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Bologna: quell’incantevole “clinica” ottocentesca dove nacque l’ elettromeopatia
Sui colli bolognesi, lontana da occhi indiscreti e su un piedistallo naturale e roccioso si eleva verso il cielo la Rocchetta, che un tempo è stata la dimora del conte Cesare Mattei, letterato, politico e medico autodidatta fondatore dell’elettromeopatia, pratica fondata sull’omeopatia. Edificata a partire dal novembre 1850, la rocca dal gusto artistico particolare e del tutto estraneo dall’architettura nostrana divenne un vero e proprio laboratorio di medicina. Le stanze ospitavano illustri personaggi che giungevano da tutta Europa per sottoporsi alle cure del Mattei, sembra che, addirittura, ospiti della Rocchetta siano stati Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II. Nel 1925 è visitata in forma ufficiale dal Principe di Piemonte. Anche lo scrittore Dostoevskji menziona il Conte ne “I fratelli Karamàzov”, quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei.
Visitando gli ampi spazi della struttura, per lungo tempo rimasta in balia dell’abbandono, ci si imbatte in simbologie nelle statue e nei bassorilievi che rappresentano il bene e il male, la medicina tradizionale e quella “alternativa” sviluppata dal Conte. Si tratta, insomma, di una vera e propria “clinica alternativa” del tempo. A proposito di simbologia, all’ingresso del castello gli ospiti venivano “salutati” da una statua rappresentante un’arpia che regge il mondo intero. La scultura era stata commissionata dallo stesso conte Mattei poiché l’arpia rappresentava la medicina tradizionale. Il nobil signore, infatti, era stato segnato da un tragico evento, la morte della madre dopo una lunga malattia. Il doloroso e non facile calvario aveva radicato in lui la più totale sfiducia verso la medicina, che non aveva tratto in salvo la sua mamma e che non le aveva lenito i dolori causati dal brutto male di cui soffriva. Mattei pertanto decise di ricercare un metodo curativo che fosse più efficace di quello usato dai medici dell’epoca: un metodo innovativo, su base erboristica, costituito dall’abbinamento fra granuli e liquidi (fluidi elettrici).
L’elettromeopatia è stata una delle pratiche mediche più usate al mondo dal 1870 al 1930. Basata sull’abbinamento tra granuli medicati e liquidi definiti “fluidi elettrici”, questa medicina secondo i principi del conte Mattei agisce sul ‘fluido nerveo elettrico’ del corpo umano. Essa oggi non è più praticata nella medicina anche se non si è arrestata con la morte del conte: al contrario, la produzione di farmaci elettromeopatici continuò fino alla fine degli anni Cinquanta, quando l’azienda chiuse i battenti. La ragione di questo lento declino è dovuta al fatto che il vero, fondamentale segreto di questo tipo di medicina è morto insieme al conte Mattei, che non volle condividerlo con nessuno. Con ogni probabilità parte delle sue tesi erano presenti nel suo studiolo quando l’edificio fu saccheggiato dalle SS. In quella occasione molti documenti partirono per la Germania o andarono drammaticamente distrutti, ciò che tuttavia non si sa e se fra questi vi fosse quello fondamentale relativo all’elettromeopatia, rubato, forse, con l’intenzione di operare esperimenti di vario tipo.