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Città alleate delle api. Dal modello tedesco alla rete civica italiana
Creare una casa a chi una casa non ce l’ha. Si basa su questo presupposto il modello civico attuato dalla Germania che negli ultimi anni ha dato vita a una mappa di giardini selvatici e di aree verdi naturali pensate con lo scopo di fornire cibo e casa alle numerosissime specie di api in via di estinzione. Il modello tedesco si basa su quanto avviato dall’Unione Europea la cui ultima decisione in materia è l’introduzione di un’etichetta dal 1° gennaio 2021 che indichi con precisione l’origine del miele commerciale e, in caso di miscela, la percentuale di prodotto proveniente dai vari Paesi indicata in maniera decrescente.
Il modello europeo. Da Berlino a Monaco, questo paradigma è stato adottato gradualmente anche in altri paesi europei che hanno trasferito il bosco in città, spesso attrezzando grandi edifici con arnie e piante attira-api. Fiordalisi blu, papaveri rossi, distese di scabiosa e un variegato ventaglio di altre specie di piante e fiori, in un paesaggio arricchito dal ronzio di centinaia di insetti impollinatori attirati da colori e profumi e soprattutto da un habitat a loro confacente, anche grazie alla protezione dei cittadini. Il modello tedesco – la Germania ospita 580 specie di api selvatiche – infatti si basa su una dovuta collaborazione, a tutela dell’ecosistema, tra le Amministrazioni locali e i residenti: se in principio queste aree di natura selvatica hanno incontrato la resistenza degli abitanti, oggi sono gli stessi residenti a chiedere alle autorità cittadine la creazione di ulteriori fazzoletti di terra per mano dell’ente pubblico oppure procedendo su propria iniziativa con una certa responsabilità civica e ambientalista.
Quella delle api è una società costruita su un modello matriarcale e su principi gerarchici che partono da una regina e si sviluppano mediante l’azione di un popolo di industriose operaie. Da quattro anni il 20 maggio, su iniziativa delle Nazioni Unite, si celebra nel mondo la Giornata dedicata alle api, sentinelle anti-inquinamento e grandi alleati della biodiversità oggi più che mai utili al pianeta Terra e all’esistenza della specie umana. L’attività di questi insetti infatti offre benefici alla salute delle persone grazie soprattutto alla produzione del miele, e non meno del polline, della pappa reale e della propoli. Inoltre, la loro azione è fondamentale per la tutela dell’ambiente, della natura e il mantenimento della biodiversità. La letteratura scientifica ci restituisce un album di famiglia chiaro: questi insetti silenziosi e laboriosi si suddividono in 20 mila specie di apoidei, le più famose sono le api da miele, apis mellifera, ma il 70% di queste specie è costituito dalle api solitarie caratterizzate da un’organizzazione che le rende diverse dalle altre. Tra le specie più interessanti invece si collocano le osmie, altrimenti dette api muratrici perché utilizzano il fango per chiudere le pareti di casa. Ogni femmina ha il suo nido, costruito in un piccolo foro di un muro o all’interno di una canna di palude.
La rete civica italiana. La ricorrenza annuale è stata istituita con un chiaro obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale riguardo all’importanza degli impollinatori, al ruolo che rivestono nell’ambito dello sviluppo sostenibile e alle minacce che affrontano quotidianamente e che mettono costantemente a rischio la loro sopravvivenza. Tra queste, nell’ordine: cambiamenti climatici, inquinamento globale, agricoltura intensiva e, più in generale, industrializzazione delle regioni del mondo. Questa Giornata celebrata in 115 Paesi del mondo è stata introdotta dall’ONU nell’autunno del 2017. La data coincide con la nascita di Anton Jansa (1734-1773), un allevatore e apicoltore sloveno ricordato principalmente per essere stato uno dei precursori dell’apicoltura razionale. Ed è proprio con l’obiettivo di gettare le basi per una società alleata delle api che in Italia muove i primi passi l’iniziativa “Comuni Amici delle Api”, una rete di Comuni che si adopera per la tutela dell’ambiente e per la difesa dei propri territori, a partire proprio dagli sciami delle api impollinatrici. Ad oggi si contano circa 80 Amministrazioni comunali aderenti al progetto. A queste si affiancano anche le associazioni che si occupano di apicultura in generale, quali: “Le colline del miele”, “Api Romane”, “Apicoltori mantovani”, “Ambientevita”, “Giubbe verdi San Martino” e “La comunità degli impollinatori metropolitani Slow food”. Infine, anche 14 Comuni di 4 paesi del bacino Mediterraneo sono diventati “Amici delle Api”, conferendo all’iniziativa anche quel respiro internazionale fondamentale per affrontare questa sfida globale.
Un bene prezioso. “Quando le api scompariranno all’uomo resteranno solo quattro anni di vita”. La citazione, che sia di Albert Einstein, come riporta la tradizione, oppure no, risulta essere quanto mai attuale. Storicamente le api, più diffuse nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale del Pianeta e in aree temperate dalla vegetazione bassa, sono ritenute uno dei principali alleati dell’ecosistema. Si tratta di insetti impollinatori che grazie alla loro continua attività e ai meccanismi che la caratterizzano assicurano il funzionamento naturale delle piante. La nascita di nuovi germogli e la produzione continua e incessante da parte della natura sono possibili solo grazie all’impollinazione. Questo processo da parte delle api garantisce infatti il passaggio continuo di polline da un fiore all’altro che ne permette nuove fioriture e nuovi germogli per un rinnovo e una rinascita costante di frutti, fiori e fonti di nutrimento per ogni specie. Le api dunque svolgono un ruolo esclusivo e la loro attività risulta essenziale al fine di garantire un continuo susseguirsi di questi meccanismi naturali. Senza l’impollinazione infatti i fiori smetterebbero di dare vita a nuovi germogli e con l’assenza di questi ultimi il pianeta sarebbe povero e arido e prima o poi la terra smetterebbe di produrre ogni tipo di nutrimento. Mantenere un ecosistema in salute è fondamentale per la sopravvivenza della Terra dato che nella catena alimentare sottrarre una fonte di nutrimento a una specie significherebbe di conseguenza eliminare progressivamente le fonti di cibo per tutte le altre.
La produzione delle api
Il prodotto maggiormente noto è sicuramente il miele, alimento dalle numerose proprietà benefiche per la salute degli esseri umani nato dalla trasformazione, nell’alveare, di quanto è stato raccolto nelle aree naturali. Esistono due tipi di miele: il nettarifero legato alle fioriture e quello delle melate, che sono zuccheri espulsi da altri insetti. Una parte del miele serve per il sostentamento delle stesse api. La produzione in più viene raccolta dall’apicoltore attraverso il melario posizionato nella parte superiore dell’alveare. I mieli più diffusi sono gli uni-floreali: in Italia una quarantina. In Piemonte ci sono quelli di ciliegio, tarassaco, acacia, castagno, ailanto, rododendro e, poi, il millefiori. Le melate, invece, possono essere di bosco o di abete.
La pappa reale è una produzione interna all’alveare ed è un importante integratore alimentare per le persone, ma serve all’ape regina per ottenere il sostegno alimentare necessario a mandare avanti la colonia.
Raccolta dalle gemme e dalla corteccia delle pianta, la propoli è un ottimo antibiotico naturale tra il giallo, il marrone e il rosso.
Anche il polline si preleva sui fiori: fornisce proteine ed è ricco di aminoacidi essenziali. Si tratta di un alimento completo che migliora l’aspetto nutrizionale del cibo in generale.