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Ansi in Romania: sanità e welfare valori sociali internazionali
La Romania, nazione al centro dell’Est Europa con circa 20 milioni di abitanti, ha sempre rappresentato una peculiarità specifica tra le popolazioni balcaniche in quanto sia il linguaggio, che la genesi etnica nonché la denominazione rappresentano origini latine piuttosto che slave, come invece normalmente avviene per le altre nazioni situate in quello stesso contesto geografico.
Questo ha sempre determinato l’esistenza di una sorta di cordone ombelicale tra la nazione romena e quella italiana, tanto che nella capitale Bucarest è sempre stata presente e lo è tutt’ora una importante comunità italiana.
Ma le connessioni italo-rumene non si limitano solo a questi aspetti genetici ed identitari ma rappresentano anche un rapporto in costante evoluzione industriale, economica e sociale.
Infatti alla fine del 1800 fu un italiano, Luigi Cazzavillan giornalista, insegnante ed ex garibaldino, a fondare a Bucarest la prima società generale di mutuo soccorso rumena che naturalmente fondava le ragioni della propria esistenza sul concetto di mutualità sanitaria, esattamente come le società di mutuo soccorso nate in Italia nella seconda metà dell’800.
Poiché le origini di una popolazione si esplicitano attraverso anche i modelli sociali sui quali si costruisce un sistema paese possiamo sicuramente dire che il germoglio della mutualità sanitaria fu impiantato all’epoca anche nella cultura rumena, in special modo ad uso dei nostri espatriati in quel paese.
Ma la vicinanza etnica e culturale ai paesi latini ha fatto sì che negli ultimi anni la Romania, entrata nell’Unione Europea il 1 gennaio del 2017, abbia rappresentato e tutt’ora rappresenti un partner economico importante per l’Italia, tanto che il nostro paese è da oltre dieci anni il principale investitore straniero con un elevato numero di imprese registrate.
In questo contesto sociale ed economico Confindustria è operativa nel paese fino dal 2003 ed ha sempre supportato e supporta le relazioni industriali tra le due nazioni con una presenza costante ed efficacie, intervenendo anche su tematiche specifiche.
Uno dei più importanti temi all’ordine del giorno è determinato dal fatto che la crisi economica del paese, a seguito della frammentazione del blocco socialista e la necessità per il popolo rumeno di trovare lavoro, ne hanno fatto una popolazione con molti emigrati ed oggi uno dei problemi imprenditoriali più significativi è quello di mantenere ed attrarre manodopera ed a questo proposito Confindustria sta collaborando con lo stato Rumeno per ovviare a questa problematica.
In questo ambito, sicuramente uno degli strumenti più significativi in ogni paese del mondo per attrarre, fidelizzare e mantenere la forza lavoro è rappresentato dalla capacità di protezione sanitaria che le imprese sono in grado di fornire ai propri dipendenti e collaboratori.
Quindi le origini etniche e culturali del popolo rumeno, il germe della mutualità piantato a suo tempo e le nuove esigenze imprenditoriali e professionali consento di poter dire che la Romania si presenta come uno dei mercati europei più significativi in termine di sviluppo potenziale della sanità integrativa.
Proprio per questo motivo, nell’ambito dell’interessante convegno organizzato da Confindustria il 6 giugno a Bucarest sul tema “Come mantenere ed attrarre mano d’opera tramite misure straordinarie”, che ha visto, dopo l’apertura dei lavori tenuta da Giovanni Villabruna, Presidente di Confindustria Romania, l’intervento del vice premier rumeno e di alcuni ministri del governo in carica, oltre ad alcune tematiche imprenditoriali si è affrontato anche il tema della sanità integrativa.
L’intervento sul tema, dal significativo titolo “Sanità e Welfare, valori sociali internazionali”, è stato tenuto dal Vice Presidente dell’Associazione Nazionale della Sanità Integrativa, Luciano Dragonetti, che ha rappresentato con dovizia di particolari la visone di come la sanità integrativa gestita su base mutualistica possa essere uno strumento di civiltà, innovativo ed efficace, utile ai cittadini di tutti i paesi per garantire l’adeguata protezione a se stessi ed alle proprie famiglia in caso di necessità sanitarie.
Di fatto il convegno ha gettato quindi un ponte tra modelli industriali e sociali che le imprese, soprattutto quelle create da cittadini italiani, potranno utilizzare per svilupparsi in un interessante mercato dove la sanità integrativa, con il supporto di A.N.S.I. e dei propri enti associati, potrà essere uno degli strumenti di elezione a disposizione di imprenditori e governo per garantire un welfare equo e ben gestito a tutti i lavoratori in loco.