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Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio
Telefono Amico #nonparlarneè1suicidio
Il 10 settembre è la data che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come World Suicide Prevention Day, Giornata Mondiale per la Prevenzione del suicidio. Ogni anno i suicidi sono più di 700.000 nel mondo, quasi 4000 in Italia, con conseguenze devastanti, molto spesso, in chi rimane. Il suicidio è anche la terza causa di morte (il 12%) nella popolazione tra 15 e 29 anni.
In Italia nei primi sei mesi del 2023 sono state oltre 3.700 le richieste d’aiuto per gestire pensieri suicidi ricevute, oltre 20 al giorno, il 37% in più rispetto al primo semestre dello scorso anno. Lo rende noto l’organizzazione di volontariato Telefono Amico Italia in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Telefono Amico è l’organizzazione di volontariato da oltre cinquant’anni risponde a chi ha bisogno di parlare e condividere le proprie tensioni emotive.
Le segnalazioni sono arrivate prevalentemente da giovani tra i 19 e i 35 anni e da adulti tra i 46 e i 55 anni, ma negli ultimi anni è stato registrato un aumento di contatti anche da parte di under 19 via WhatsApp e-mail. “Nel 2022 – precisa la presidente di Telefono Amico Italia, Monica Petra – abbiamo raccolto quasi 6.000 richieste d’aiuto di persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro, un numero enorme che, se prosegue la tendenza dei primi sei mesi del 2023, quest’anno rischia di registrare un ulteriore aumento”. Petra sottolinea l’importanza di interventi sul fronte della prevenzione, che passano anche dal prendersi cura di sé stessi.
“Sono definiti come fattori protettivi – prosegue Maurizio Pompili, Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma – l’avere una rete sociale e familiare efficace, avere bambini in casa, coltivare una dimensione spirituale. E ancora avere del tempo da dedicare ad un’attività ricreativa e non andare incontro al superlavoro. Anche il sonno è fondamentale”.
La richiesta di aiuto è in aumento soprattutto tra i giovani e dopo il Covid-19. Il 29% delle richieste è arrivato da giovani sotto ai 26 anni. Isolamento, difficoltà relazionale (fra pari o in famiglia), problemi esistenziali e incertezza sul proprio futuro: questi i disagi più evidenti, come spiega, a La Stampa, Monica Petra.
Per sensibilizzare l’importanza della prevenzione del suicidio domenica 10 settembre, Telefono Amico Italia ha organizzato l’evento di piazza “Non parlarne è 1 suicidio”. I volontari dell’organizzazione, presenti in 20 piazze italiane, hanno incontrato i cittadini invitandoli a lasciare un pensiero, in un biglietto, che possa essere di aiuto a chi è intorno a noi.
L’hashtag dell’evento è #nonparlarneè1suicidio, ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza di parlare di suicidio perché il primo passo per fare prevenzione è rompere quel tabù che purtroppo ancora esiste su questo tema. Si tratta del messaggio che Telefono Amico Italia vuole rivolgere sia a chi sta attraversando un momento di profonda crisi interiore, sia in generale a tutte le persone, di parlare apertamente e senza vergogna della propria sofferenza.
I dati
Secondo i dati Istat, nel 2020 in Italia sono stati circa 4000 i suicidi, il maggior numero dei casi si è registrato nelle regioni di Nord-Ovest. A seguire il Nord-Est, il Centro, il Sud e le Isole. In Centro Italia la prima regione, 292 suicidi (in aumento rispetto all’anno precedente) è la Toscana.
Nella Asl Toscana centro ci sono servizi di consulenza e ascolto in tutti i territori dell’Azienda. “Ci sono fattori di vulnerabilità che possono essere individuati e che devono diventare oggetto di azioni preventive, azioni di salute mentale di comunità – dichiara Marco Armellini, direttore del dipartimento Salute Mentale della Asl Toscana centro – Dobbiamo essere tutti consapevoli, però, che la prevenzione del suicidio passa, prima di tutto, dalla consapevolezza che ognuno di noi può fare qualcosa, prima di tutto parlandone, contrastando lo stigma, la vergogna e il silenzio che ancora oggi circondano questi eventi”.
“Certamente gli psicologi e gli psichiatri dei Servizi di Salute Mentale devono diventare sempre più capaci di effettuare una valutazione accurata del rischio di suicidio e intervenire di conseguenza – sottolinea Armellini- ma questa competenza deve essere estesa anche agli operatori dell’emergenza e urgenza e delle cure primarie. Dobbiamo anche diffondere competenze di supporto tra pari tra i giovani e giovanissimi e con le famiglie di chi soffre di gravi patologie cromiche, Tutti, anche i non professionisti, devono però comprendere che combattere la solitudine e l’isolamento, parlare chiaramente delle proprie preoccupazioni con chi ci sembra in una condizione particolarmente vulnerabile, è un’azione che può portare speranza”.
Per avere informazioni per la Salute Mentale Adulti sul sito web dell’Azienda sanitaria, il percorso da seguire è Home/ Diagnostica e cura/ I servizi per la salute mentale/Salute Mentale Adulti. Lo stesso per la Salute Mentale Infanzia e Adolescenza con percorso Home/Diagnostica e cura/I servizi per la salute mentale /Neuropsichiatria Infantile.