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Chirurgia robotica: due interventi record a Modena
L’equipe Urologia – Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ha eseguito un intervento di duplice tumorectomia renale contemporanea robot-assistita
Ancora una volta una struttura italiana si conferma eccellenza italiana in campo sanitario.
Si tratta della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, in particolare del reparto di Urologia, diretto dal prof. Salvatore Micali, che negli ultimi due mesi ha eseguito due difficili interventi di chirurgia robot-assistita che hanno aperto nuove opzioni terapeutiche per i pazienti. Nelle scorse settimane, l’equipe composta dal dott. Stefano Puliatti, dal dott. Cosimo De Carne e dalla dottoressa Stefania Ferretti ha eseguito un intervento di duplice tumorectomia renale contemporanea robot-assistita su un uomo di 52 anni che oggi sta bene e si sottoporrà ai follow-up previsti.
“L’Urologia della Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – ha detto il prof. Salvatore Micali, Direttore della Cattedra e della Scuola di Specializzazione in Urologia di UNIMORE – è sempre stata all’avanguardia e punto di riferimento a livello nazionale e internazionale per la chirurgia robot-assistita. Era infatti il 2007 quando sotto la guida del prof. Giampaolo Bianchi, l’Urologia modenese, fra le prime in Italia, iniziò ad eseguire interventi laparoscopici robot-assistiti”.
“La chirurgia robotica è la chirurgia mini-invasiva per eccellenza, rappresenta ormai il gold standard per numerosi interventi urologici oncologici – ha confermato la dottoressa Stefania Ferretti, Responsabile della Struttura Semplice di Endourologia e Chirurgia Urologica Mini-Invasiva e del PDTA del Tumore della Prostata – Gli interventi vengono eseguiti utilizzando piccole incisioni cutanee, attraverso cui vengono inserite le braccia robotiche guidate dal chirurgo seduto in console. Il robot permette al chirurgo di avvalersi di un elevato grado di precisione nei movimenti, di una visione magnificata e in 3 dimensioni. Grazie a queste peculiari caratteristiche si riescono ad ottimizzare i risultati degli interventi. Nei due casi specifici, ci siamo misurati il primo caso al mondo di cistectomia radicale robotica in paziente con rene ectopico, cioè posizionato nella pelvi anziché nell’addome. Nell’altro caso, invece, siamo riusciti a salvare un rene con due neoplasie, per consentire di avere tutte le opzioni terapeutiche anche nel secondo rene affetto pure questo da neoplasia.”
La chirurgia urologica robotica di Modena è stata, inoltre, confermata come Centro di Insegnamento robotico certificato ERUS (EAU Robotic Urology Section), nell’ultimo Congresso della Società Europea di Urologia. Questo a conferma del ruolo di leadership in questo ambito non solo a livello Nazionale ma anche internazionale.
“Nella chirurgia del rene e della vescica – ha precisato la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Civile – la diffusione delle tecniche mininvasive robotiche, l’evoluzione nella gestione anestesiologica e antalgica hanno ridotto i rischi di complicanze intra e postoperatorie, la durata della degenza, migliorato gli esiti, facilitando, in pochi giorni, la ripresa dell’autonomia garantita da mobilizzazione precoce, dalla ripresa dell’ alimentazione e da un adeguato controllo del dolore. Occorre tuttavia ricordare che tale approccio chirurgico, nonostante le ridotte dimensioni dell’incisione e il minor rischio di sanguinamento, rimane una procedura ad alta complessità, talvolta associata a condizioni cliniche del paziente non ottimali (età avanzata, altre patologie, assunzione di terapia). Fondamentale un’attenta valutazione preoperatoria che escluda controindicazioni alla chirurgia robot-assistita e che tenga conto delle condizioni cliniche del paziente e di eventuali fattori di rischio per interventi in anestesia generale che richiedono, tempi chirurgici allungati, posizioni sul letto operatorio che condizionano la dinamica respiratoria e l’assetto cardiocircolatorio, la ridotta accessibilità al paziente. L’utilizzo di tecnologia innovativa anche per l’anestesia, di protocolli mirati, ma soprattutto una gestione multidisciplinare e multiprofessionale, con personale adeguatamente preparato, possono essere considerati i punti cardine del management anestesiologico”.
Dettaglio dell’intervento di duplice tumorectomia renale contemporanea robot-assistita
Un paziente di 52 anni ha avuto riscontro diagnostico incidentale di un doppio tumore del rene di destra e di altro piccolo tumore nel rene di sinistra. I tumori del rene di destra erano rispettivamente, il più grande di 5 cm di diametro, posizionato in una sede estremamente delicata, essendo aderente all’arteria e alla vena renale, e di 2 centimetri e mezzo il più piccolo. Il rene di sinistra invece ha una piccola neoformazione di circa 1 cm. Normalmente il paziente sarebbe stato candidato ad una asportazione completa del rene destro, ma essendoci una neoformazione anche nel rene controlaterale, l’equipe chirurgica, ha deciso di tentare la rimozione dei due tumori di destra preservando il tessuto sano e funzionante del rene. L’intervento di estrema complessità, durato circa 6 ore, eseguito con tecnica completamente robotica ha avuto grande successo. L’asportazione dei tumori del rene di destra è stata completa e il paziente ha mantenuto una ottima funzionalità renale. Il tumore controlaterale, essendo ancora di dimensioni molto piccole, verrà trattato in un secondo momento. Al follow-up attuale il paziente è in buone condizioni di salute.