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Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie. Morto un turista italiano a Cuba
In Francia il primo caso sospetto di trasmissione da uomo a animale domestico
Aumentano i casi di vaiolo delle scimmie in Italia e nel mondo.
In Italia, secondo il bollettino pubblicato il 23 agosto dal ministero della Salute sono 714 i casi confermati di vaiolo delle scimmie, 25 in più rispetto all’aggiornamento del 19 agosto. L’età mediana dei pazienti è di 37 anni (per un range che va dai 14 ai 71 anni). La regione con il più alto numero di casi confermati resta la Lombardia con 308, che registra anche il maggiore incremento (+11), seguita da Lazio con 128 casi (+3).
Nel mondo sono oltre 35mila i casi di Monkeypox segnalati all’Organizzazione Mondiale della Sanità da 92 Paesi, con 12 decessi. La maggior parte dei casi da Europa e America. Lo ha riportato il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus nel corso della conferenza stampa del 18 agosto dove è stato fatto il punto. “Si tratta di un aumento del 20% rispetto alla settimana precedente, che a sua volta aveva fatto registrare un incremento del 20% rispetto a sette giorni prima”, ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Primo caso a Cuba di vaiolo delle scimmie. Si tratta di un turista italiano, Germano Mancini, 50 anni, comandante dei carabinieri di Scorzè, deceduto il 21 agosto.
Nel comunicato diffuso dal ministero della salute cubano si legge “Il paziente, che si trovava in condizioni critiche instabili dal 18 agosto, è morto la sera del 21 agosto”.
Il 50enne italiano era arrivato a Cuba il 15 agosto ed è stato ricoverato in ospedale tre giorni dopo, ha aggiunto il ministero. “Il rapporto dell’autopsia effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale conclude che la morte è stata causata da sepsi dovuta a broncopolmonite con germe indeterminato e danni a più organi”.
Dopo le analisi, il ministero ha escluso altre patologie infettive nel paziente. L’italiano alloggiava in una casa in affitto e aveva visitato diverse località nell’ovest del Paese. Mercoledì ha accusato “sintomi generali” di malessere e, poiché persistevano, giovedì si è recato da un medico. È stato trasportato d’urgenza in ospedale dopo aver subito un arresto cardiaco dal quale si è poi ripreso. Secondo il ministero, le persone che hanno avuto contatti con l’uomo, che sono in isolamento, sono attualmente asintomatiche.
Come si diffonde il vaiolo delle scimmie?
Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi virale cioè può diffondersi dagli animali all’uomo ma anche tra le persone.
Come si diffonde da persona a persona? Una persona affetta da vaiolo delle scimmie è infettiva a partire dalla comparsa dei sintomi prodromici fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle. La trasmissione può avvenire attraverso il contatto fisico stretto (faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle), compresa l’attività sessuale, con una persona infetta, con i suoi fluidi corporei o le sue lesioni cutanee. Il virus può essere trasmesso anche da oggetti contaminati quali vestiti, lenzuola, asciugamani, posate, dispositivi elettronici e superfici. Il vaiolo delle scimmie può diffondersi alle persone quando entrano in contatto fisico con un animale infetto. Inoltre, esiste un rischio potenziale che il vaiolo delle scimmie possa diffondersi dall’uomo all’animale. (fonte www.salute.gov.it).
E il primo caso sospetto di contagio da uomo a animale domestico, un cane, è stato documentato a Parigi, dove un levriero di quattro anni ha manifestato le tipiche lesioni cutanee e mucose della malattia a 12 giorni di distanza dai suoi due padroni, con cui era solito condividere il letto. Dal confronto tra tamponi sembra che si tratti dello stesso genoma virale, ma la dinamica del contagio è ancora tutta da chiarire.
Al momento non è noto se cani e gatti domestici possano essere vettori del virus del vaiolo delle scimmie. Nei Paesi in cui la malattia è endemica, è stato riscontrato che solo gli animali selvatici (roditori e primati) possono essere portatori del virus.
Il contagio sembrerebbe essere partito dai due proprietari del cane, ovvero un uomo di 44 anni con Hiv (in terapia con antiretrovirali) e un altro uomo di 27 anni sieronegativo. I due si sono presentati all’ospedale de la Pitié-Salpetrière lo scorso 10 giugno con febbre, mal di testa e lesioni a cute e mucose tipiche del vaiolo delle scimmie, comparse alcuni giorni dopo rapporti sessuali con altri partner.
Dopo 12 giorni, anche il cane con cui erano soliti dormire ha iniziato a manifestare lesioni: esclusa la possibilità che fosse entrato in contatto con altri animali o persone infette, è stato sottoposto a tampone. Considerato il suo quadro di salute e i risultati del test, i ricercatori ipotizzano “una vera malattia del cane, non una semplice presenza del virus dovuta al contatto stretto con gli umani o alla trasmissione per via aerea. I nostri risultati – concludono gli esperti – dovrebbero stimolare il dibattito sulla necessità di isolare gli animali domestici dagli individui positivi al virus del vaiolo delle scimmie”.
Stando a quanto rilevato da uno studio dei ricercatori dell’Università Sorbona e pubblicato sulla rivista The Lancet, si consiglia di allontanare temporaneamente gli animali da compagnia dalle persone infette.
“Che il virus potesse infettare diversi tipi di mammiferi si sapeva, e in passato infatti i focolai erano partiti proprio per il contatto con animali positivi, che non sempre mostrano i segni della malattia. Questo caso di passaggio inverso, dall’uomo al cane, ci suggerisce che l’isolamento dei positivi deve riguardare anche gli animali: se si è positivi o a rischio di esserlo bisogna isolarsi non solo dalle persone ma anche dal proprio animale domestico”. Ad affermalo è l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola, in un suo intervento su ‘La Stampa’.
L’esperta fa il punto su quello che si sa sul vaiolo delle scimmie mentre i casi continuano a crescere nel mondo, e lancia un alert sugli asintomatici. “L’infezione – spiega – si può presentare non solo senza le tipiche lesioni ma anche in maniera asintomatica. I ricercatori hanno iniziato a controllare campioni biologici per la presenza del virus e hanno così scoperto casi di positività in totale assenza delle tipiche manifestazioni della malattia. Questo naturalmente rappresenta un problema in più per il tracciamento e il contenimento dell’infezione e potrebbe spiegare la rapida diffusione che il virus ha avuto in gran parte del pianeta”.
“Sebbene non si abbia la certezza che i soggetti asintomatici siano in grado di infettare – prosegue Viola – i dati di laboratorio suggeriscono che questa sia una possibilità. E, seppure sia al momento solo una possibilità, dovrebbe comunque essere sufficiente per spingere tutte le persone che sono a rischio, ad oggi prevalentemente uomini che hanno rapporti sessuali con più partner del proprio sesso, a tenere traccia dei loro contatti stretti e, soprattutto, a considerarsi potenzialmente contagiosi, anche in assenza di sintomi, qualora avessero avuto un contatto intimo con una persona che si è poi rivelata positiva al virus. Intanto, la ricerca andrà avanti e ci dirà a breve se effettivamente esiste la possibilità di contagio attraverso soggetti asintomatici”. Per quanto riguarda il vaccino, l’esperta ricorda che nessun vaccino protegge al 100% e su quello per il vaiolo delle scimmie “sappiamo pochissimo dell’efficacia. Essere vaccinati offre dunque una protezione, che non è però totale o infallibile. Meglio fare comunque attenzione”.