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Influenza stagionale “australiana”: incidenza, sintomi e prevenzione
Significativo aumento dei casi di sindromi simil-influenzali. Più colpiti i bambini piccoli
In Italia come nel resto d’Europa è arrivata la stagione dell’influenza, quella “australiana”, che sta registrando un picco dei casi di sindromi simil-influenzali.
“Stiamo sperimentando quello che in Australia hanno appena subito, una stagione particolarmente pesante con un inverno (corrispondente al nostro agosto), in cui si è diffusa una nuova variante di virus influenzale che ha determinato la peggiore stagione degli ultimi 5 anni”, ha detto ai microfoni di Sky TG24 il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano.
Secondo i dati del rapporto Influnet (sistema di sorveglianza integrata dell’influenza) 762mila italiani sono a letto con l’influenza. Nella 47° settimana del 2022 (21-27 novembre) l’incidenza è pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente), con un aumento in tutte le fasce di età. Risultano maggiormente colpite le fasce di età pediatrica in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età.
In tre Regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria) l’incidenza ha superato la soglia del livello di entità molto alta. Nel dettaglio, nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 40,79 casi per mille assistiti, nella fascia 5-14 anni a 25,02, nella fascia 15-64 anni a 10,10 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 5,04 casi per mille assistiti. Si intensifica la circolazione dei virus influenzali, anche se a far crescere il numero delle sindromi simil-influenzali, in queste prime settimane di sorveglianza, hanno concorso anche altri virus respiratori.
Un dato così elevato non si registrava dal 2009. “L’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo, siamo tornati alla forza propulsiva dell’influenza del 2009 con numeri alti anticipati rispetto alla stagione. Abbiamo numeri importanti già a fine novembre”. Le parole di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova. “Sicuramente oggi fa paura – ha spiegato – anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti”. Per Bassetti anche se l’influenza fa paura non si deve pensare ad un ritorno delle mascherine come dispositivo di protezione. “Qualcuno dice rimettiamo le mascherine – ha sottolineato l’esperto – io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come? Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l’influenza”. Secondo l’esperto la curva influenzale “continuerà a crescere perché questo è solo l’inizio”. I più colpiti da questa ondata di contagi sono i bambini. “Oggi l’incidenza è altissima tra i bambini piccoli – ha detto Bassetti – ma dove arriveranno gli adulti e poi i nonni. I primi perderanno qualche giorno di scuola ma i nonni finiranno in ospedale? Gli anziani in queste due settimane che ci separano dal Natale invece di correre a fare i regali correre a fare il vaccino antinfluenzale”.
Il picco influenzale sta mettendo in crisi i reparti di Pediatria ospedalieri e gli studi dei pediatri di famiglia, specialmente nel Nord del Paese. Lo rende noto Mariano Magrì, pediatra del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Lecce, il quale sottolinea che “il numero di bambini colpiti dai virus dell’influenza è di gran lunga più elevato rispetto a quello registrato nelle ultime due stagioni invernali” ma “Non possiamo dire che i casi siano più gravi o gravati da complicanze rispetto agli anni scorsi, anche perché i bilanci si fanno alla fine; quindi, ne dovremo riparlare nella primavera del 2023”. “Quello che possiamo affermare con certezza è che l’epidemia influenzale è iniziata prima del solito – ha aggiunto Magrì – Il rapporto Influnet ci mostra che i livelli attualmente registrati sono quelli che negli altri inverni (prima del 2020) si registravano durante il picco influenzale”.
Sintomi
I sintomi, che in media durano cinque giorni, sono febbre alta, dolore alle ossa, mal di gola, raffreddore, inappetenza.
“L’influenza è una malattia respiratoria che inizia come una banale forma respiratoria: il bambino può avere un po’ di tosse, raffreddore, la febbre”. Ha spiegato l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. “L’episodio dura qualche giorno per poi andare in risoluzione. Ma in alcuni bambini, specialmente in quelli più piccoli, possono comparire i segni di un distress respiratorio con il bambino che inizia ad avere una frequenza respiratoria aumentata; contemporaneamente comincia ad alimentarsi di meno con conseguente compromissione delle condizioni generali di salute”, ha aggiunto.
Per il pediatra Magrì è molto importante la vaccinazione. “Vaccinare i bambini – ha spiegato – oltre a contribuire a ridurre significativamente la circolazione del virus influenzale a beneficio dei soggetti fragili a cui è rivolta prioritariamente la vaccinazione, significa anche contenere gli ingenti costi di una malattia che grava pesantemente sul il Ssn ma che ha le sue ricadute sociali considerando le giornate lavorative perdute dai genitori per accudire i figli ammalati”.