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Virus Zika, tutto quello che c’è da sapere
Virus Zika, tutto quello che c’è da sapere. Intervista al Prof. Giovanni Di Perri
Il virus Zika sta tenendo alta l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.
Non è un’infezione che si trasmette da persona a persona, ma tramite la puntura di zanzare del tipo Aedes, responsabili anche della diffusione di malattie come la febbre gialla, la dengue e la chikungunya. Il principale vettore è costituito dalla specie Aedes aegypti, ma anche la specie Aedes albopictus, la zanzara tigre, che è molto diffusa soprattutto nel periodo estivo, potrebbe veicolare il virus.
Per saperne di più, Mutua Mba, Società di Mutuo soccorso presente nel panorama della Sanità Integrativa, ha contattato il Prof. Giovanni Di Perri Direttore del Dipartimento Malattie Infettive Universitario Ospedale Amedeo di Savoia Torino.
I paesi più colpiti sono in Sud America e nei Caraibi, principalmente Brasile e Colombia.
Le donne in gravidanza sono i soggetti maggiormente a rischio perché il virus può essere trasmesso al feto. Il virus, infatti, sarebbe stato correlato alla microcefalia, una condizione nella quale i bambini nascono con piccole teste e un cervello poco sviluppato. In Brasile si è registrato, in questo periodo, un picco di casi di Zika e di microcefalie, secondo i dati del Ministero della salute brasiliano, infatti, sono più di 400 i casi di microcefalia causati dal virus Zika confermati tra ottobre 2015 e gennaio 2016 e 3.670 altri casi sospetti sono in esame.
“Se non ci fosse stato un brusco aumento di nascite di neonati con deformità encefaliche in Brasile -ha spiegato il professor Di Perri- sicuramente non ci sarebbe stata una correlazione con il virus. Il boom è scoppiato dopo i mondiali di calcio in Brasile del 2014 e l’ipotesi è che l’infezione sia stata portata da qualche viaggiatore arrivato in occasione della competizione calcistica. Questo giustificherebbe una situazione diversa in altre zone dell’America Latina che fa pensare o che un elevato numeri di casi non vengano registrati o che la causa dell’aumento dei casi di nascite con microcefalia non è quella che riteniamo oggi. è doveroso ricordare che il virus Zika è noto dal 1947 e, fino ad alcuni mesi fa, non era stato registrato alcun rapporto di relazione fra questo virus e la nascita di bimbi con microcefalia. Inoltre, nello stesso bacino idrografico amazzonico, da oltre 20 anni vengano registrati fenomeni di avvelenamento ambientale da metil-mercurio. Il metil-mercurio è una delle cause note di microcefalia e in tal senso è comprensibile l’attuale cautela nell’attribuire in maniera definitiva al virus Zika la responsabilità di questo drammatico picco epidemico”.
La minaccia dell’arrivo del virus anche in Europa e in particolare in Italia, sarebbe remota, ma non del tutto improbabile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che il rischio di propagazione del virus Zika in Europa è “estremamente bassa”, a causa delle basse temperature invernali, ma potrebbe aumentare con il ritorno dell’estate.
Quattro persone in Italia, tre in Gran Bretagna, due in Catalogna, rientrate recentemente da viaggi in Sudamerica e ai Caraibi, sono i primi casi di infezione da virus registrati in Europa.
Professor Di Perri, si tratta di un pericolo reale? L’Italia è un Paese a rischio?
“Non è particolarmente pericoloso, ma è giusto preoccuparsi perché c’è il rischio di introduzione nel periodo dell’attività biologica delle zanzare da marzo a ottobre. Può succedere che una persona infettata in uno dei paesi dell’America latina venga punta dalla zanzara tigre che a sua volta punge altre persone, trasmettendo così il virus. è già successo con la Chikungunya di cui abbiamo avuto una diffusione in Emilia Romagna nel 2007”.
Quali sono i sintomi legati alla malattia? Qual è la terapia da seguire?
“I sintomi sono tipici di una comune influenza: febbre abbastanza leggera e/o dolori articolari, ma possono anche presentarsi eruzioni cutanee. Si risolve spontaneamente o con la terapia antinfluenzale. Può anche succedere che si contrae l’infezione, ma questa non sviluppi alcuna sintomatologia. Il virus non è grave se colpisce adulti e ragazzi, ma come abbiamo spiegato può essere pericolosa per i feti”.
Secondo Jaeremy Farrar, capo del Wellcome Trust, Fondazione britannica di ricerca biomedica “L’epidemia potrebbe essere una minaccia più grande per la salute globale dell’epidemia di Ebola che ha ucciso più di 11.000 persone in Africa”. Lei cosa ne pensa? La malattia potrebbe avere la letalità di Ebola?
“Credo che una tale asserzione vada esclusivamente interpretata alla luce del sospetto rapporto di relazione fra il virus Zika e la nascita di bimbi con microcefalia e non certo per l’impatto clinico che lo stesso virus determina al di fuori del contesto della gravidanza”.
Quali sono le precauzioni da adottare? Qual è il modo più semplice e sicuro per tutelare la nostra salute?
“In questa fase, in cui è presente ancora un sostanziale grado di incertezza, credo occorra intensificare gli sforzi diagnostici su viaggiatori al ritorno da aree endemiche, in modo da poter conoscere quale sia la magnitudo di circolazione del virus. Maggiore attenzione preventiva va evidentemente posta nel caso di donne in stato di gravidanza alle quali è al momento sconsigliata una visita nei paesi in cui ha luogo la trasmissione dell’infezione.
La zanzara Aedes, al contrario di altri vettori di malattia (e.g. la zanzara Anopheles nel caso della malaria) punge di giorno, pertanto ogni strategia atta a ridurre il rischio di punture deve tener conto di questo.
Il pericolo reale, dovesse confermarsi la responsabilità del virus Zika nel determinare la microcefalia, sarebbe quello dell’introduzione stabile dell’infezione alle nostre latitudini, ove la zanzara Aedes è presente e potrebbero quindi verificarsi delle condizioni stagionali propizie alla trasmissione”.