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Il costante impatto negativo della plastica sull’ambiente e sulla salute
La plastica è un componente fondamentale per tutta l’industria esistente ed infatti appare in alte percentuali nei prodotti che vengono utilizzati quotidianamente. Tuttavia, proprio questi ultimi presentano anche un lato oscuro dovuto a delle loro particolari caratteristiche che li rendono altamente pericolosi per la salute umana e l’intero ecosistema.
Gli additivi della plastica si accumulano in discariche riversandosi negli oceani in quantità sempre più elevate, ma anche dentro di noi. Vari studi scientifici hanno rilevato la loro presenza nel nostro sangue e nelle urine soprattutto attraverso l’assunzione di cibo e acqua.
Inoltre, altre ricerche mettono in luce gli effetti catastrofici della plastica sull’ambiente. Alcune misurazioni nelle regioni più contaminate degli oceani mostrano, particolarmente, che la massa di plastica supera quella del plancton, il cibo base della catena alimentare marina, di almeno sei volte.
Un dato sconcertante, come quello messo in evidenzia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) secondo cui oltre il 90% di bottiglie di acqua contengono minuscoli pezzi di plastica al loro interno. Questa ipotesi è stata confermata da uno studio condotto dalla State University of New York su 259 bottiglie di 11 marche diverse e provenienti da 19 località disseminate in nove paesi differenti, scoprendo una media di 325 particelle di plastica per ogni litro d’acqua venduto. Il tipo di frammento di plastica più comune tra quelli rinvenuti è il polipropilene, un polimero termoplastico le cui fibre vengono molto utilizzate nell’abbigliamento sportivo che ne conferiscono leggerezza, traspirabilità, isolamento termico e resistenza allo sporco e ai batteri. Se ingerito, i vantaggi appena citati diventano degli svantaggi alquanto dannosi per tutto il nostro organismo.
Secondo alcune ricerche mediche, i materiali di plastica possono rilasciare una parte delle sostanze di cui sono composti, come il Bisfenolo A e i Ftalati, due sostanze estremamente nocive per la salute dell’uomo.
I Ftalati sono una famiglia di composti chimici molto utilizzati nell’industria della plastica. Sono degli agenti plastificanti in quanto la loro integrazione con il polimero ne migliora la flessibilità e la modellabilità. Alcuni studi sembrano testimoniare che un alto consumo di Ftalati possa portare a problemi di infertilità nell’uomo poiché sono in grado di produrre nel corpo umano effetti analoghi a quelli degli estrogeni. Inoltre, test di laboratorio hanno dimostrato che causerebbero seri danni a fegato, reni e polmoni.
Il Bisfenolo A, invece, è una sostanza chimica anch’essa utilizzata nella produzione di plastiche e resine, come per la produzione del policarbonato, il materiale di cui sono fatte le bottiglie di plastica e del latte, e i rivestimenti protettivi di lattine ed altri contenitori per alimenti. Secondo alcuni esperti gli effetti del BPA sull’uomo sono più o meno gli stessi di quelli dei Ftalati, quindi si va dall’infertilità ai problemi a fegato e polmoni e, sebbene ancora non sia stato vietato il loro utilizzo per la produzione di bottiglie di plastica, dal 2011 questa sostanza è stata bandita da biberon e ciucci perché confermata gravemente dannosa per i bambini.
L’unica soluzione possibile al problema diventa dunque minimizzare il consumo di plastica, evitando sprechi quando possibile e riutilizzando prodotti come sacchetti e imballaggi. Nel caso dell’acqua in bottiglia, la scelta migliore risiede nell’evitare del tutto le bottiglie di plastica, affidandosi a quella costante fonte d’acqua domestica che è il rubinetto. Considerando però l’alto tasso di inquinamento delle falde acquifere, questa scelta risulta sana per sé stessi e per il pianeta che ci circonda solamente quando affiancata all’utilizzo di un depuratore o purificatore d’acqua domestico, un sistema in grado di filtrare l’acqua che arriva alle nostre case eliminando ogni traccia di sostanze nocive e ristabilendo il giusto equilibrio tra sali minerali e il pH del liquido.
Siamo assistendo, quindi, ad un enorme circolo vizioso che provoca solo danni e nessun tipo di beneficio. Sempre più, difatti, la dispersione e l’accumulo di prodotti plastici nell’ambiente sono il principale fattore di inquinamento di aria, suolo, fiumi, laghi ed oceani e causa del deterioramento degli habitat di fauna e flora presenti.
Tutto ciò di conseguenza, danneggia il nostro organismo anche senza rendercene conto diventando così “una forte minaccia per la salute umana”, come sottolinea il Center for International Environmental Law (CIEL), l’associazione che, insieme all’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista Greenpeace utilizza la forza della Legge per proteggere l’ambiente, promuovere i diritti umani e assicurare una società più sostenibile. Pratiche che dovremmo fare anche tutti noi, con un po’ di forza volontà e speranza per il futuro. Perché anche solo un piccolo gesto può fare davvero la differenza, sia per l’ambiente che per la nostra salute.