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Arte e Scienza. Quale rapporto intercorre tra Michelangelo e Galileo?
“I più grandi scienziati sono anche degli artisti”. Lo affermava Albert Einstein quando gli chiedevano cosa avessero in comune arte e scienza, due mondi così distanti tra di loro. Sempre in un discorso pronunciato nel 1923 il genio dichiarò inoltre che “raggiunto un alto livello di competenza tecnica, la scienza e l’arte tendono a fondersi nell’estetica, nella plasticità e nella forma”. E oggi, a distanza di quasi un secolo questa straordinaria relazione tornerà in auge dal 30 maggio al 2 giugno ad Arzana dove migliaia di giovani daranno vita alla nuova edizione di “Arte e Scienza in Gioco”.
Gli studenti dovranno sviluppare il loro personale significato di questo indirizzo tematico, preparando laboratori, organizzando conferenze, dibattiti e spettacoli, e usando metodologie stimolanti e accessibili a tutti. Ancora una volta, dunque, Arzana, con la sua comunità di 2400 abitanti, diventerà la culla di una serie di eventi culturali di alto livello, aprendo le porte al mondo scientifico e scolastico. “L’amministrazione comunale di Arzana – ha dichiarato il sindaco Marco Melis – continua a investire nella scuola e nei giovani che riteniamo, essere un vero obiettivo di tutta la nostra politica. Non ci limitiamo alla sola offerta didattica dei programmi ministeriali, questo festival ci consente un salto in più che completa la formazione degli studenti con metodi straordinari che risvegliano il loro interesse per le materie scolastiche”.
Spesso, al giorno d’oggi, ci si chiede qual sia il rapporto che intercorre tra musica, pittura, danza, e la scienza? Grandi letterati e scienziati sono intervenuti su tema concentrandosi principalmente sulle basi del rapporto tra discipline scientifiche e discipline umanistiche e come esso si sia evoluto nel corso dei secoli.
Una cesura netta tra i due mondi in realtà si è raggiunta solo in epoca moderna, da Descartes in poi, con la cosiddetta rivoluzione scientifica del Seicento. Meno di un secolo prima, il talento universale del Rinascimento italiano, Leonardo da Vinci, celebrava, con la sua opera geniale e poliedrica, la coincidenza massima tra arte e scienza. In epoca classica non c’è mai stata una vera e propria contrapposizione tra la dimensione estetica e quella scientifica: si pensi, ad esempio alla “Poetica” di Aristotele, dove la poesia non è affatto svincolata da un insieme di regole, o alle dottrine di Pitagora, dove il mondo della natura, quello della matematica e della musica sono intimamente interconnessi. Un altro indizio significativo della originaria assenza di ogni dualismo tra arte e scienza lo si risconta nel termine greco “techne”, l’equivalente del latino “ars”, che significa “arte”, ma anche “tecnica”; come pure nella definizione che Ippocrate, nel V secolo a.C., dava della medicina, il cui statuto sembrava collocarsi a metà strada tra la certezza apodittica dell’episteme e l’incertezza dell’esperienza empirica.
Oggi, invece, si tende a non dare particolare risalto a queste due discipline, spesso presentate come due mondi paralleli che di tanto in tanto si incontrano senza sfiorarsi più di tanto. Significativa, a tal proposito, è la storia dell’arte rinascimentale che non poco deve, inoltre, al Manierismo, un periodo storico e culturale in cui si sono sperimentate diverse tecniche artistiche nella scultura, pittura e architettura. In quello stesso momento storico proprio in Italia venivano scosse le basi della scienza e avveniva quel famoso “strappo nel cielo di carta” secondo cui la Terra non era più al centro del cosmo essendo stata “sostituita” dal sole. Con il sistema eliocentrico, pertanto, molto è cambiato nel rapporto tra sapere umanistico e sapere scientifico: si tratta di due forme di conoscenza distinte tra cui tuttavia esiste correlazione e compenetrazione; due atti cognitivi, basati rispettivamente sull’intuizione e sulla ragione, che corrispondono ad ottiche diverse, a modi diversi di esperire il reale, ma tra i quali non può essere stabilita né una successione ideale né un ordine gerarchico. Michelangelo e Galileo pertanto resteranno sempre su due fronti ben separati che potranno contendersi un primato mai del tutto chiarito da secoli.