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Campagna di vaccinazione: confermato l’obiettivo di 500mila dosi al giorno
Premier Draghi alle Regioni “procedere alle vaccinazioni rigorosamente per età e fragilità”.
Accelerare la campagna vaccinale è la priorità del governo Draghi. Entro aprile si potranno vaccinare tutti gli ultraottantenni e gran parte dei settantenni: l’obiettivo è di somministrare 500mila dosi al giorno. Ad annunciarlo è stato il premier Mario Draghi nel corso della terza conferenza stampa dall’inizio del suo mandato alla quale è intervenuto anche il Professor Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità.
“Non esistono regioni o Stato: esistiamo noi”, ha sottolineato il premier aggiungendo che “la disponibilità di vaccini c’è e non è calata, i numeri sono come prima di Pasqua, sta risalendo secondo il trend previsto. Non ho dubbio sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti”.
La disponibilità di vaccini permette di immunizzare tutti gli over 80 e gran parte di coloro che hanno più di 75 anni in tutte le regioni “spetta al commissario coordinarsi con le Regioni per fare delle scelte di direzione”, ha aggiunto il premier.
Il percorso è quello di seguire le linee guida espresse dal Ministro della Salute Roberto Speranza e dal CTS. Il premier ha posto l’attenzione sul rischio del decesso che “è massimo per coloro che hanno 75 anni. Bisogna quindi vaccinare prioritariamente le persone che hanno più di 80, poi 70 anni fino ai 60enni”.
In merito alle vaccinazioni delle persone fragili “ci sarà una direttiva di Figliuolo – ha spiegato – poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture”.
Il 30 aprile è la data di scadenza del periodo previsto nell’ultimo decreto per le misure anti-contagio da Covid-19 e “qualora l’andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità, si possono riconsiderare le cose anche prima. Il governo sta lavorando su tutto questo. Avere date significa conoscere esattamente i parametri rilevanti a una certa data. In tutto questo c’è la volontà del governo di vedere le prossime settimane come di riaperture non di chiusure”, ha spiegato Dragi.
Sulle disparità il premier ha rivolto un messaggio alle Regioni “smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni e i giovani operatori sanitari. Con che coscienza una persona non compresa nelle prenotazioni salta la fila? Un 35enne non può pensare di prendere la dose di vaccino a chi corre un rischio concreto. Il governo chiederà dunque alle Regioni di procedere alle vaccinazioni rigorosamente per età e fragilità”.
Per quanto riguarda il vaccino AstraZeneca, raccomandato per chi ha più di 60 anni, il presidente del consiglio Draghi ha detto che “nei dati il crollo di fiducia in AstraZeneca si vede meno di quanto uno potesse aspettarsi. Continueremo a dare un messaggio rassicurante, che non viene dato a cuor leggero ma con grande serietà, partecipazione, comprensione. Io mi sono vaccinato con AstraZeneca e mia moglie anche”.
Anche il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, prof. Franco Locatelli, ha ribadito la fiducia al vaccino Astrazeneca, affermando che il siero della casa farmaceutica anglo-svedese “ha un ruolo ben preciso e di grande utilità per coprire una determinata fascia di popolazione fragile”. In riferimento a eventi tromboembolici “stiamo parlando di 86 casi su una platea di circa 25 milioni di vaccinati”.
Dopo le parole del premier Mario Draghi, arriva la nuova ordinanza del generale e commissario per l’Emergenza Francesco Figliuolo.
L’ordinanza, in linea con il Piano nazionale del Ministero della Salute approvato con decreto 12 marzo 2021, dispone il seguente ordine di priorità ai fini della vaccinazione:
- persone di età superiore agli 80 anni;
- persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle citate Raccomandazioni ad interim, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari;
- persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente vaccini Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca) come da recente indicazione dell’AIFA.
Parallelamente viene completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private. A seguire, sono vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, parallelamente alle fasce anagrafiche secondo l’ordine indicato. Le persone, che hanno già ricevuto una prima somministrazione, potranno completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino.