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Accompagnare e tutelare. Il volontario Matteo Zannini racconta l’impegno della Croce Rossa Italiana dal 2020 ad oggi
Come cambia il volontariato durante l’emergenza sanitaria e in che modo il sistema di cura e assistenza si evolve? La pandemia ha stravolto la visione delle cose facendo emergere il lato fragile della persona. Ha modificato abitudini, sovvertito quotidianità, provocando gravi effetti all’andamento globale dell’economia. Uno tra gli ambiti ad aver risentito maggiormente di questo cambiamento è certamente il Terzo settore, ovvero il mondo delle associazioni e del volontariato, da sempre in prima linea a tutela del prossimo. La crisi sanitaria dal febbraio 2020 ha messo a dura prova il sistema ospedaliero, il personale sanitario, e tutti i presidi di cura e assistenza a cui quotidianamente fanno affidamento milioni di famiglie. Le realtà del terzo settore e del volontariato si sono trovate a fronteggiare un’emergenza che da sanitaria ha assunto dei risvolti sociali. Le grandi organizzazioni no profit attive sul territorio nazionale hanno dovuto rivedere gli approcci e i modelli di intervento inserendoli in uno scenario socioeconomico di grave depressione caratterizzato da un comune spirito di ripartenza e da una resilienza nazionale. In molti si sono dati da fare, hanno prestato le proprie energie e il tempo libero al prossimo, a tutti coloro che dall’insorgere della pandemia ad oggi hanno vissuto momenti non facili.
Tra le tantissime realtà che hanno operato, e continuano a farlo, instancabilmente restando al fianco di chi da solo non può farcela, c’è anche la Croce Rossa Italiana, che ha risposto all’emergenza mettendo avanti a ciascun servizio la gentilezza. I volontari, donne e uomini di tutte le età, hanno tenuto la mano dei pazienti nelle ambulanze in bio-contenimento, rimanendo vicini ai malati nelle strutture sanitarie e bussando alle porte di chi era solo. “Abbiamo accompagnato tutte le persone in difficoltà”, commenta Matteo Zannini, volontario trentacinquenne di Cingoli (Marche) che da oltre sedici anni opera nelle scuderie dell’Organizzazione fondata nel 1864 a Milano.
Zannini, il Terzo settore da sempre è una sorta di braccio tecnico del sistema sanitario e di assistenza. Come sono cambiate le cose dall’insorgere della pandemia?
Dal 2020 ad oggi le necessità di molte persone sono cambiate. Oltre al focus delle necessità nell’ambito sanitario, proprio tenendo presente il particolare periodo storico che stiamo vivendo si dà particolare importanza anche al bisogno sociale delle persone. Per affrontare questa problematica abbiamo attivato nel nostro comitato uno sportello sociale atto a garantire servizi di diverso tipo: dalla prenotazione dei vaccini, alla compilazione dei moduli, ma anche solo un aiuto nelle piccole difficoltà tecniche che possono presentarsi. Inoltre, nella fase 2 dell’emergenza, Croce Rossa Italiana ha intensificato ulteriormente, su tutto il territorio nazionale, i servizi a favore delle persone più vulnerabili e con maggiori fragilità. In queste settimane riscontriamo un aumento importante delle richieste di aiuto da parte delle persone che, spesso per la prima volta, si confrontano con la povertà alimentare.
A questo proposito, in cosa sono impegnati maggiormente i volontari della Cri?
La Croce rossa italiana è da sempre in primissima linea, e dall’inizio dell’allerta Covid-19 ulteriormente, con molteplici ruoli, tra cui soccorso in emergenza, supporto sanitario, psicologico, logistico, informativo, di controllo e screening sanitario e sta dando un contributo importante in molte attività cruciali nella battaglia contro questa epidemia che sta mettendo in difficoltà il nostro Paese.
A seguito della crisi sanitaria si è sviluppata una crisi economica che ha lasciato emergere i nuovi bisogni e nuove povertà. È così?
Purtroppo, questa pandemia ha messo a dura prova la stabilità ottenuta nel tempo. Il principale riferimento è al fronte economico a cui ci siamo rivolti con il “Progetto LISA”, acronimo di lavoro, inclusione, sviluppo e autonomia. Sviluppato con il finanziamento e il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, questo progetto vuole favorire l’inclusione lavorativa delle persone in condizione di svantaggio e vulnerabilità e, al contempo, intende accrescere la consapevolezza della comunità sull’importanza di coniugare produttività e inclusione sociale. Da sempre al fianco dei più fragili, crediamo che sostenere il diritto al lavoro delle persone svantaggiate, oggi più che mai, sia un impegno e un obiettivo su cui investire. Nello specifico, il Progetto Lisa presenta un servizio rivolto a tutti coloro che sono in cerca di un’occupazione, in particolar modo a chi presenta disabilità di diverso tipo. Chiaro è a questo punto che il nostro non è solo un servizio di carattere sanitario. Con il trascorrere degli anni stiamo implementando infatti il nostro supporto alle persone per soddisfarne i bisogni primari.
Occorre dunque rivedere il modello di assistenza e cura rafforzando i servizi di prossimità?
Questa “riforma” dell’attuale modello è già in atto ed è insita nella nostra missione. Intendiamo far crescere i nostri progetti e impostare sempre più obiettivi affinché le persone riescano ad uscire da questo difficile periodo nel modo migliore, aiutandole ma anche educandole a chiedere ciò di cui hanno bisogno. Accompagniamo. Inoltre, uno degli obiettivi di Croce Rossa Italiana è quello di contrastare le nuove povertà con azioni concrete, offrendo buoni spesa e generi alimentari, consegnando a domicilio farmaci e spesa e garantendo supporto sociale ad ampio raggio a tutte quelle persone che – a causa della pandemia – si sono trovate improvvisamente in difficoltà. È questa una visione di prossimità: non è la persona che si reca al presidio sociale o sanitario presente nella propria comunità di appartenenza ma siamo noi che la raggiungiamo a casa. In questo modo si accorciano le distanze e si rafforza la dimensione relazionale.
Da wedding planner a volontario. Quando si è avvicinato alla Croce Rossa Italiana?
Ho iniziato su raccomandazione dei miei genitori. Ero poco più di un adolescente ma ben presto mi sono reso conto di quanto io fossi fortunato rispetto a tanti altri. A questo punto mi sono dedicato a questa missione cioè ad aiutare a portare un sorriso a chi ne ha più bisogno.