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Aids e malaria. Bill Gates investe nelle cure mediche ai popoli poveri
“La maggior parte dei miei soldi, direi oltre il 95 per cento, non è necessaria per sostenere le spese né della mia famiglia né dei miei figli. Quindi è meglio aiutare chi non li ha”. Lo aveva detto lo scorso anno Bill Gates dicendosi abbastanza soddisfatto delle iniziative svolte dal suo Global Fund, il fondo per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria. “È gestito bene e sta ottenendo risultati, anche se alcuni tardano più di quanto vorremmo” anche se “non è semplice rivolgersi ai donatori e spiegare loro che si continuerà a lavorare bene”. “Per questo – spiega ogni tre anni abbiamo deciso di rifinanziare il Fondo. E confidiamo che quanto facciamo sia reso noto. La mia fondazione contribuisce più di tutti, tra i donatori diversi dai governi. E nella riunione che avremo sabato in Canada, incrementeremo i contributi”. Per il miliardario americano anche l’Italia, nonostante la crisi, deve fare la sua parte perché “chiunque vada nei Paesi africani e veda che il reddito è di cento dollari all’anno, si rende conto di quale pressione tutto questo comporti”. “Tutti i governi devono fare i conti con budget limitati, e l’Italia non fa eccezione”, aveva inoltre ribadito Gates. Solo così si possono salvare milioni di vite umane e sconfiggere certe malattie.
A distanza di un anno, il pioniere della Internet Economy, resta fermamente convinto che la priorità dei paperoni del mondo siano i paesi poveri del pianeta, e mette in guardia: “Senza fondi e investimenti le malattie del mondo aumenteranno”. Al giorno d’oggi, la povertà si estende “a macchia di leopardo”. Essa, infatti, riguarda tutto il mondo, da nord a sud. Eppure, è possibile individuare zone del pienata dove si trovano, letteralmente, i Paesi più poveri del mondo:
- Africa Subsahariana: 42,7 percento
- Asia meridionale: 18,8 per cento
- Asia orientale e zona del Pacifico: 7,2 per cento
- America Latina e Caraibi: 5,6 per cento
Si tratta dei dati che si riferiscono al totale della popolazione che vive in condizione di povertà estrema. In particolare, la popolazione dell’Africa Subsahariana ammonta a circa un miliardo. Significa che quasi 430 milioni di persone vivono in condizione di povertà estrema. Il progresso nella lotta contro la povertà e le malattie endemiche è possibile, ma non è scontato. La prima cosa da fare, pertanto, è proprio il non farsi illusioni, soprattutto oggi che alcuni Paesi si mantengono ai margini di questa catena necessaria e solidale. “Abbiamo fatto molta strada nell’impegno contro l’Aids così come contro altre malattie endemiche, dalla malaria alla tubercolosi, ma il progresso non è inevitabile. Sul fronte dell’Aids, ad esempio, da qui al 2030 avremo ben 5 milioni di morti in più se si materializzerà un taglio dell’assistenza del 10 per cento, la riduzione di fondi che si sta delineando in varie realtà”, dichiara Gates ha avviato il suo impegno sui problemi sociali delle parti più povere del mondo negli anni ’90 con la Fondazione che porta il suo nome e quello della moglie, Melinda.
Dieci anni fa il fondatore di Microsoft ha abbandonato ogni carica aziendale per dedicarsi a tempo pieno alla filantropia con risultati che hanno sorpreso il mondo: i successi nella lotta contro l’Aids (morti dimezzate dal 2005 ad oggi) ottenuti soprattutto in Africa, in Paesi disastrati come il Malawi, la forte riduzione della mortalità infantile, l’arretramento delle altre malattie endemiche, vengono attribuiti in buona misura all’impegno della Bill & Melinda Gates Foundation.