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Caccia al Dna di Leonardo, esposta a Vinci una ciocca di capelli del maestro del Rinascimento
La storia non muore mai. È questa la certezza confermata ancora una volta e in maniera decisiva dall’ultimissima notizia che ha a che vedere con il genio del Rinascimento, il padre della Monna Lisa e l’autore dell’Ultima Cena, Leonardo da Vinci. Proprio nell’anno in cui si celebra il 500esimo dalla sua morte una ciocca di capelli conservata in una collezione privata negli Stati Uniti potrebbe aprire una clamorosa “caccia” al Dna del padre dell’arte rinascimentale. Ad annunciarlo sono Alessandro Vezzosi, leonardista e direttore del Museo Ideale di Vinci, e la storica Agnese Sabato, presidente della Leonardo da Vinci Heritage. Lo studio del reperto e di un altro cimelio è già partito proprio il 2 maggio, giorno in cui ricorre il cinquecentenario della morte di Leonardo.
“Non abbiamo – ha subito affermato Vezzosi – la certezza assoluta della veridicità del documento di antica provenienza francese, tuttavia ci stimola a battere la strada per affrontare un tema affascinante”. Di fatto il Dna ricavato dai capelli sarà confrontato coi discendenti viventi di Leonardo da Vinci residenti proprio in Toscana, e con alcune sepolture, anche all’estero tra Francia e Spagna.
La ciocca arriva dalla Francia e la sua provenienza è accertata da un documento che ne attesterebbe l’autenticità. Successivamente, dall’Europa, a seguito di una compravendita tra collezionisti, è approdata negli Stati Uniti ed è proprio qui che l’attuale proprietario ha deciso di esporla per la prima volta in assoluto a Vinci a partire dal 2 maggio.
La storica Agnese Sabato ha spiegato invece che la ciocca “è l’elemento che mancava per dare ulteriore concretezza scientifica alle nostre ricerche storiche. Grazie ad analisi genetiche su questo reperto, è ora possibile fare verifiche per la ricerca del Dna del genio, anche in rapporto alla tomba di Leonardo ad Amboise”.
Mentre da un lato si studia la ciocca di Leonardo, dall’altro lo scienziato Jesse H. Ausubel, direttore del Programma di Sviluppo umano per la Rockefeller University di New York, ha deciso di risolvere uno dei tanti misteri legati all’artista toscano al quale nessuno finora aveva pensato: sequenziare il suo Dna. Un lavoro che, avviato nel 2016, si auspica possa mostrare i primi risultati entro la fine del 2019. “Credo che Leonardo da Vinci, con la sua passione per i rebus e i puzzle, sarebbe contento di un nostro successo; dobbiamo riuscirci”, ha detto in precedenti occasioni Ausubel. Una tecnologia simile è già stata impiegata per analizzare il Dna dell’uomo di Neanderthal, provando che molti degli uomini moderni discendono per almeno il 2% da specie che si sono estinte 20.000 anni fa. Altre figure storiche, come Cristoforo Colombo e Riccardo III d’Inghilterra, hanno subito lo stesso trattamento di sequenziazione del Dna.