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Allergie stagionali nei bambini: come riconoscere e affrontare i sintomi

Focus primaverile su riniti, dermatiti e asma: il ruolo delle cure precoci e l’accesso agli specialisti
Con l’arrivo della primavera, aumenta significativamente il numero di bambini che manifestano sintomi legati alle allergie stagionali.
La rinite allergica, la dermatite atopica e l’asma sono tra le patologie più comuni che colpiscono i più piccoli in questa stagione. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) stima che circa il 15-20% dei bambini in età scolare sia affetto da forme di allergia respiratoria, con un’incidenza particolarmente alta proprio tra marzo e giugno, quando il rilascio di pollini e altri allergeni raggiunge il picco.
Sensibilizzazione e patologia: come fare la differenza
Spesso i genitori si trovano di fronte a bambini che manifestano starnuti frequenti, naso che cola e occhi irritati, sintomi che possono essere confusi con comuni raffreddori. Tuttavia, secondo la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), è fondamentale distinguere tra una semplice sensibilizzazione e una vera e propria patologia allergica. La sensibilizzazione indica la presenza di anticorpi specifici contro un allergene senza necessariamente provocare sintomi, mentre la patologia allergica è caratterizzata dalla presenza di sintomi clinici che influiscono sulla qualità della vita del bambino.
Per esempio, un bambino che starnutisce solo occasionalmente durante una passeggiata in un parco fiorito può essere semplicemente sensibilizzato, ma un altro che manifesta episodi ricorrenti di naso chiuso, tosse e prurito cutaneo necessita di una valutazione specialistica per evitare complicanze come l’asma bronchiale.
I sintomi più comuni e i loro effetti
- Rinite allergica: è la forma più diffusa e si manifesta con starnuti a raffica, congestione nasale, prurito agli occhi e lacrimazione. Questi sintomi, oltre a causare disagio, possono influire negativamente sul sonno e sulle performance scolastiche del bambino.
- Dermatite atopica: spesso associata ad allergie respiratorie, si presenta con chiazze rossastre, prurito intenso e pelle secca. Nei bambini, questa condizione può causare forte irritabilità e disturbi del sonno.
- Asma allergica: può comparire in modo episodico con difficoltà respiratorie, respiro sibilante e tosse, soprattutto di notte o dopo attività fisica. Nei casi più gravi, l’asma può limitare la partecipazione a giochi e sport, compromettendo la vita sociale del bambino.
Un esempio pratico è il caso di Giulia, 7 anni, che ogni primavera soffre di starnuti continui e occhi rossi. La mamma inizialmente ha pensato fosse un semplice raffreddore, ma dopo una visita allergologica è stata diagnosticata una rinite allergica da pollini. Grazie a una terapia mirata e ad alcune modifiche ambientali, come evitare di aprire le finestre durante le ore di massima concentrazione pollinica, Giulia ha potuto trascorrere la primavera senza particolari disagi. (Nota: l’esempio riportato è di carattere illustrativo e si basa su situazioni cliniche tipiche descritte da fonti istituzionali, senza riferirsi a casi reali specifici).
Cure precoci e prevenzione: la chiave per il benessere
Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute sottolineano l’importanza di un intervento precoce. La diagnosi tempestiva e l’avvio di un trattamento adeguato possono infatti prevenire il peggioramento dei sintomi e ridurre il rischio di complicazioni come l’asma persistente.
Tra le strategie preventive più efficaci:
- Monitoraggio pollinico: consultare quotidianamente i bollettini pollinici disponibili sui siti delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) aiuta a pianificare le attività all’aperto evitando l’esposizione nei momenti di picco.
- Modifiche ambientali: mantenere pulite le stanze, evitare tappeti e tessuti che accumulano polvere, e utilizzare sistemi di purificazione dell’aria sono accorgimenti utili per ridurre gli allergeni domestici.
- Protezione personale: occhiali da sole e mascherine possono limitare il contatto diretto con il polline durante le passeggiate o l’attività sportiva all’aperto.
L’adozione di queste misure, unite a una corretta terapia prescritta dall’allergologo, aiuta a migliorare significativamente la qualità della vita del bambino durante i mesi primaverili.
Quando rivolgersi allo specialista
Non sempre i sintomi allergici sono facili da gestire con rimedi casalinghi o farmaci da banco. In presenza di episodi ricorrenti o sintomi che interferiscono con la vita quotidiana è indispensabile rivolgersi a un allergologo pediatrico. Lo specialista potrà eseguire test allergologici specifici, come prick test o dosaggio delle IgE, per identificare gli allergeni responsabili e definire un piano terapeutico personalizzato.
Un intervento tempestivo consente inoltre di impostare trattamenti immunoterapici, che possono modificare il decorso della malattia allergica e ridurre la sensibilità del sistema immunitario nel tempo.