mondo di progetti meritevoli ma con pochi fondi a disposizione per essere realizzati. Tante, infatti, le richieste di entrare a far parte dei beneficiari del nostro
sodalizio.
Tra i beneficiari di Robimood anche Banca delle Visite, il progetto solidale che applica il concetto del “caffè sospeso” in ambito sanitario. Banca delle Visite, grazie alle donazioni di privati cittadini e aziende, garantisce a singole persone bisognose e associazioni di volontariato l’accesso gratuito a visite mediche specialistiche e prestazioni sanitarie.
Come nasce la collaborazione?
Il nostro gancio è stato Tappodivino. Antonello Ceci, consulente digitale di Health Italia (promotrice di questa campagna di solidarietà sanitaria) nonché specializzato in dinamiche del settore no-profit, mi ha contattata nel 2019 per conoscere meglio l’organizzazione e capire perché e come ho dato inizio a questa avventura. Gli ho spiegato che sono stata una paziente oncologica fortunata, ho potuto curarmi e guarire. Tappodivino è il simbolo della mia gratitudine, il mio modo di aiutare anche chi non è o non è stato fortunato come me. Mi ha spiegato che Banca delle Visite dona la
stessa opportunità. Appassionarci dei rispettivi valori/ scopi è stato davvero un attimo!
In che modo è possibile donare?
È molto semplice: acquistare, scegliere il beneficiario, donare e brindare! Tutto con pochi semplici clic su www.robimood.it.
Il meccanismo con cui avviene il “versamento virtuale” è intuitivo e totalmente trasparente: una volta completato l’acquisto, automaticamente viene conteggiata la quota del 10% sulla spesa
totale, senza null’altro chiedere in aggiunta al compratore. In pratica nel costo della bottiglia sono già inclusi sia il trasporto sia la donazione. L’importo viene devoluto dal cliente al
beneficiario prescelto tramite un pulsante collegato alla specifica onlus. In questo modo la valutazione dell’operato, la concessione di fiducia, la decisione pratica e morale sarà giustamente delegata al donatore.
La mia azienda è quindi il mezzo, non la responsabile della scelta finale. Alla pagina “Beneficiari” l’e-commerce è dotato di un link che rimanda alla lista completa delle donazioni; una tabella che permette, a chiunque e in qualsiasi momento, un costante monitoraggio degli importi. Un modo semplice ma efficace per consentire la totale tracciabilità dei fondi da devolvere.
Qual è il legame con Tappodivino?
Con l’iniziativa Tappodivino – il riciclo a scopo solidaristico dei tappi di sughero usati – abbiamo dimostrato come, unendo le forze e condividendo un progetto dagli alti ideali, si ottengono grandi risultati. È un successo fatto di persone di valore e da una rete di aziende produttrici di vino e locali pubblici che, con semplici ed ecologici gesti, stanno cambiando il
mondo che le circonda e soprattutto la mentalità della gente.
Siamo più di 350 volontari, 500 simpatizzanti oltre ai dipendenti e i clienti delle 1.500 attività coinvolte e quelli di 37 supermercati di un’importante catena nazionale. Insieme abbiamo creato un’organizzazione compatta, legata al mondo del vino e alla solidarietà, un’iniziativa che, ad oggi, ha riciclato 170 tonnellate di sughero, recuperato 28.000.000 di tappi e donato oltre 116.000 euro. Tappodivino ha raggiunto questi straordinari risultati grazie ad una sorta di contagio costruttivo, basato sulla fiducia e sulla credibilità personale di ognuno dei suoi componenti. Un
atteggiamento che esige coerenza sia da me che presiedo questa realtà sia da coloro che portano sul territorio l’iniziativa e mettono a terra concretamente l’azione. Per questo ho capito che, se vuoi meritarti la stima e la fiducia delle persone, se vuoi essere seguita e creduta, se vuoi raggiungere risultati di soddisfazione sono indispensabili onestà, attendibilità e trasparenza e bisogna “metterci la faccia”. Questo è il legame più profondo e imprescindibile tra Tappodivino e Robimood.
Solidarietà e sostenibilità sono due concetti fondamentali alla base dei suoi progetti…
Esattamente. Attraverso l’adesione ad un progetto di riforestazione, le nostre attività web hanno un effetto di compensazione in grado di annullare le emissioni di gas serra derivanti. Ma non solo. Robimood si impegna ad avere anche la massima attenzione ambientale nella scelta dei vitigni, coltivati con metodi sostenibili e mediante l’utilizzo di un packaging a basso impatto. Anche il nostro imballaggio è infatti ecologico e i materiali a corredo sono scelti fra quelli con minor impatto sul pianeta, prodotti con materie prime provenienti da fonti responsabili. Cerco di progettare per il cliente l’esperienza migliore possibile, mettendo però al centro la qualità e il benessere dei rapporti umani e del lavoro. Gli ordini vengono sempre evasi con la massima celerità, ma a ritmi
rispettosi di chi è impegnato in cantina e dei corrieri; perché credo che lavorare con etica sia il segreto per raggiungere grandi traguardi.
È una donna impegnata nel sociale, lavora e pratica yoga. Come riesce a conciliare tutto?
Non sempre riesco a conciliare tutti gli impegni. Mio nonno diceva “In una bottiglia da un litro ci sta un litro”. Sto cercando inutilmente di dimostrargli il contrario!
Qual è il suo messaggio?
Credo che il concetto di vivere la vita in pienezza non possa esimersi dal valore del dono e della condivisione. La fonte della mia felicità è lo stare con la gente, regalare sorrisi, sostenere progetti che portano gioia alle persone, rispettare il pianeta, divulgare un modo più consapevole di fare acquisti e contribuire, seppur in piccola parte, a un futuro migliore per molti.