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Covid-19: da domani obbligo super green pass per i lavoratori over 50
I contagi da Covid-19 sono in calo. Vietato però abbassare la guardia. “La pandemia non è finita. È probabile che il Covid-19 rimanga tra noi. Non è detto che Omicron sia l’ultima variante. Se ci sarà un cambiamento di approccio nelle misure saranno i Paesi a deciderlo”. Ad annunciarlo Andrea Ammon, direttore del Centro europeo per le malattie Ecdc.
Alla luce della curva epidemiologica in Italia sono state allentate alcune misure restrittive come l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. A fine marzo, potrebbe essere rivista anche la regola che prevede di indossarla al chiuso.
Ma se da una parte si allenta dall’altra entrano in vigore altre norme, come l’obbligo del Green pass per i lavoratori pubblici e privati e i liberi professionisti over 50. Da domani 15 febbraio scatterà l’obbligo del certificato verde rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro a partire dai 50 anni.
“L’obbligo non sussiste in caso di accertato pericolo per la salute – si legge nelle FAQ – in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore, nel rispetto delle circolari del Ministero della salute in materia di esenzione dalla vaccinazione anti SARS-CoV-2; in tali casi la vaccinazione può essere omessa o differita. L’avvenuta immunizzazione a seguito di malattia naturale, comprovata dalla notifica effettuata dal medico curante, determina il differimento della vaccinazione”.
Per chi non sarà in regola scatteranno delle sanzioni da 600 a 1.500 euro. Anche i lavoratori ultra-cinquantenni che dal 15 febbraio 2022 saranno sprovvisti di Green Pass rafforzato al momento dell’accesso al luogo di lavoro saranno considerati assenti ingiustificati, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma senza diritto alla retribuzione né altro compenso o emolumento. Con l’entrata in vigore della nuova normativa dal 1° febbraio il green pass – che si ottiene con il vaccino, se si è guariti dal Covid ma anche con un tampone negativo effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 ore se rapido – è necessario anche per andare negli uffici postali, in banca o dal tabaccaio per comprare le sigarette.
È inoltre necessario per entrare negli uffici pubblici, negli uffici finanziari e nelle attività commerciali (ossia i negozi). Ma le esigenze alimentari e di prima necessità, sanitarie, di sicurezza e di giustizia saranno sempre garantite – andare in una caserma, ad esempio, per sporgere denuncia – senza bisogno di esibire il certificato verde. Il Green pass non serve dunque per entrare in tutti i negozi che vendono in prevalenza prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari). Libero anche l’accesso ai mercati all’aperto, nei negozi per il commercio al dettaglio di prodotti surgelati.
Sempre dal 1° febbraio sono scattate le sanzioni per tutti gli over 50 (salvo chi ne è esentato per motivi di salute) che non sono vaccinati contro il covid: per tutti coloro che non sono in regola con l’obbligo vaccinale, infatti, è prevista una sanzione di 100 euro una tantum. La sanzione è irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.
“Uno dei pilastri della lotta al covid in Italia oltre alla vaccinazione sono i green pass che ci consentono sostanzialmente di frequentare gli ambienti al chiuso in maniera sicura: chi è vicino a noi non è infetto e non può contagiarci”. Ha detto Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, Roberto Speranza. “La vaccinazione rimane il presidio fondamentale, ci sono ancora oltre 5 milioni di vaccinati. Le persone più vulnerabili sono gli over 50 e l’obbligo vaccinale riguarda soprattutto loro”, ha aggiunto Ricciardi.
Ad oggi il totale delle dosi di vaccino anti covid somministrate è pari a 132.099.697 (report del Governo).
“Grazie ai vaccini abbiamo retto davanti a questa ondata del covid. Abbiamo retto grazie a una campagna di vaccinazione straordinaria”. Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di Mezz’ora in più su ‘Rai3’, ricordando che l’ondata di Omicron ha provocato più casi nell’ultimo mese e mezzo che in tutta la pandemia.
“Il 91% delle persone over 12 si sono vaccinate e gli ospedali hanno evitato una pressione incredibile – ha sottolineato il ministro – La quota più grande di ospedalizzazioni è figlia di persone non vaccinate. I non vaccinati sono solo il 9% che quando va in ospedale produce la maggioranza dei casi, in modo particolare in terapia intensiva”. “Negli ultimi giorni di dicembre ci sono state riunioni tutt’altro che semplici con ministri della Salute di altri paesi d’Europa e del mondo – ha affermato ancora Speranza – L’ondata della variante Omicron ci preoccupava, poi con il passare dei giorni abbiamo acquisito evidenza relativa all’efficacia dei vaccini” rispetto al rischio di morte e di ricovero e in terapia intensiva. “L’Ecdc ha detto che siamo ancora in fase pandemica, certo va molto molto meglio”, ha aggiunto il ministro.
“Oggi stiamo piegando la curva – ha affermato – ormai avviene da due settimane, senza aver dovuto far pagare alle persone il prezzo di chiusure come in altre situazioni e in altri paesi e questo è stato possibile grazie a questo scudo costruito con i vaccini”. “Abbiamo riaperto tutte le attività, le discoteche erano le uniche rimaste chiuse – ha detto ancora Speranza – Si può usare solo se vaccinati o guariti, la capienza è limitata al 50%. Bisogna mettere tutte le attività in condizione di ripartire grazie a quello scudo garantito dalla vaccinazione. Siamo in una fase di transizione, non siamo in difficoltà come prima ma non ne siamo ancora fuori”.