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Coronavirus, la vicinanza “streaming” del Papa agli ammalati e al personale ospedaliero
Un’Udienza generale particolare e trasmessa in streaming. Anche in Vaticano si fanno i conti con l’emergenza epidemiologica del virus COVID-19 e così come avvenuto domenica scorsa per la preghiera dell’Angelus recitata nella biblioteca del Palazzo apostolico e non alla finestra che si affaccia su Piazza San Pietro, anche oggi papa Francesco è stato vicino ai fedeli ma “via cavo”. Al termine della prima udienza generale in sette anni di pontificato trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico vaticano per evitare assembramenti e scongiurare i rischi di diffusione del Covid-19, in coordinamento con i provvedimenti disposti dalle autorità italiane, il Papa si è rivolto a tutti coloro che soffrono a causa dell’attuale emergenza sanitaria.“Vorrei rivolgermi a tutti gli ammalati col virus, che soffrono la malattia e a tanti che soffrono incertezze sulle proprie malattie”, ha detto Francesco salutando i fedeli di lingua italiana, come avviene alla fine dell’appuntamento del mercoledì. “Ringrazio di cuore – ha proseguito – il personale ausiliario, i medici, gli infermieri, i volontari che in questo momento difficile sono accanto alle persone che soffrono”.
Del resto l’emergenza non poteva non riguardare lo Stato più piccolo al mondo, a dimostrazione del fatto che anche il Papa, a seguito di un raffreddore, è stato sottoposto al test del tampone. “Una precauzione” hanno subito precisato dalla Santa Sede aggiungendo che il raffreddore diagnosticato al Santo Padre nei giorni scorsi sta facendo il suo corso, senza sintomi riconducibili ad altre patologie. Nel frattempo Papa Francesco celebra quotidianamente la Santa Messa e ha seguito gli esercizi spirituali svolti alla Casa Divin Maestro ad Ariccia.
Francesco si sarebbe sottoposto per precauzione al tampone risultando ovviamente negativo. Inoltre da alcuni giorni il Pontefice, ha dato un taglio alla sua agenda limitando di gran lunga gli appuntamenti, le udienze e rinunciando appunto alla tradizionale trasferta ad Ariccia per gli esercizi spirituali di Curia.