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CONOSCIAMO IL NEMICO: COS’È IL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO PARTE 1
Immaginiamo questa situazione: mentre siamo comodamente seduti sul divano intenti a leggere un libro improvvisamente cominciamo ad avvertire palpitazioni, una sensazione di soffocamento ci attanaglia la gola, e poi dolore al petto, brividi, sensazione di svenimento, paura di morire, di perdere il controllo o di impazzire.
Qual è la prima cosa che probabilmente faremmo?
Ci recheremmo al pronto soccorso più vicino, con il timore di stare per avere un infarto o qualcosa di simile. Ma arrivati al pronto soccorso, dopo aver monitorato tutti i parametri fisiologici, i medici riferiscono che si è trattato di un attacco di panico e ci rimandano a casa, dopo averci somministrato una dose di ansiolitico per ritrovare la calma. Ma qualcosa dentro di noi è cambiato: adesso abbiamo paura che il panico possa ritornare a sorprenderci, non ci fidiamo più del nostro corpo e anche uscire di casa per andare a fare la spesa o per andare a lavorare può diventare un´impresa ardua.
L’attacco di panico può essere descritto come un attacco di intensa ansia o intenso disagio, che raggiunge il culmine in breve tempo e durante il quale il soggetto può manifestare vari sintomi ascrivibili a quattro aree:
1. area cardio–respiratoria: palpitazioni, fiato corto o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto;
2. area gastrointestinale: nausea o disturbi addominali;
3. area vestibolare: sensazioni di instabilità, testa leggera o sbandamento;
4. area cognitiva: paura di impazzire, paura di morire, derealizzazione (sensazione di irrealtà e di distacco dal mondo che ci circonda) e depersonalizzazione (sentirsi distaccati da se stessi e dal proprio corpo).
Tra gli altri sintomi che è possibile esperire durante un attacco di panico troviamo: sudorazione, tremori fini o grandi scosse, parestesie (sensazioni di formicolio a una parte del corpo), brividi o vampate di calore. L’attacco di panico può insorgere all’improvviso oppure in seguito a una situazione stimolo. Nel corso dell’intera vita è possibile che ognuno di noi manifesti un attacco di panico ma questa non è condizione sufficiente perché si possa fare diagnosi di disturbo di panico. Infatti, si può parlare di disturbo da attacchi di panico (DAP) solo quando il soggetto sperimenta attacchi ricorrenti e inaspettati, seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente di avere altri attacchi e/o di preoccupazione relativa alle implicazioni o alle conseguenze dell’attacco (ad esempio avere un infarto cardiaco) (APA, 2014). Chi soffre di questo disturbo infatti non di rado tende a evitare situazioni sociali dalle quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi nel caso sopraggiungesse l’attacco di panico.
Secondo alcune teorie l’attacco di panico è un disturbo che viene mantenuto dalla paura dalla paura, che porta all’instaurarsi di un circolo vizioso per cui si interpretano alcuni sintomi somatici come minacciosi e anticipatori di un attacco di panico. Spaventandosi, l’individuo amplificherebbe i segnali della paura, alimentando l’ansia (detta “anticipatoria”) che poi sfocerebbe in un attacco di panico. La paura della paura poi può variare sia in funzione di eventi stressanti (un trasloco, un nuovo lavoro, la fine di una relazione, ecc.), che di specifiche circostanze: ciò implica che la medesima sensazione fisica (per esempio un cuore tachicardico) può essere esperita in modo minaccioso o meno in due momenti diversi del ciclo di vita.
Infine, secondo altre teorie l´aumentata capacità di cogliere le sensazioni corporee elicitate sia da fattori fisici (come per esempio quando sentiamo battere il cuore più velocemente perché abbiamo fatto di corsa una rampa di scale) che da fattori psicologici (come ad esempio quando un particolare pensiero ci attraversa la mente, elicitando un´accelerazione del battito cardiaco, pensiamo non ad un pensiero spaventante ma anche a un pensiero positivo) costituirebbe un fattore di rischio per l´insorgenza del panico.
Ora che abbiamo chiarito cosa sia e quali siano i sintomi fisici, psicologici e comportamentali del disturbo di panico, nel prossimo articolo ci concentreremo sulle strategie di intervento e di trattamento.