Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
COVID-19, arriva il gioco per insegnare le buone pratiche di prevenzione ai più piccoli
Non abbassano la guardia gli italiani e continuano a osservare con attenzione le norme stabilite dal Governo dall’8 marzo per contrastare il più possibile la diffusione del Covid-19 sul territorio nazionale. Particolare attenzione è riservata ai più piccoli che tornati a casa ormai da settimane e destinati alla didattica a distanza mediante l’utilizzo di devices (tablet e pc), devono necessariamente apprendere concetti e comportamenti per la prevenzione. Quale modo migliore per loro se non attraverso un gioco? È stata questa l’intuizione di Paula Benevene, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’università Lumsa, e delle studentesse del corso di laurea magistrale in Psicologia dell’ateneo Maria Vittoria Bigliardo, Mirifique Icyimanishaka e Paola Mazzarone, che hanno inventato “L’oca in quarantena”, strumento educativo per insegnare, attraverso il gioco e il divertimento, concetti e comportamenti altrimenti di difficile comprensione per i più piccoli. Dal distanziamento sociale al focolaio, dal restare informati attraverso le fonti ufficiali alle norme di prevenzione legate all’utilizzo della mascherina e dei guanti.
Ma come si gioca a “L’oca in quarantena”? Si segue la logica già conosciuta del Gioco dell’oca: sono necessari almeno due giocatori, di cui, idealmente, almeno uno è un adulto, il tabellone e un tradizionale dado a sei facce che ciascun giocatore lancerà a turno. Ogni casella del tabellone, che può essere stampato dal sito della Lumsa, presenta testi, e disegni, che riguardano nozioni e comportamenti virtuosi, che permettono al giocatore di avanzare, o pericolosi, che invece fanno retrocedere il giocatore. Ecco, allora che se si finisce nella casella dove c’è scritto che si è andati al supermercato senza guanti, si retrocede di due caselle. Se si è giocato con il proprio fratello mentre i genitori erano in smartworking si va avanti di due caselle. Si sta fermi per un turno se si è in attesa del risultato del tampone. Si retrocede di quattro caselle se si è usato più disinfettante di quanto ne servisse per cui qualcun altro dovrà farne a meno. Vince chi arriva primo al traguardo, alla casella 63, dove finalmente risulta che il virus è stato sconfitto.
Oltre a questa iniziativa, di particolare interesse per i genitori risulta la guida messa a disposizione da Unicef e tesa a favorire, da parte dei più piccoli, la condivisione delle emozioni causate da questa situazione di emergenza. Otto i punti destinati alle famiglie:
1. Fateli parlare e ascoltate
Invitate i vostri bambini a parlarne. Cercate di capire quanto già sappiano e assecondateli. Se sono molto piccoli e non sono al corrente dell’epidemia, non è il caso di allertarli, ma è piuttosto l’occasione per rammentare loro l’importanza del rispetto delle misure igieniche, senza introdurre nuove paure.
2. Spiegategli le cose in modo comprensibile
I bambini hanno diritto a essere informati su ciò che avviene nel mondo e gli adulti hanno al tempo stesso la responsabilità di preservarli dall’inquietudine. Occorre dunque usare un linguaggio appropriato per l’età, osservarne le reazioni, essere sensibili al loro livello di ansia. Se non siete in grado di rispondere alle loro domande, non tirate a indovinare.
3. Mostrategli come proteggere se stessi e i loro amici
Una delle migliori maniere di tenere i bambini al sicuro da malattie come COVID19 e altre consiste nell’incoraggiarli a lavarsi regolarmente le mani. La conversazione non deve essere pesante. Esistono canzoni, animazioni e altro per imparare divertendosi (per esempio, Sing along with The Wiggles, follow this dance).
4. Rassicurateli
Se l’epidemia è nel vostro territorio, ricordate ai bimbi che non prenderanno la malattia, che molti dei contagi non destano particolare preoccupazione e che ci sono moltissimi adulti che stanno lottando per la tutela della salute pubblica. Se vostro figlio manifesta un malessere, spiegategli che è bene che restino a casa/all’ospedale perché è più sicuro per la comunità.
5. La stigmatizzazione
Lo scoppio dell’epidemia ha comportato anche fenomeni di discriminazione razziale nel mondo. È quindi importante accertare che i vostri bambini non stiano sperimentando né alimentando questi processi. Spiegate che il coronavirus non ha nulla a che vedere con apparenze, origini o lingue delle persone. Nel caso in cui siano stati bersaglio di bullismo o discriminazione, dovrebbero poterne parlare con adulti di loro fiducia. Ricordate loro che hanno tutti diritto a essere al sicuro a scuola. Il bullismo è sempre sbagliato e dobbiamo fare la nostra parte per incoraggiare al contrario gentilezza e sostegno reciproco.
6. Chi lotta contro il virus
È importante che i bimbi sappiano che le persone si stanno aiutando reciprocamente con atti di generosità e cortesia. Condividete storie di operatori sanitari, scienziati, medici e giovani che stanno lavorando per mettere fine al contagio e mantenere al sicuro la comunità. Sapere che ci sono persone compassionevoli che agiscono può essere di grande sollievo.
7. Prendete cura di voi stessi
Sarete in grado di aiutare meglio i vostri figli se voi stessi affrontate al meglio la crisi. I bambini reagiranno alle vostre stesse reazioni alle notizie. Li aiuterà dunque sapere che siete calmi e in controllo della situazione. Se vi sentite ansiosi o abbattuti, prendete del tempo per voi stessi e state in contatto con membri della famiglia, amici, persone di fiducia nella vostra comunità. Dedicate del tempo ad attività che vi facciano rilassare e recuperare.
8. Cura e attenzione nel dialogo
È importante sapere che non lasciamo i bambini in uno stato di tensione. Valutate nella conversazione il loro livello di ansia osservando il linguaggio del corpo, il tono di voce e il respiro. Ricordate loro che potranno esserci altre simili difficili conversazioni in futuro e che voi siete attenti, ascoltate e siete disponibili ogni qualvolta si sentano inquieti e preoccupati.