La meningite da meningococco B è un’infezione fulminante delle meningi che può portare alla morte rapidamente. Più di 1 bambino su 10 sopravvissuto all’infezione perde un arto o è colpito da una disabilità neurologica e più di 1 su 3 presenta altre problematiche cognitive, fisiche e psicologiche. Inizialmente, la malattia può essere scambiata per una influenza, visto che il primo sintomo è la febbre. Poi, arriva la cefalea, la rigidità della nuca, macchie sulla pelle, vomito.
È importantissimo vaccinarsi e proprio per sensibilizzare la popolazione, è partita nei giorni scorsi MissingB, una campagna di informazione mondiale lanciata da GSK, che in Italia ha avuto l’autorizzazione del ministero della Salute e il patrocinio, tra gli altri, della Società Italiana di Pediatria e della World Federation of Public Health Associations. La campagna parte con uno spot televisivo e verrà poi declinata sul web e sui social.
I protagonisti sono tre piccoli sopravvissuti alla meningite, Sabrina, Isabella e Roberto. Hanno tutti una B nei loro nomi proprio per ricordare la pericolosità del meningococco B. La meningite ha vari ceppi, A, C, W, Y e B: quest’ultimo, nonostante sia responsabile della maggior parte dei casi di meningite, è purtroppo spesso sottovalutato.
Da una recente indagine è emerso che su 3600 genitori di bambini tra 2 e 10 mesi in diversi Paesi, una persona su due non conosce lo stato vaccinale nei confronti del meningococco del figlio, e il 60% non è sa nemmeno dell’esistenza di differenti seriotipi di batteri. Due su tre non sanno che i bimbi vaccinati per le forme di meningite causate dai meningococchi C, A, W e Y non sono protetti anche dal meningococco B. Il “non lo sapevo” non è accettabile. “Non saperlo è una colpa, c’è una possibilità a preservare i nostri figli e il diritto dei bambini di vivere una vita normale è responsabilità del genitore”, ha sottolineato Amelia Vitiello, Presidente del Comitato Nazionale contro la Meningite. “Sono una delle mamme che hanno vissuto questa situazione: nel 2007, mia figlia Alessia è stata quel caso su 10 di bambini che non ce l’hanno fatta. È iniziato tutto alle 22, alle 8 del mattino già non c’era più. All’epoca non c’era il vaccino, oggi invece esiste e per questo è importante informarsi”.
Ha spiegato Alberto Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria: “Il Meningococco B risiede normalmente in modo asintomatico nella rinofaringe del 10 per cento delle persone. Poi all’improvviso decide di colpire per cause che non sono ancora note ed è fulminante perché il decorso avviene in tempi brevissimi. Nelle prime 4-8 ore i sintomi sono aspecifici, poi tra l’ottava e la quindicesima ora compare la triade febbre elevata, cefalea, rigore nucale, insieme a chiazze ed ecchimosi. Generalmente si arriva in ospedale tra 15esima e 24esima ora, in una fase in cui i sintomi sono terminali: 1 persona su 10 muore, 3 su 10 riportano danni permanenti. È un germe che non si riesce a combattere, imprevedibile, e anche sbilanciarsi nella prognosi è difficile. Per questo bisogna mettere in atto tutte le armi, e l’unica che abbiamo è il vaccino”. La vaccinazione protegge il singolo ma anche la popolazione più in generale, con l’immunità di gregge.
I più colpiti sono i bambini sotto l’anno di vita, tra il quarto e l’ottavo mese, e più in generale quelli della fascia di età compresa tra 0-4 anni. L’incidenza si mantiene alta fino ai 24 anni e diminuisce dai 25 anni in su, anche se il contagio resta comunque possibile. Il batterio si trasmette per via area con colpi di tosse, muco, saliva. Come tutti i batteri, è diffuso in luoghi affollati e chiusi. Quando si verifica un caso, è necessaria una profilassi antibiotica per tutte le persone che sono entrate in contatto con l’ammalato.
Il vaccino contro il meningococco B è arrivato dalla ricerca italiana, dopo anni e anni di studi. I problemi maggiori derivavano dalla natura mimetica del batterio, che sulla superficie aveva uno zucchero identico a un componente del corpo umano, e gli anticorpi non reagivano. Analizzando il genoma, si è riusciti a capire il punto debole, tre proteine che riuscivano a scatenare la reazione del sistema immunitario: con la tecnica pioneristica di “vaccinologia inversa” è stato così creato un vaccino efficace, compatibile con tutti i gruppi di età a partire dai due mesi, e disponibile gratuitamente per specifiche fasce di popolazione, secondo il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019.
La campagna MissingB sarà declinata in televisone, sui web e sui social, con un video che mostra i bambini impegnati nelle attività quotidiane, con un messaggio di salute e benessere. L’obiettivo ultimo è sottolineare e ricordare a tutti quanto previsto dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale e quanto riporta il board del Calendario per la Vita: “La vaccinazione contro il meningococco B rappresenta una necessità epidemiologica, ma anche etica e comunicativa, non eludibile”.