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Chirurgia robotica: “Modena ARTS Foundation” connubio tra arte e scienza
Nasce a Modena l’Academy for Robotic and Transplant Surgery dedicata alla promozione di ricerca, cultura della salute e assistenza ai pazienti trapiantati
Un ponte tra cittadinanza e istituzioni con lo scopo di fornire un supporto ai pazienti trapiantati e alle loro famiglie e di promuovere la cultura della ricerca e della salute. È questo l’obiettivo di “Modena ARTS Foundation”, dove ARTS è acronimo di “Academy for Robotic and Transplant Surgery”. La Fondazione, presieduta dal professor Fabrizio Di Benedetto, Direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, è stata inaugurata sabato 23 ottobre, alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dell’Assessore alle Politiche alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, del Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, professor Carlo Adolfo Porro, e del Direttore Generale dell’AOU di Modena, dottor Claudio Vagnini.
Ricalcando volutamente il connubio tra arte e scienza medica, l’“Academy for Robotic and Transplant Surgery” conferisce ulteriore forza ai settori della Chirurgia robotica e dei trapianti. È la storia di incontri di persone, di benefattori e chirurghi, di pazienti e medici, destini che la vita ha intrecciato permettendo di creare nuove opportunità. “La Chirurgia robotica e quella dei trapianti – sottolinea il professor Fabrizio Di Benedetto – rappresentano attualmente le massime espressioni della Chirurgia moderna. Proprio questi saranno dunque gli ambiti di interesse della Fondazione, insieme al sostegno e all’assistenza ai pazienti trapiantati. Nasce grazie ad un gesto d’amore, con l’obiettivo di rappresentare per il nostro territorio un ponte tra cittadinanza e istituzioni. Ha infatti lo scopo di fornire supporto ai pazienti trapiantati e alle loro famiglie e di promuovere una cultura della ricerca e della salute, attraverso azioni dirette e azioni in sinergia con l’Università e le strutture locali e regionali”.
Perché proprio a Modena? “Perché questo è un territorio fertile, popolato da una cittadinanza operosa e aperta alle innovazioni, che non teme le nuove sfide anzi le accoglie. Modena ha permesso a noi professionisti di raggiungere volumi di attività paragonabili a quelli di grandi città metropolitane, italiane e internazionali. Oggi vantiamo programmi all’avanguardia come la chirurgia robotica avanzata, il prelievo di rene da donatore vivente totalmente robotico e il trapianto di fegato da donatore vivente, inoltre possiamo contare su un gruppo di professionisti affiatati e motivati”.
La Chirurgia dei trapianti è uno dei fiori all’occhiello dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena come sottolinea il dottor Claudio Vagnini “A Modena ho trovato un grande entusiasmo e determinazione nel raggiungere continui miglioramenti nei risultati assistenziali, che ci proiettano ora a livelli di efficienza delle maggiori metropoli europee. La Chirurgia dei trapianti è uno dei fiori all’occhiello dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria e sono felice di prendere parte a questi eventi che dimostrano come la sanità di qualità sia sempre al servizio delle fasce più bisognose della nostra città”.
Aggiunge inoltre il Magnifico Rettore di UniMoRe, professor Carlo Adolfo Porro: “L’Università ha come primo obiettivo quello di una ricerca che si traduca in risultati assistenziali concreti, migliorando la qualità di vita delle persone. La diffusione del sapere scientifico e dei risultati della ricerca necessitano di un territorio, come quello dell’Emilia-Romagna, recettivo e fertile nella produzione di nuove opportunità e capace di gesti di grande solidarietà”.
Presenti alla serata anche alcuni pazienti sottoposti a trapianto da donatore vivente di fegato e rene con i loro donatori “i veri eroi dei nostri tempi”, come li ha definiti il professor Stefano Di Sandro, professore a UniMoRe e consigliere della Fondazione insieme al vicepresidente Emilio Mazzoli, intervenuti per portare testimonianza di questo grande gesto di solidarietà e di quanto si possa costruire con la promozione di una cultura della salute e del dono.